I castelli e i villaggi di Kaiping
  2014-11-20 15:49:19  cri
Nell'anno 1930 una donna di un villaggio del distretto di Kaiping, nella provincia del Guangdong, scrisse la seguente lettera al marito:

"Ieri ho ricevuto la tua lettera in cui mi dici di esserti ammalato in viaggio. Sono preoccupata: non posso starti accanto ed occuparmi di te, ma solo pregare per la tua sicurezza all'estero. I genitori stanno bene, il nostro secondo e terzo figlio vanno già a scuola a Lingnan, la piccola ha iniziato a parlare e le piacciono tanto i giocattoli, i vestitini e le scarpette che le hai fatto mandare. Manchi tanto anche ai genitori. Chissà se hai ricevuto le due lettere che mi hanno dato per te? Se sì, spero che tu risponda loro il più presto possibile..."

Questa è una lettera inviata oltre 70 anni fa negli Usa dal distretto di Kaiping, nella provincia del Guangdong, in Cina. Nell'archivio locale di Kaiping sono conservate centinaia di lettere del genere. La maggior parte degli autori è già passata a miglior vita, lasciando solo queste preziose note, da cui emerge la dura realtà delle lunghe separazioni delle famiglie. In tempo di guerra, alcune generazioni di locali, alla ricerca di un futuro migliore, lasciarono la terra natale iniziando un lungo viaggio fatto di sudore, lacrime e sangue. Nel corso degli anni, patirono fatiche e dolori, ma realizzarono anche prodezze e ambizioni, lasciando non solo una grande ricchezza alla terra natale e ai familiari, ma anche dei capolavori nella storia dell'architettura rurale cinese.

I villaggi di Kaiping si trovano nella parte centro-meridionale della provincia del Guangdong, dove foreste di bambù, canali e risaie formano un meraviglioso paesaggio bucolico. Anche se i villaggi non sono così diversi dagli altri del sud della Cina costruiti accanto all'acqua, questa terra quieta e silenziosa è stata protagonista di una storia straordinaria ed eccitante.

Il periodo finale della dinastia Ming (14°-17° secolo) fu caratterizzato da incessanti guerre ed agitazioni sociali. La zona di Kaiping, nella provincia del Guangdong, si trova tra i tre distretti di Taishan, Xinhui e Enping, quindi la situazione era ancora peggiore. Molti profughi dalle pianure centrali scoprirono che Kaiping non solo era infestata dai briganti, ma era anche colpita da inondazioni nella stagione dei tifoni, per cui i locali, minacciati dai briganti e dalle inondazioni, erano sempre alla ricerca di una zona sicura in cui stabilirsi.

Durante il regno dell'imperatore Jiajing, della dinastia Ming, nel villaggio di Sanmenli, a Kaiping, accadde un fatto importante: la famiglia Guan, per difendere i beni e la vita dei suoi membri e dei vicini, eresse un enorme rifugio, chiamato Palazzo Yinglong (del benvenuto al drago). L'edificio integra la forma del palazzo e la funzione difensiva del forte, quindi venne chiamato "diaolou", palazzo-castello, una forma architettonica già diffusa nelle campagne cinesi al tempo della dinastia Han, duemila anni prima.

Il Palazzo Yinglong, che guarda verso sud, ha tre piani ed occupa una superficie di 152 mq. Ai quattro angoli si ergono delle torri di guardia, di forma rustica, ma solide ed efficaci. In qualità di più antico castello ancora esistente della zona di Kaiping, il palazzo salvò più volte i locali dalle alluvioni, per cui si meritò il soprannome di "palazzo salvavita".

Ecco di seguito una lettera indirizzata nel 19° secolo ai familiari rimasti al paese da un tale di Kaiping:

"Su un veliero la traversata dura da 3-4 mesi a 6 mesi, la velocità dipende dalle condizioni del tempo. La salsa ai gamberetti che abbiamo portato con noi, dopo un po' è andata a male. Arrivati a riva, avevamo la barba lunga, la faccia annerita e gli occhi infossati. Sul mare le onde erano alte come montagne, e molti che non sopportavano le onde e il vento hanno pianto da Hong Kong a San Francisco, abbracciati all'albero della nave. Quando finalmente siamo arrivati a riva, ci sembrava che fossero passati dei secoli..."

Alla metà del 19° secolo, in Califonia vennero scoperte delle filiere d'oro. In seguito iniziò la costruzione della linea ferroviaria del Pacifico. La notizia del reclutamento di operai cinesi arrivò immediatamente a Sihu, dove si trova il distretto di Kaiping. Moltissimi uomini lasciarono così i familiari, iniziando una lunga navigazione per raggiungere una terra a decine di migliaia di km di distanza, alla ricerca di un nuovo futuro per la famiglia e per se stessi. Costoro hanno un nome comune: "jinshanke", ossia gente di San Francisco.

"Arrivati negli Usa, non era affatto come avevamo immaginato. Per cercare l'oro, percorriamo per mesi e anni di seguito i monti del grande ovest americano, facendo i lavori più pericolosi: estrarre il rame nelle miniere, bonificare e coltivare i campi, e attraversare strette vallate per costruire la ferrovia..."

Dopo le fatiche e i pericoli vissuti da alcune generazioni di emigrati, i cinesi originari di Sihu posero saldamente piede negli Usa e in Canada, inviando alle famiglie lontane il denaro guadagnato con tanta fatica. All'inizio del 20° secolo, Sihu era già famosa per l'emigrazione. La vita dei locali con dei parenti all'estero migliorava sempre più, tuttavia, in tempi di guerra, la loro vita benestante fu messa in pericolo. Le agitazioni sociali avevano gettato l'intera Cina nel caos, e Kaiping, minacciata da secoli dai briganti, si fece sempre più insicura.

Dal 1912 al 1930, nella zona di Kaiping si verificarono 71 casi di sequestro. Nelle campagne, gli emigrati tornati al paese con addosso tanta ricchezza diventarono gli obiettivi migliori dei briganti, per cui i sequestri divennero una realtà quotidiana. Il denaro guadagnato all'estero con tanta fatica scomparve in un istante, molti perdettero tutto, e per la disperazione, alcuni addirittura si impiccarono. Questi emigrati ritornati avevano quindi urgente bisogno di un rifugio per sé e per le loro famiglie. Di conseguenza, all'inizio del 20° secolo sui 1.659 kmq della zona di Kaiping vennero eretti molti castelli, per lo più finanziati dai cinesi d'oltremare. Gli emigrati ritornati, minacciati dai briganti, furono costretti a rispondere in questo modo alle loro brutalità.

Uno di loro scrisse nel suo diario:

"Al tramonto del 3 luglio, i briganti hanno circondato e bloccato l'intero villaggio. Nella notte hanno provato più volte ad aprire le porte di ferro e a forare le mura, ma sono stati respinti. Hanno anche bruciato dei mucchi di paglia fuori dal villaggio. La gente ha sparato con fucili e pistole, e i briganti sono scappati, senza osare alzare la testa..."

Nella veste di fortezze, i castelli hanno solitamente 4-5 piani, al massimo 9. Alcuni normalmente erano disabitati, e servivano solo come rifugio dalle aggressioni dei briganti, quindi gli spazi interni sono ristretti, con delle finestrelle protette da inferriate. La porta principale è l'unica via per entrare e uscire, ed è fatta di possenti lastre di ferro. I battenti interni sono dotati di 3-4 monumentali serrature di ferro. Sopra alcune porte ci sono delle cavità per sparare verso il basso, dotate di grate di ferro. Una volta avvicinati, per i briganti sarebbe stata la fine. Le mura esterne dei castelli sono spesse sui 50 cm e molto robuste, per lo più in calcestruzzo, per cui i proiettili di armi leggere non riuscivano a penetrarle. Ad ogni piano ci sono delle cavità per sparare. All'ultimo piano di alcuni castelli, gli angoli sono dotati di torri quadrate o rotonde, da cui la gente poteva osservare a distanza e contrattaccare i nemici entrati nel villaggio.

Nel pomeriggio di un giorno dell'anno 1922, una decina di sconosciuti percorrevano lenti il sentiero verso la cittadina di Chikan. Al crepuscolo, iniziarono un'azione preparata segretamente da tempo: irruppero nella scuola del distretto di Kaiping, dove studiavano i figli di molti ricchi locali, e sequestrarono il preside e alcuni studenti. Mentre li scortavano soddisfatti verso il loro rifugio, passando per il villaggio di Ying i briganti vennero scoperti dalla sentinella di guardia in cima al castello di Hongyi. Ricevuto l'allarme, i locali accorsero, bloccando i briganti e gli ostaggi. Allora i briganti se la dettero a gambe. L'incidente sconvolse l'intero distretto di Kaiping, e fu comunicato anche all'estero. I cinesi d'oltremare acquistarono dei fucili e dei proiettili all'estero per aiutare il sistema difensivo dei villaggi. Inoltre i locali raccolsero del denaro con cui eressero dei rifugi comuni e delle alte torri di vedetta negli spazi aperti. Così, in caso di arrivo dei briganti, potevano comunicare fra loro e resistere insieme agli aggressori.

Per la gente di Kaiping, fu un'epoca priva di sicurezza, ma anche ricca di fatti straordinari.

Un tale di Kaiping scrisse nel suo diario:

"Adesso non è sensato trasferire tutta la famiglia negli Usa. In ogni caso, gli Usa non sono la nostra patria, si può guadagnare, ma i cinesi hanno una bassa posizione. Quando avrò guadagnato abbastanza, tornerò in Cina a cercare delle opportunità di sviluppo..."

Proprio per questo i castelli di Kaiping non sono solo un rifugio dai briganti. I cinesi d'oltremare, alla ricerca di sicurezza, iniziarono anche a considerare la bellezza estetica, investendo delle forti somme e molto impegno in forme edilizie raffinate. In alcuni villaggi comparvero addirittura delle lussuose ville, che integrano le valenze di difesa e di abitazione e sono un simbolo dello status e della posizione sociale dei proprietari, e anche il migliore rifugio loro e delle loro famiglie. Questi palazzi racchiudono il sogno di una vita abbiente e tranquilla coltivato da generazioni di cinesi d'oltremare. A realizzare con loro questo sogno, oltre ad architetti professionisti cinesi e stranieri, furono soprattutto gli artigiani locali. Questi muratori, benché non fossero mai usciti dalla Cina, possedevano delle mature tecniche architettoniche e una flessibile capacità creativa. I loro disegni sono un misto di stile cinese e occidentale, originali e del tutto corrispondenti alle esigenze dei committenti.

Mentre delle mani laboriose trasformavano queste idee creative in castelli, nessuno poteva immaginare che stava nascendo una meraviglia nella storia dell'architettura mondiale: i castelli comprendono gallerie greche, archi romani, cupole bizantine, pinnacoli gotici, e persino gallerie indiane.

Il Palazzo Ruishi, situato nel villaggio di Jinjiangli della cittadina di Xiangang, a Kaiping, è un tipico castello locale. Alto 25 metri, dal primo al quinto piano ci sono le camere da letto e i soggiorni. Ad ogni piano, lo zoccolo e le decorazioni sono diverse, e creano un piacevole effetto visivo. Il sesto piano è formato da una galleria di colonne e archi di stile greco, e il settimo è una piattaforma con ai quattro angoli dei padiglioni a cupola, e a nord e sud delle decorazioni barocche. L'ottavo piano è una piattaforma con al centro un padiglione a forma di pagoda, mentre la cupola del piccolo padiglione del nono è in stile romano. Questa forma architettonica mista sino-occidentale è molto comune nei castelli di Kaiping, ed è anche un'ottima testimonianza di come all'inizio del secolo scorso la gente del posto abbia preso a prestito gli elementi di civiltà straniere, il che costituisce anche il valore speciale di questi edifici. Queste gemme della civiltà architettonica dell'umanità sono disseminate nel sud della Cina, formando un paesaggio indimenticabile.

I castelli di Kaiping sono un capolavoro della storia dell'architettura rurale cinese, ma la cosa che stupisce di più è che dopo un secolo di intemperie, si ergono ancora in tutta la loro maestosità. Adesso a Kaiping sono rimasti 1883 castelli, per lo più con una struttura in cemento armato.

Negli anni '40 del secolo scorso, un giovane di Kaiping scrisse così alla madre:

"Cara madre, sono passati due anni da quando ci siamo lasciati. Per via della guerra non possiamo incontrarci. Se finisce, tornerò subito a casa, a ricambiare quanto avete fatto per me".

Negli anni '40 del 20° secolo, il quadro nazionale e internazionale era grave. Con il passare del tempo e i cambiamenti dell'ambiente sociale, un migliaio di castelli eretti con sudore e fatica dai cinesi d'oltremare vennero abbandonati. Persero la bellezza di un tempo, e alcuni andarono addirittura in rovina.

Un'anziana di Kaiping dice di essere entrata per la prima volta nel Palazzo Mingshi dopo essersi accasata a He'anli. Adesso ha visitato dai sotterranei alla terrazza sul tetto, meravigliandosi di tutto. Ricorda che una volta l'allestimento del palazzo era molto elegante, e i mobili erano di legno pregiato, bellissimi….

Tra i castelli di Kaiping, il Palazzo Zhongren e le torri di guardia furono finanziati dai locali per proteggersi dai briganti, quindi hanno un aspetto esterno piuttosto semplice. Molti edifici residenziali sono opera di ricchi cinesi d'oltremare che cercavano il lusso e il prestigio, per cui all'interno contano molte sale con varie funzioni. Su ogni piano ci sono il soggiorno e le camere da letto, mentre il piano più alto è riservato alle tavolette degli antenati. Viste le loro esperienze di vita all'estero, nei castelli molte famiglie vivevano una vita di stile misto cinese e occidentale. I raffinati soprammobili, i lussuosi lampadari e i vecchi grammofoni occidentali disseminati nelle sale sono arrivati tutti sulle navi dall'estero. Nel frattempo i membri della famiglia usavano anche gli attrezzi agricoli più semplici e tradizionali del posto. Questo mix straordinario, questo incontro e integrazione tra le civiltà cinese e occidentale, si esprime alla perfezione nei castelli di Kaiping.

Gli uomini andavano a lavorare all'estero e tornavano raramente al paese natale. Alcuni, incapaci di accumulare il denaro per il viaggio, non vi fecero mai ritorno. Le donne rimaste nei castelli vivevano per lo più sole, consolandosi con l'allevare dei figli adottivi. Per la nostalgia, molti cinesi d'oltremare portarono con sé all'estero strumenti musicali come lo Yangqin, il salterio cinese. L'unica cosa che li collegava con i familiari erano le lettere che superavano l'oceano. Così per anni chi viveva nei castelli e chi lavorava all'estero si ricordava e si attendeva a vicenda. Per i cinesi d'oltremare, i castelli e i villaggi erano il simbolo dell'agognato ritorno a casa.

I villaggi di Kaiping, che risalgono al più presto al 14° secolo, hanno ereditato la tradizione della cultura architettonica cinese, quindi privilegiano le regole del Fengshui (la geomanzia cinese) sulla disposizione degli edifici, ma infrangono anche la tradizione. Infatti i contadini locali hanno integrato il gusto personale all'estetica e le esigenze abitative all'aspetto geologico locale, cercando di creare l'habitat migliore.

Rispetto ai castelli, le abitazioni tradizionali locali sono più basse e seguono l'andamento dei pendii dei monti, dall'alto in basso. Gli edifici posteriori sono più alti di due o tre mattoni rispetto a quelli anteriori. Questa disposizione garantisce un'ottima ventilazione e nessuno spreco di terreno, ed infrange la struttura espansa dei villaggi tradizionali cinesi, il che permette un orizzonte variabile e ritmato ai villaggi di Kaiping, e ne fa un esempio unico nella struttura dei villaggi tradizionali cinesi. Con questa pianificazione unificata, i castelli e i villaggi di Kaiping formano un paesaggio unico al mondo.

Guardando i villaggi da lontano, prima si vedono le abitazioni tradizionali, e dietro i castelli alti ed eleganti, che spuntano fra i boschi di bambù, come fossero a guardia dei villaggi, offrendo un sogno di vita sicura alla gente nei periodi di disordine.

Qui è registrata la storia del lavoro di generazioni di locali, questo è il luogo sognato da sempre dagli emigrati, a cui va la loro eterna nostalgia.

I castelli e i villaggi di Kaiping, nel Guangdong, sono incisi in modo particolare nella memoria culturale della Cina moderna.

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