La Residenza estiva imperiale e gli otto templi esterni di Chengde
  2014-11-20 15:36:52  cri
Nel massiccio di Yanshan, nel nord della Cina, fra cime maestose e sotto l'ombra di antichi alberi svettanti, compare un paesaggio del tutto diverso dai ripidi monti all'intorno.

Qui si trova un giardino grande il doppio del Palazzo d'Estate e otto volte la Città Proibita di Beijing. Gli splendidi palazzi, i padiglioni, le sale, le terrazze, i corsi d'acqua e i templi dorati ricordano un periodo d'oro dell'impero Qing, ricco di sogni e di gloria.

Siamo a Chengde, una città posta 230 km a nord-est di Beijing, che ospita il giardino imperiale più grande del mondo, la Residenza estiva imperiale di Chengde.

Nel 1703, 42mo anno di regno dell'imperatore Kangxi della dinastia Qing, dalla parte opposta del mondo la regina Anna di Gran Bretagna fece costruire Buckingham Palace sulle rive del Tamigi. Lo stesso anno, in aprile, lo zar Pietro il Grande fece costruire San Pietroburgo su un'isola alla foce della Neva. Contemporaneamente alla costruzione di San Pietroburgo da parte dello zar, l'imperatore Kangxi dell'impero Qing lasciò la capitale Beijing, dove già possedeva la Città Proibita e il Palazzo d'Estate, diretto verso nord, oltrepassò la Grande Muraglia al passo di Gubeikou e arrivò al fiume Rehe (Jehol), nel massiccio Yanshan, dal meraviglioso paesaggio naturale. Qui l'imperatore iniziò a costruisi un nuovo palazzo.

Per coincidenza, la Residenza estiva imperiale di Chengde, Buckingham Palace e San Pietroburgo comparvero al mondo nello stesso anno, tutti simboli della storia e della civiltà dell'umanità. Tuttavia, come centro politico e militare dell'impero, Buckingham Palace e San Pietroburgo vennero eretti al centro di importanti città. Perché la Residenza estiva imperiale di Chengde è lontana dalla capitale e nascosta fra i monti?

Il 7 settembre 1689, nella sala delle riunioni di un palazzo di stile russo a Nercinsk, i rappresentanti del governo della dinastia Qing ebbero degli accaniti dibattiti con quelli russi. Ogni progresso venne ottenuto a prezzo di un arduo confronto. Alla fine le due parti raggiunsero l'unanimità, firmando il famoso Trattato di Nercinsk, che demarcava il tratto orientale del confine tra Cina e Russia. La notizia arrivò subito a Beijing, dove l'imperatore Kangxi, che non vedeva l'ora di sapere il risultato delle trattative, si rese conto che nonostante la riuscita dei negoziati sulla demarcazione dei confini, prima o poi la Russia zarista avrebbe attaccato il nord-est della Cina. Il sovrano pensava che la Russia zarista fosse assolutamente la maggiore minaccia potenziale alla difesa del nord del paese. Dove si trovava la linea di difesa più efficace?

Nel 1690, un anno dopo la firma del Trattato di Nercinsk, il capo delle truppe di stanza al passo di Gubeikou della Grande Muraglia, Cai Yuan, presentò una lettera all'imperatore Kangxi che chiedeva il restauro del tratto della muraglia, danneggiato dal tempo e dalle intemperie. La lettera di Cai Yuan fece ricordare al sovrano il suo timore: se il nord-est della Cina fosse stato occupato dai russi, la Grande Muraglia sarebbe stata in grado di fermare l'invasione? Questa volta Kangxi non assecondò la richiesta di Cai Yuan di ricostruzione della Grande Muraglia, perché aveva in mente un'altra colossale strategia.

Nel 1691, un anno dopo la presentazione della richiesta di Cai Yuan, in alcune tende della prateria mongola di Dolun si tenne un'importante riunione. Keerke era una grande tribù mongola che per dei dissidi interni era separata in fazioni, anche se tutti aspiravano all'unità. Quando Kangxi arrivò nella prateria, approfittò dell'occasione per investire di titoli i nobili mongoli, rendendo di nuovo unita la tribù Keerke, che si assoggettò anche alla dinastia Qing. Il successo dell'incontro di Dolun chiarì la direzione del concetto di Kangxi di difesa delle frontiere nord: sostituire la Grande Muraglia con i feroci cavalieri mongoli per annientare l'ambizione zarista di occupare il nord della Cina, un'idea davvero straordinaria! In realtà Kangxi aveva avviato questo colossale progetto di difesa già dieci anni prima.

A nord della Grande Muraglia, l'imperatore Kangxi fece recintare un'ampia zona di prateria naturale sull'altopiano mongolo, vi stabilì la riserva imperiale di caccia di Mulan, e la dotò di truppe di stanza. Ogni anno in autunno, a capo di figli e nipoti, principi, ministri e decine di migliaia di soldati delle otto bandiere, l'imperatore raggiungeva la riserva di Mulan, congiungendosi con i re e i nobili mongoli che venivano dal nord. In realtà, la grande caccia di Mulan non era affatto un passatempo di corte, ma una grande esercitazione militare annuale. Decine di migliaia di soldati schierati e la bravura di Kangxi nel tiro con l'arco costituivano una minaccia che scoraggiava i principi mongoli dal rivoltarsi. Inoltre, attraverso l'assegnazione di titoli, le alleanze, l'assistenza economica e altre intelligenti politiche, Kangxi riuscì a guadagnarsi la sottomissione delle rissose tribù mongole. In questo modo, nel nord della Cina, tra l'impero Qing e l'impero zarista, sull'ampia prateria mongola, le tribù mongole formarono una cintura di difesa di impareggiabile forza e un'enorme roccaforte esterna alla Grande Muraglia.

Per consolidare la roccaforte costituita dalle tribù mongole, in modo che rimanesse a perenne servizio della dinastia, Kangxi decise di costruire una Grande Muraglia immateriale nel cuore dei monti Yanshan, dove cresceva solo erba selvatica, portando la vera linea di difesa fin nel cuore della Mongolia. Nel 1693, a Rehe, tra il passo di Gubeikou e la riserva di caccia di Mulan, fece costruire un palazzo temporaneo, di cui non solo scelse personalmente la posizione, ma disegnò e guidò anche personalmente i lavori. Questi terminarono dopo cinque anni, formando inizialmente la futura Residenza estiva imperiale di Chengde, grande il doppio del Palazzo d'Estate di Beijing. Sull'ingresso principale, Kangxi calligrafò i quattro caratteri "Bi Shu Shan Zhuang" (residenza estiva montana).

Nel 1711, la mattina di un giorno del suo 50mo anno di regno, l'imperatore Kangxi entrò con orgoglio e fiducia in questa residenza da lui eretta al di là della Grande Muraglia.

Nell'antica Cina, per raggiungere dal nord le pianure centrali esistevano solo tre vie: la prima arrivava dall'altopiano mongolo e attraversava il passo di Jurongguan della Grande Muraglia; la seconda attraversava la cintura collinosa a nord dei monti Yanshan ed entrava nel passo di Gubeikou; la terza percorreva le coste del Mare Bohai fino al passo di Shanhaiguan. La Residenza estiva di Chengde venne eretta proprio sulla via centrale che dal nord porta alle pianure centrali, una scelta di Kangxi in vista di un ruolo ancora più importante della Grande Muraglia tradizionale: in direzione nord, permetteva di arrivare in Mongolia interna ed esterna, in direzione nord-ovest di raggiungere le tribù mongole e Hui, fino al Xinjiang, in direzione est di arrivare alle regioni nord-orientali, e in direzione sud di controllare le pianure centrali.

La Grande Muraglia progettata da Kangxi è proprio la Residenza estiva di Chengde, nascosta fra gli alti monti al di fuori della Grande Muraglia. In questo modo, il sovrano riuscì ad occultare i suoi profondi e complessi motivi politici e militari nel silenzioso giardino di Rehe, dove arte e politica si mescolano in magnifici paesaggi lacustri, profumati di incenso.

Nonostante i motivi politici alla base, la residenza estiva diventò un classico esempio di integrazione tra palazzi e giardini imperiali.

L'area edificata della Residenza estiva imperiale di Chengde, che costituisce il maggiore insieme architettonico, si trova sulla riva sud. Qui gli imperatori vivevano, trattavano gli affari politici, ricevevano gli ospiti importanti e tenevano le cerimonie ufficiali. Anche se si tratta di una residenza imperiale, gli edifici presentano uno stile completamente diverso da quelli, splendidi e maestosi, della Città Proibita di Beijing, Qui sono semplici, con scarsi motivi decorativi: le basi delle colonne sono basse, e gli edifici in mattoni e tegole grigie sono privi di decorazioni policrome, nello stile delle abitazioni popolari del nord della Cina. Questo forte contrasto intende dimostrare la determinazione dei sovrani Qing di governare con impegno il paese.

A nord del complesso architettonico si trova la zona lacustre, che riproduce molti celebri paesaggi del sud della Cina.

La diga "Zhijingyundi", realizzata all'inizio dei lavori della residenza, imita la Diga di Su, sul Lago dell'Ovest, a Hangzhou, nel sud della Cina, ed è collegata in direzione ovest ad un'isola artificiale, su cui si trova il giardino "Huanbi", nello stile tipico del sud della Cina.

All'estremità nord della Diga "Zhijingyundi" si trova "L'oasi della felicità", un giardino con edifici semplici e grezzi nello stile del nord della Cina.

A nord, l'Oasi della felicità è collegata ad un'altra isola che contiene un complesso di edifici che imitano il padiglione "Yanyu" (foschia dopo la pioggia) di Jiaxing, nel Zhejiang, nel sud della Cina. Quando si sale sul padiglione dopo la pioggia, il cielo e l'acqua hanno lo stesso colore e il lago e i monti sono immersi nella bruma.

Nel lago c'è un'altra isola, chiamata "Jinshan" (del monte dorato), il nome di un'isola sul Fiume Azzurro, a Zhenjiang, nel Jiangsu. Durante le sue ispezioni nel sud, l'imperatore Kangxi la visitò spesso, e tornato a Beijing la fece riprodurre nella Residenza estiva di Chengde.

Nell'angolo nord-est della Residenza estiva imperiale di Chengde spicca un'alta pagoda, la "Pagoda della sarira" del tempio Yongyou, costruita a imitazione della pagoda Liuhe di Hangzhou.

Inoltre, sui monti a nord, le mura che circondano l'intera residenza assomigliano alla Grande Muraglia.

A nord della zona del lago si trova una zona pianeggiante che fa pensare alle grandi praterie del nord della Cina.

La zona montuosa occupa l'80% della superficie totale della residenza. I giardini normalmente hanno scopi ricreativi, quindi devono essere comodi e piacevoli, con l'aggiunta a volte di collinette artificiali come decorazione. Tuttavia qui includono una serie di monti veri e propri. In generale, la residenza riproduce una serie di paesaggi dell'intera Cina: i monti a nord-ovest fanno pensare al Tibet e al Xinjiang; il giardino "Wanshu", al centro, è un misto di praterie mongole e foreste del nord-est, e i palazzi e padiglioni nella zona orientale presentano lo stile del sud.

L'intero complesso architettonico presenta una struttura alta ad ovest e bassa ad est, come fosse una miniatura del territorio cinese, e un modello di impero che unifica il mondo.

Dieci anni dopo il completamento della residenza, l'imperatore Kangxi festeggiò il suo sessantesimo compleanno. I capi delle tribù mongole vennero a presentare i loro auguri e approfittarono dell'occasione per esprimere l'intento di finanziare la costruzione di templi per commemorare la benevolenza imperiale. Kangxi approvò la richiesta. Così sulla riva est del fiume Wuliehe, all'esterno della residenza, venne eretto il tempio Puren, il primo, che segnò l'inizio della costruzione degli otto templi esterni.

Una volta salito al trono, l'imperatore Qianlong, nipote di Kangxi, fece effettuare un grande ampliamento della residenza.

Il giardino "Wenyuan Shizilin", a est del complesso dei palazzi, fu costruito sulla base del giardino omonimo di Suzhou, molto apprezzato da Qianlong durante i suoi viaggi nel sud della Cina. Le colline e le acque del giardino esprimono perfettamente lo stile dei giardini del sud.

Il padiglione "Wenjinge", la biblioteca, è un'esatta riproduzione del padiglione "Tianyige" di Ningbo, nel Zhejiang.

Il giardino "Wanshuyuan" comprende anche una tenda mongola in cui Qianlong offriva banchetti ai nobili mongoli.

Fra i 36 paesaggi inseriti da Qianlong, il portale di ingresso "Lizheng" è il più importante. Al di sopra si trova una tavola con il nome calligrafato dall'imperatore in cinque lingue, mancese, tibetano, cinese, uygur e mongolo, una cosa rara al tempo, ed anche un segno che la dinastia mancese Qing governava un paese multietnico.

Nel 1755, 20mo anno di regno di Qianlong, all'interno della tribù mongola Dzungar scoppiarono degli accaniti scontri per il passaggio dei poteri. Il governo Qing inviò delle truppe, che repressero la sommossa etnica scatenata dal capo degli Dzungar, Dawaachi, ed eliminarono le forze di Amarsanaa che si erano sottomesse alla Russia dopo la ribellione, ottenendo una completa vittoria nella pacificazione degli Dzungar. Soddisfatto dei risultati, nell'ottobre dello stesso anno l'imperatore Qianlong, in segno di rispetto per le usanze mongole, ordinò la costruzione del Tempio Puning, un'esatta riproduzione del tempio tibetano di Samye. Si tratta di un tempio di stile misto sino-tibetano: la sala di stile cinese, la pagoda bianca di stile tibetano, e la pagoda lamaista con pareti tibetane e tetti arcuati cinesi. La costruzione del tempio facilitò le attività religiose delle minoranze etniche. La sala Dacheng è la sala principale del tempio Puning, in cui viene venerata una statua in legno dorato di Avalokitesvara dalle mille braccia, alta 22 metri, ampia alla vita 15 metri e pesante 110 tonnellate. La statua presenta una struttura portante in legno, ricoperta di strati di legno su cui sono incise le pieghe dell'abito, nastri, collane e altri motivi decorativi, poi ricoperti di lamine d'oro. Si tratta della statua buddista in legno più grande e più pesante del mondo.

Nel 1760 l'imperatore Qianlong festeggiò il suo cinquantesimo compleanno. Al tempo l'impero Qing era entrato in un periodo di grande prosperità economica e solidarietà etnica, per cui il sovrano decise di tenere dei grandi festeggiamenti, e ordinò la costruzione del tempio Putuo Zongcheng, il più grande degli otto templi esterni. "Putuo Zongcheng" è la traduzione cinese del termine tibetano "Potala", e visto che ne costituisce una miniatura, è anche chiamato "Piccolo Potala". L'obiettivo di Qianlong era rafforzare il controllo delle zone di confine, in particolare del Tibet.

Nel 1778, il sesto Panchen Lama, saputa la notizia delle cerimonie in celebrazione del 70mo compleanno dell'imperatore Qianlong, si preparò a presentarsi a corte. In qualità di capo religioso, il Panchen godeva di una posizione molto alta fra le minoranze etniche del nord della Cina. Per accogliere adeguatamente questa importante visita personale, ottenere la fedeltà dei mongoli e dei tibetani e consolidare i confini. Qianlong decise di costruire un palazzo temporaneo per il Panchen, per cui scelse come sito un pendio a nord della Residenza estiva di Chengde, a est del tempio Putuo Zongcheng. Imitando la struttura architettonica del monastero Tashilhunpo di Xigatse, sede del Panchen, l'imperatore fece costruire il monastero Xumifushou (fortuna, longevità e felicità). Partito da Xigatse nel giugno del 1779, il corteo del Panchen Lama comprendeva un centinaio di monaci di alto livello e duemila esponenti religiosi e laici, e raggiunse Chengde dopo un viaggio di più di un mese. L'arrivo del Panchen rivestì un particolare significato per la promozione della solidarietà con le minoranze etniche.

Durante il regno di Qianlong, intorno alla residenza estiva di Chengde vennero anche costruiti i templi Puyou, Anyuan, Luohan, Shuxiang, Guangan e Guangyuan, che adottano tre stili architettonici, Han, tibetano, e misto, a simbolo della volontà di inclusione della dinastia Qing. Questi templi circondano la residenza come le stelle intorno alla luna, formando il complesso architettonico buddista più grande della Cina. Inoltre per i tetti vennero usate tegole di ottone dorato e di maiolica, che brillano al sole, in netto contrasto con la semplicità dei palazzi imperiali.

Nel 1860, la Residenza estiva di Chengde accolse il settimo imperatore Qing, Xianfeng, ma questa volta il sovrano arrivò per sfuggire alle truppe alleate anglo-francesi che avevano invaso Beijing. Da allora, Xianfeng non tornò mai più a Beijing.

Superato l'ingresso principale della Residenza estiva di Chengde, si incontra la sala Danbojingcheng, dove gli imperatori trattavano gli affari di Stato. Qui Kangxi e Qianlong ricevettero molti capi delle minoranze etniche. Dietro si trovano i quartieri privati imperiali: alla sala principale Yanbozhishuang, si affianca a ovest il padiglione Xinuange, la stanza da letto dell'imperatore, dove morì Xianfeng. Di seguito, gli imperatori Qing non vennero più nella residenza, che venne abbandonata.

Con la sua graduale chiusura, il periodo d'oro di Kangxi e Qianlong terminò, e la dinastia Qing cominciò a declinare.

Dopo tante vicende, ora rimangono la trasparente acqua dei laghi e le ombre dei monti della Residenza estiva di Chengde.

Come sfondo dell'ultima dinastia imperiale cinese, per più di 200 anni la residenza è rimasta in silenzio fra i monti, all'esterno della Grande Muraglia. La sua speciale arte dei giardini e la sua tipica architettura, che riflettono lo sfondo politico del tempo, la rendono un grandioso complesso architettonico nella storia cinese e anche una miniatura della cultura tradizionale del nostro paese.

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