Scolpire l'Anima di una Nazione: Mostra internazionale dell'Arte Scultorea di Wu Weishan
  2014-11-20 15:47:10  cri

Il 23 dicembre, presso le sale di Palazzo Venezia a Roma, è stata inaugurata ufficialmente la mostra internazionale itinerante dell'arte sculturea di Wu Weishan, intitolata "Scolpire l'Anima di una Nazione". Eminente scultore dell'arte moderna cinese, le sue opere hanno subito l'influenza dell'arte occidentale e questa fusione tra Occidente e Oriente reinterpretata dall'artista ha attirato l'attenzione del pubblico.

"Scolpire l'Anima di una Nazione" espone un'accurata selezione di 23 opere scelte tra le centinaia prodotte dal Maestro Wu Weishan, dal 1992 ad oggi, e si articola in tre importanti sezioni Dialogo con i grandi Maestri, Dialoghi con la realtà e Dialogo con il popolo sofferente.

Nella prima sezione "Dialogo con i grandi maestri" sono esposti i ritratti di personaggi celebri. Tra i più suggestivi in mostra, Leonardo Da Vinci e Qi Baishi in sogno: l'autore dà forma alla materia immaginando una "conversazione" tra il maestro rinascimentale e il pittore moderno cinese. L'autore rende omaggio ai due grandi maestri e al dialogo tra Cina e Italia entrambi paesi con una lunga tradizione culturale. In un'altra opera molto interessante troviamo due personaggi della cultura cinese, Confucio chiede il Tao a Laozi, e qui si racconta la sapienza antica della Cina.

Nella seconda sezione Dialogo con la realtà troviamo il senso dell'artista rispetto al mondo degli affetti, in particolare egli indaga i sentimenti dell'infanzia rappresentando le figure dei bambini; in mostra Bambino dormiente, con cui il Maestro, nel 2003, vinse il Premio Pangolino e diventando membro della Società Reale degli Scultori Britannici e che la Regina Beatrice dei Paesi Bassi commenta così: "Le statue di bambini del professor Wu evocano l'essenza dell' innocenza. Questo lavoro incarna tutto ciò che vuol dire essere un bambino".

La terza sezione Dialogo con il popolo sofferente, l'invocazione dell'umanità – Gruppo di sculture delle Vittime nel Massacro di Nanchino ‐ La Fuga mostra una serie di sculture dei cinesi vittime del Massacro di Nanchino del 1937: l'autore si immerge nella storia e scolpisce la memoria delle vittime in una preghiera di bronzo e marmo, dura e potente. Il gruppo di sculture Vittime del Massacro di Nanchino è tra le opere più conosciute di Wu Weishan per il messaggio di pace di cui è divenuto simbolo.

Il giorno stesso, l'ambasciatore cinese in Italia, Ding Wei, nel suo discorso inaugurale, ha osservato che sia per gli italiani che per i cinesi, le opere di Wu Weishan sono pervase da un spirito di innovazione e crede che questa mostra diventerà un altro importante ponte per gli scambi culturali tra Cina e Italia.

Ding Wei ha ricordato che come ambasciatore cinese in Italia, gli viene sempre chiesto che similitudini ci sono cinesi e italiani. Secondo lui, ci sono tante cose simili, tra queste la più importante è che sia i cinesi che gli italiani rispettano e apprezzano la storia, la cultura, l'arte e la creazione. Negli ultimi anni, gli scambi culturali tra Cina e Italia sono stati sempre più frequenti e sempre più opere artistiche italiane sono state accolte e apprezzate dai cinesi. Nel 2006, l'Anno Culturale dell'Italia in Cina ha vissuto enormi successi e migliaia e migliaia di cinesi sono riusciti ad avvicinarsi alle opere italiane. L'anno scorso, durante l'Expo di Shanghai 2010, il padiglione d'Italia era tra i più visitati; Ora a Beijing, al Museo Nazionale cinese, è esposta la mostra intitolata "Il Rinascimento a Firenze: capolavori e protagonisti" che ha attirato l'attenzione di tantissimi cinesi. Nei primi giorni, per entrare nella sala, si doveva fare una file di oltre due ore. Il direttore della Galleria Nazionale cinese ci ha detto che ogni giorno la mostra accoglie quasi 30 mila visitatori. Quindi il Rinascimento italiano, i grandi maestri rinascimentali quali Tiziano, Raffaello, Michelangelo, sono ormai i nomi più conosciuti dai cinesi.

"Oggi, sono molto lieto di vedere la mostra di scultura del famoso scultore cinese Wu Weishan esposta al Museo Nazionale. Wu Weishan, rinomato artista in Cina, è il direttore dell'Istituto della Scultura cinese. Le sue opere sono state esposte in moltissime città del mondo. Quest'anno, le sue opere sono state esposte a New York, presso la sede generale dell'Onu, poi alla galleria dell'Accademia delle Belle Arti in Gran Bretagna, poi qui a Palazzo a Venezia e successivamente a Louvre in Francia. Secondo i cinesi e gli italiani le sue opere sono fresche e possiedono un spirito innovativo. Questa volta, per la mostra a Roma, l'artista ha appositamente creato un'opera nuova, ossia il dialogo tra Leonardo da Vinci e Qi Baishi. Le sue opere hanno molte particolarità. Innanzitutto, la forma è molto peculiare. Egli ha assorbito le influenze di altre eccellenti opere artistiche cinesi e straniere e su questa base ha creato una propria produzione e innovazione. In secondo luogo, tutte le sue opere hanno un'essenza accattivante che ci permette di percepire i pensieri dei protagonisti delle opere, le loro riflessioni, i loro discorsi o i loro sfoghi. In ultimo, parlando più in generale, le sue opere concentrano in sé tutta la cultura millenaria della nazione cinese, il dolore, la tenacia ed i sacrifici fatti dal suo popolo".

Wu Weishan è tra i più importanti scultori della nuova generazione cinese, giunto alla sua maturazione artistica in seguito all'apertura della Cina negli anni '80. Dal 1998, le sue sculture sono state esposte in Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Olanda, Corea del Sud, Tokyo, Hong Kong, Macao e Taiwan. Precursore di un nuovo stile di scultura a mano libera, la sua tecnica è aperta a sperimentazioni e ibridazioni; come dice l'artista stesso "con la scultura tento di portare avanti lo spirito della cultura cinese attraverso forme d'arte più innovative".

Wu Weishan respira, fin dai primi anni della sua vita artistica, le influenze delle tecniche occidentali combinando queste suggestioni alle sue tradizioni. Durante i suoi soggiorni in Europa e in America approfondisce gli studi avvicinandosi in particolare ad alcuni grandi maestri come Michelangelo, Giovanni Lorenzo Bernini, Marino Marini e Giacomo Manz. Il suo è uno stile che unisce le tecniche antiche dell'espressionismo cinese, dalla scultura delle grotte all'arte popolare, dalla calligrafia alla pittura tradizionale, con il realismo e l'espressionismo moderno occidentale. Un metodo assolutamente originale che fonde i piani, i corpi, la forma con le linee delle montagne per modellare le figure, portando la scultura in uno spazio più ampio. La sua attenzione è rivolta all'equilibrio della massa, al senso di spiritualità che essa invoca, che ottiene attraverso l'abbandono delle strutture fisiologiche e prestando attenzione alla sola proporzione dei pesi.

Nel corso dei suoi vent'anni di carriera, Wu Weishan ha creato oltre 500 sculture rappresentando una vasta scelta di soggetti. L'opera principale del Maestro Wu è la scultura di ritratti di personaggi famosi appartenenti sia al passato che alla storia moderna. Nel corso degli anni ha realizzato sculture di oltre 200 celebrità cinesi e straniere, fra cui quelle di Qi Baishi, tra i più importanti e riconosciuti artisti della pittura moderna cinese, di cui alcune opere sono state esposte proprio a Palazzo Venezia nel 2011. Chen Ning Yang, premio Nobel per la Fisica, Shiing‐shen Chern, illustre matematico, fino ad arrivare ai grandi personaggi del mondo occidentale come Leonardo da Vinci, con una sua scultura in mostra, la Regina Beatrice dei Paesi Bassi, che nel 1996 invita il Maestro Wu a recarsi in Olanda desiderosa di essere ritratta in una scultura.

Nel suo discorso durante la cerimonia d'apertura, Wu Weishan ha esordito con un famoso proverbio, "Tutte le strade portano a Roma".

"E' un grande onore vedere le mie opere esposte a Roma, capitale della scultura mondiale dopo che queste ultime sono state esposte a settembre presso la sede generale dell'Onu a New York. Questi lavori che coprono un arco temporale che va dal famoso maestro taoista Laozi al bambino sdraiato moderno e le sculture di Leonardo da Vinci e Qi Baishi, superano lo spazio millenario tra Europa ed Asia, e si ergono nella solenne sala di Palazzo Venezia incontrando amici di tutto il mondo. Il bronzo ha i propri suoni, la pietra il proprio calore e la scultura la propria anima."

Alla cerimonia d'apertura della mostra, il consulente del presidente italiano, Tito Lucrezio Rizzo, che ha vissuto in Cina per 8 anni ha ricordato le sue esperienze nel mondo orientale e gli scambi culturali tra Cina e Italia negli ultimi anni. Tutto ciò gli ha permesso di conoscere l'esistenza di valori comuni, il significato della scultura per interpretare l'arte universale.

"Sono molto onorato di potere partecipare a questo evento straordinario che mi riporta alle esperienze altretanto intensa che ho avuto di effettuare personalemente otto anni or sono in Cina. E lì, mi resi conto che di grandi affinità fra la cultura del popolo cinese e le tradizioni del nostro popolo. Nell'aereo che mi portava in Cina, c'era la statua di Giulietta che adesso si trova a Ningbo. Nello stesso modo, la statua dei due fidanzati di Ningbo che sono stati trasformati in farfalle, si trovano adesso a Verona. E dunque a livello affettivo, la Cina sviluppava una fiaba simile a quello che al mondo occidentale era stata verificata con la mitologia di Eros e Psiche identica, identico simbolismo. Dal punto di vista poi di sintonia sul senso di giustizia, ricordo che un'armata romana nel 53 AC andò in Cina, l'armata romana era la più potente del mondo di allora eppure fu sconfitta dalle armate cinesi, erano circa 20.000 uomini guidati da Crasso, alcuni però dei superstiti rientrarono a Roma e al Senato riferirono di avere trovato in Cina lo stesso culto per i morti, gli sponsali, il rispetto per la parola data, il rispetto della vita. E per concludere, e non abusare della vostra cortesia, non posso non ricordare come in Confucio e in Platone ci sono delle singolari sintonie, nella distinzione tra la classe colta ed il popolo. Per la classe colta, diceva Platone e diceva Confucio, che sicuramente non si conoscevano, era sufficiente l'impegno della parola data, vale a dire la legge morale, l'etica, per il popolo che non ha il supporto di una profonda cultura, occorre invece il diritto con le sue sanzioni. Un grande filosofo del diritto italiano, diceva che il diritto è in un certo qual modo è la negazione della morale perche mano a mano che si eleva il senso morale non c'è più bisogno di un sistema di norme. Questa premesso credo non sia inutile per spiegare come un fattore straordinario di pace tra i popoli sia dato dal riconoscere l'esistenza di valori condivisi, sia a livello sentimentale, come il valore dell'amore e dell'amicizia, sia a livello razionale come dato percepire il senso della giustizia. E quale sistema migliore di comunicazione possiamo trovare rispetto alla musica o all'arte. Io ho sentito superbe interpretazioni di pagine immortali della musica classica dell'Occidente realizzate da artisti cinesi. Mi piacerebbe che anche in Occidente ci fossero talenti altrettanto elevati da eseguire con tali maestrie pezzi sublimi di cui io ne godo quotidianamente di musica tradizionale cinese. Ma diamo tempo al tempo. Dal punto di vista della raffigurazione artistica è bello ricordare che la scultura è uno dei fiumi che costituiscono il mare universale dell'arte e questo contribuisce ad acuire la sensibilità delle genti verso il culto del bello, del vero, del buono e a renderle quindi consapevoli della loro fratellanza".

Nell'ottica di Tito Lucrezio Rizzo, Wu Weishan è uno scultore poliedrico che egli ha apprezzato tantissimo.

"Il professore Weishan che oggi abbiamo avuto l'onore di incontrare ed è stato già detto, è uno scultore poliedrico, non soltanto ha realizzato opere di personaggi insigni come Confucio o di grandi uomini della storia cinese, ma anche di gente semplice, perchè in effetti, l'arte non conosce distinzione di classe sociali, l'arte nella sua universalità e democratica, e l'unica distinzione che c'è nell'arte si distingue tra il bello e il brutto. Le sculture del professore Weishan sono esposte già in maggiori università, a Cambridge e all'Onu. E adesso anche in Italia, può contemplare la felice sintesi tra suggestioni classicheggianti, e linearità modernissime nella loro sobria arditezza. Questa è l'anima della Cina contemporanea che lui ha mirabilmente interpretato, dove la modernizzazione procede nel saldo ancoraggio della tradizione, tradizione di un popolo che nel corso della storia ha conosciuto immani sofferenze e tragedie, pur essendo pacifico per sua natura, la Grande Muraglia è il segno visibile. Di una struttura difensiva, non aggressiva. Ora è il momento della Cina. L'America è stato il nuovo mondo del secondo millennio. La Cina è il nuovo momento del terzo millennio e l'arte sarà un momento privilegiato d'incontro tra questo nuovo mondo che potrebbe realizzare meglio di chiunque altro, una sintesi fra presente e passato. Oggi noi vedremo, ammireremo delle sculture che sono simbolo di gioia, di speranza e di coraggio e di sogni che accompagnano la nuova primavera di una nazione e che attraverso il recupero delle sue radici storico-culturali è protesa ad ammirare la bellezza incontaminata dell'ideale che rischiara il cammino del singolo uomo come della nostra intera umanità".

Tito Lucrezio Rizzo, conosce da tanti anni le opere di Wu Weishan, e questa mostra sarà un'ottima occasione per conoscerle ulteriormente. Rizzo ha dichiarato che la Cina sta vivendo ora il suo "Rinascimento".

"In Italia, il Rinascimento avviene riscoprendo l'arte del passato, del mondo greco e del mondo romano. La Cina, che è allora la più grande civiltà del terzo millennio, sta facendo la stessa cosa che fece l'Italia. Il Rinascimento cinese è recupero della tradizione, da Confucio e da tutte le tradizioni filosofiche e artistiche. La bellezza di questo vostro artista è di essere un punto di contatto con il passato, il presente e il futuro. E per questo le opere delle vostre sono proprio l' immagine della Cina moderna. L'armonia tra la tradizione e l'innovazione, questo è molto bello, e in questo siamo molto fratelli e molto vicini, simili."

Attraverso esplorazioni e sperimentazioni di oltre trent'anni, le sculture di Wu Weishan riescono ad unire l'arte cinese e occidentale, formando un stile unico e moderno. Fan Di'an, direttore della Galleria Nazionale cinese, ha altamente apprezzato la performance artistica di Wu Weishan. Dal suo punto di vista, l'arte di Wu Weishan rispecchia a pieno l'essenza culturale di una Cina aperta. Questa essenza fa onore alle grandi creazioni dell'uomo ma svela anche la creatività dell'artista stesso.

"Wu Weishan è un artista di spicco che ha iniziato la sua carriera durante il periodo dell'apertura cinese e le sue opere hanno riflettuto molto bene lo spirito della cultura cinese, ossia rispettare tutte le grandi creazioni dell'uomo, e nel frattempo sviluppare pienamente le proprie creazioni. Nelle sue opere, si vedono sia elementi dell'arte occidentale in primis quella italiana, sia elementi tradizionali cinesi. La sua è un'arte tematica sul dialogo ma anche un'arte che, superando i confini culturali, ci permette di apprezzarla e goderne. Da anni gli artisti cinesi si sono recati a Roma per camminare tra le architetture e sculture ed ammirare da vicino la magnificenza artistica creata dall'uomo. In questa occasione, mi auguro quindi che gli amici presenti possano intraprendere lo stesso cammino tra le opere di Wu Weishan, e grazie al quale sicuramente ci sentiremo più vicini e più fiduciosi nei futuri scambi tra Cina ed Italia".

All'innaugurazione della mostra, Annamaria Buzzi, Direttrice generale per la valorizzazione del patrimonio culturale del ministero per i beni e le attività culturali ha anche parlato di sopranazionalità dell'arte e gli scambi culturali tra Cina ed Italia. Ascoltiamo le sue parole:

"L'arte ha un valore sopranazionale, e non ha confini, e non ha bisogno di mediazioni particolari per essere espressa, si comprende chiaramente da sola. Il valore dell'arte è un valore soprattutto di pacificazione tra i popoli, un messaggio di coesione, di interculturalità che va al di là di quelli che sono i confini che l'arte può in sé rappresentare in Italia. Il nostro impegno è stato già rimarcato dagli interventi precedenti, ed è quello di continuare la collaborazione con la Cina, che ha portato un memorandum di intesa che è stato sottoscritto l'anno scorso e che è un memorandum che ha validità pluriennale. Il nostro è stato ricordato e con vivo piacere ho appreso delle cifre che sapevamo importanti ma non tali da addirittura toccare i 30 mila visitatori giornalieri e le file davanti al museo per assistere, per poter vedere questa importante opera sul Rinascimento. Noi vogliamo essere invasi dai cinesi,essere invasi pacificamente, perché il nostro obiettivo è mandare i nostri ambasciatori che si chiamano Leonardo, Michelangelo, Lippi, perché sono i nostri ambasciatori nel mondo affinché i cinesi, un miliardo e quattrocento milioni siete, e quindi il nostro Paese, vedete, nel mondo, sicuramente che questo è il primato che noi abbiamo, un primato che nessuno potrà mai negarci e abbiamo in questo momento come paese necessità di investire nel valore culturale del nostro Paese perché l'arte può costituire quel messaggio, quel volano per la ripresa del nostro Paese, la ripresa economica del nostro paese, quindi i nostri ambasciatori aspettano, anche l'1% dei cinesi in Italia come visitatori delle nostre pinacoteche ma del nostro paese, perché il nostro paese è bello al di là delle opere che noi esportiamo e può costituire un momento non soltanto di interscambio ma anche, appunto, di ripresa in tanti settori, penso al turismo, penso quindi ad una facilità per poter raggiungere il nostro paese, una facilitazione negli scambi anche culturali".

Questa iniziativa è inquadrata nell'ambito della collaborazione e degli scambi culturali sino-italiani. Al riguardo facciamo un passo indietro; nell'ottobre del 2010 i ministri della cultura dei due Paesi hanno firmato a Roma il "Memorandum d'Intesa per la Promozione del Patrimonio Culturale" il quale, in uno dei suoi principali capitoli, prevede che nell'arco di cinque anni vengano istituiti uno spazio espositivo dedicato all'Italia presso il Museo Nazionale della Cina e, viceversa, uno spazio espositivo dedicato alla Cina a Roma presso Palazzo Venezia; garantendo in tal modo una mutua conoscenza nell'ambito dello sviluppo delle civiltà e delle creazioni artistiche dei due Paesi.

La dottoressa Daniela Porro, sovrindendente per il patrimonio storico, artistico e antropologico e per il Polo Museale nazionale della città di Roma, ci ha illustrato le attività organizzate negli ultimi anni dagli enti governativi di Cina e Italia.

"Sono state realizzate tante altre mostre nel corso del 2011, vorrei ricordare quella dedicata ad un personaggio italiano molto amato in Cina che è Padre Matteo Ricci, una mostra bellissima realizzata dalla regione Marche, e poi ancora una mostra a Pechino al World Art Museum, dedicata a restauro dell'arte napoletana, in occasione del quale, sono state prestate alla Cina opere straordinarie di Manzù, Capodimonte di Napoli e ancora la bellissima mostra sempre nel 2011, della collezione della Galleria nazionale degli Uffizi al CAFA Art Museum e qui il presidente del Namoc del 2011 proprio qui a Palazzo Venezia si è svolta una importante mostra di pittura moderna contemporanea cinese".

Quindi..tante cose condivise tra i due popoli per conoscere reciprocamente meglio la storia, cultura, soprattutto l'arte e tante cose da condividere certamente in futuro tra Cina e Italia.

In conclusione, possiamo dire che nel visitare questa mostra, il pubblico non solo potrà ammirare lo stile adottato da uno dei più grandi maestri della scuola moderna cinese, ma potrà anche fare una riflessione interculturale: Italia e Cina sono due paesi che hanno grandi tradizioni artistiche, Scolpire l'anima di una nazione, è non solo una nuova partenza, ma anche un processo di rinnovazione artistica che si estende verso il futuro mostrando maggiori possibilità e grande vitalità.

 

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