Le Grotte di Yungang, a Datong, rappresentano il primo, splendido esempio di arte rupestre cinese. La sua costruzione delle Grotte di Yungang si interruppe quando l'imperatore Tuoba Hong nel 493 d.C. trasferì la capitale da Pingcheng, l'attuale Datong, a Luoyang. In seguito l'imperatore ordinò di costruire un altro capolavoro dell'arte rupestre nella sua nuova capitale nella pianura centrale: le Grotte di Longmen, inserite nel Patrimonio culturale mondiale nell'anno 2000.
Longmen, la porta del drago, si trova alla periferia sud di Luoyang, a 12 km dalla città. Il nome deriva dalla presenza di due monti posti fronte a fronte, simili ad una porta di pietra. La costruzione delle grotte durò più di 400 anni, e vide l'alternarsi di 6 dinastie: Wei settentrionali, Wei orientali e Wei occidentali, Zhou settentrionali, Qi settentrionali, Sui e Tang. Le oltre 2100 grotte ospitano più di 100 mila statue buddiste, circa 3600 iscrizioni e una quarantina di pagode. L' enorme dimensione e il maestoso stile artistico sorprendono ogni visitatore.
La costruzione delle Grotte di Longmen iniziò dalla grotta Guyang. Nel settembre dell'anno 493, l'imperatore Xiaowen, Tuoba Hong, dei Wei settentrionali, unificò il nord della Cina, e trasferì la capitale da Pingcheng, nel nord, a sud della Grande Muraglia, a Luoyang, nella pianura centrale. Di pari passo, spostò la costruzione delle grotte da Yungang a Longmen. La Grotta Guyang venne dedicata all'imperatrice Feng, nonna dell'imperatore Xiaowen, deceduta tre anni prima. A questa piccola grotta vennero quindi affidate la nostalgia e il dolore dell'imperatore.
Sulla facciata il Budda Sakyamuni è raffigurato seduto a gambe incrociate nella posizione della meditazione, con ai lati due Bodhisattva in posizione eretta, dal viso fresco e dall'aspetto quieto e solenne. Dallo spessore delle pieghe degli abiti, si nota che nelle Grotte di Longmen le statue non sono più "magre" come a Yungang, tuttavia i bordi decorativi delle nicchie e le raffinate aureole dei Budda indicano che la bellezza "magra" era ancora prevalente al tempo dei Wei settentrionali. Di pari passo con l'inizio della costruzione delle Grotte di Longmen, l'imperatore Xiaowen diramò un decreto che imponeva alla sua gente la lingua, i costumi e cognomi Han. L'imperatore stesso rinunciò al suo cognome Tuoba, sostituendolo con Yuan. Ecco il suo grande, vero obiettivo: il regime stabilito da una minoranza etnica, se voleva ottenere il riconoscimento della numerosa popolazione di etnia Han, non poteva che rinunciare al suo status e apprendere onestamente la civiltà agricola più avanzata degli Han, solo così poteva rafforzarsi e continuare.
Nell'aprile dell'anno 497, il principe ereditario, che aveva tentato di tornare a Pingcheng per ribellarsi, venne fatto uccidere dal padre, l'imperatore Yuan Hong. Questo sovrano che creò lo splendore della dinastia dei Wei settentrionali, represse con la forza, in modo crudele, i nobili Xianbei contrari alla sua politica di sinizzazione. Queste statue buddiste registrano chiaramente l'aspirazione di Yuan Hong e dei suoi sostenitori Xianbei di rinunciare alla rozzezza dei nomadi e di perseguire con impegno la raffinatezza degli Han.
Nel passaggio dai nasi alti e lisci delle statue di Yungang a quelli grossi e tondi di Longmen, gli artigiani espressero la benevolenza del Budda e anche la speranza di avvicinarsi all'etnia Han. Le figure di apsaras, che a Yungang hanno ancora dei tratti grezzi, a Longmen diventano svelte e delicate, presentando ovunque la snellezza tipica delle donne Han. Indubbiamente, furono proprio l'imperatore Xiaowen, Yuan Hong, e i suoi cavalieri Xianbei armati di frecce ad aprire la pagina di splendore delle dinastie Sui e Tang nella storia cinese.
Nell'anno 675, Longmen, rimasta in silenzio per circa 150 anni, tornò ad animarsi, con la cerimonia di scoprimento della grande statua del Budda Losana, presieduta dalla potente imperatrice Tang, Wu Zetian. Alta 17.14 metri, con la testa di 4 metri, le orecchie lunghe 1,9 metri, gli occhi vivaci e modesti e gli angoli della bocca lievemente rialzati, dà a chi la vede un'impressione di quieta e solenne eleganza. Al momento della consacrazione, l'imperatrice Wu Zetian ripensò al suo destino: 26 anni prima, nel 649, dopo la morte dell'imperatore Tang Taizong, Wu Zetian e le altre concubine erano state inviate come monache al Tempio Ganye a pregare per l'imperatore defunto. Secondo la tradizione, dovevano passare il resto della loro vita accanto alle candele davanti al Budda. Tuttavia, sorprendentemente, l'anno dopo, ella venne riportata a palazzo dal nuovo imperatore Tang Gaozong, Li Zhi, e in seguito, fra gli sguardi di ammirazione di tutti, salì a poco a poco sul trono imperiale. Ella ritenne che tutto ciò fosse dovuto alla protezione del Budda. Per scolpire la grande statua del Budda Losana, ella donò il denaro necessario alle sue spese del trucco per un anno. Nonostante ciò coprisse una minima parte del costo del progetto, grazie al suo esempio, anche la famiglia imperiale e i nobili concorsero alla donazione. Grazie ai consistenti finanziamenti, l'enorme statua del Budda Losana fu completata in soli tre anni e un mese.
Si dice che il viso del Budda Losana abbia come modello il volto di Wu Zetian. Sin dall'antichità, solo gli imperatori potevano integrare il proprio viso con quello delle statue buddiste, dimostrando come il proprio potere fosse concesso dalla divinità. Come fu possibile che un'imperatrice osasse scolpire la propria immagine su un'enorme statua sulla parete del monte? Secondo i documenti storici, dopo l'anno 656, la salute dell'imperatore Tang Gaozong, Li Zhi, si fece sempre più debole, per cui gli affari statali vennero sbrigati dall'imperatrice Wu Zetian, il cui potere superò quello del consorte, per cui i due vennero chiamati "due santi". Quando il potere si concentrò nelle mani di Wu Zetian, è naturale che il Budda Losana sia stato modellato secondo le sue fattezze.
Il termine Losana significa "saggezza infinita e luce che illumina tutto". Ai piedi del grande Budda, da qualsiasi angolazione, chi guarda ha l'impressione di essere raggiunto dai suoi sguardi colmi di intelligenza. In seguito, l'imperatrice assunse il nome di Wu Zhao, in cui "Zhao" è un ideogramma inventato, che significa "il sole e la luna nel cielo". In questo modo, la donna sperava di portare luce e calore al suo impero, come il Budda Losana. A sinistra della statua, si trova quella del discepolo Mahakasyapa, alta 10.3 metri: anche se il corpo risulta molto danneggiato, l'aspetto compito dell'anziano monaco è ancora del tutto riconoscibile. Il discepolo Ananda, raffigurato con la tonaca, sta in piedi a destra del grande Budda. Il suo viso tondo esprime una quieta bellezza, che esula dal mondo della polvere. Ai lati delle statue dei due discepoli, si trovano quelle dei Bodhisattva Manjusri e Samantabhadra, alte 13,25 metri, con in capo corone a forma di fiore di loto e sul corpo decorazioni a forma di rosario. Dall'aspetto formoso, presentano l'espressione solenne e lo stile elegante delle nobili della dinastia Tang.
Nel corso della scelta del personale, l'impero Tang stabilì un'importante condizione, ossia un fisico prestante. Possiamo capirlo perfettamente dalle figure degli "ercoli" del tempio Fengxian. Nell'antichità, i cinesi ritenevano che la forza derivasse dal Qi, l'energia, la cui esistenza veniva sottolineata dai muscoli del collo e dell'addome. I colli dei robusti ercoli sono volutamente distorti, e paiono più grossi della testa, secondo la cosiddetta "forma della rondine", che ha la testa piccola e il collo grosso, in modo da esprimere il movimento del Qi. Le undici statue del tempio Fengxian, indipendenti, ma anche integrate in un insieme, rappresentano il massimo livello del'arte rupestre cinese. Inoltre gli artigiani superarono con coraggio i tabù religiosi, integrando il mondo ideale alla vita concreta, il che dopo mille anni ci permette ancora di percepire lo splendore dell'impero Tang, che al tempo esercitò una profonda influenza sul mondo.
Dopo la costruzione della statua del Budda Losana, i nobili, i ricchi e i monaci fecero a gara per onorare l'imperatore Gaozong e l'imperatrice Wu Zetian, per cui i donatori aumentarono sempre più, col risultato della creazione della Grotta dei Diecimila Budda, la più caratteristica.
Nel novembre dell'anno 680, la Grotta dei Diecimila Budda fu ufficialmente completata. Il Budda Amitabha, alto 4 metri, ha i capelli arricciati a crocchie e un viso rotondo, il che esprime il gusto estetico del tempo della bellezza formosa, e uno stile plastico maestoso e generoso. Nella parte centrale del trono a forma di fiore di loto sono scolpiti quattro "ercoli", dai muscoli potenti, in evidente contrasto con la quiete del Budda principale. Sulla parete di fondo, sono scolpiti 54 fiori di loto, su ognuno dei quali è seduto un Bodhisattva, secondo una concezione molto innovativa.
Ai lati delle scritte incise sul soffitto della grotta, ci sono delle bellissime e vivaci figure di apsaras che offrono dei frutti.
Nella parte inferiore di ogni parete, sono raffigurati sei musicisti che suonano arpe, gong, flauti, cembali e tamburi. Sulle pareti nord e sud sono scolpite oltre 15 mila statuine di Budda, alte 4 cm, che insieme alle apsaras e ai musicisti creano la straordinaria scena del paradiso buddista in cui tutti diventano Budda.
Il 22 dicembre dell'anno 683, l'imperatore Tang Gaozong morì. I ministri sensibili capirono l'ardente aspirazione al trono dell'imperatrice, mentre le divergenze tra i funzionari aumentavano di giorno in giorno. Alcuni di loro riconoscevano il coraggio e l'intelligenza di Wu Zetian, ritenendola capace di guidare l'impero a ritrovare il suo splendore, mentre altri pensavano che la sua ambizione violasse le leggi dello yin e yang e i regolamenti patriarcali.
Una sera di giugno dell'anno 688, nel fiume Sishui, nella provincia dello Henan, un pescatore trovò una pietra sui cui era inciso il testo del Sutra Dayun, in cui Wu Zetian era chiamata una "reincarnazione di Maitreya", per cui doveva diventare imperatrice.
Secondo la dottrina buddista, il Budda Maitreya sostituirà il Budda Sakyamuni, diventando il salvatore del prossimo ciclo universale. In realtà, a partire dalla metà del regno dell'imperatore Gaozong, nelle Grotte di Longmen comparvero già molte figure di Maitreya, mentre al tempo dei Wei settentrionali le figure maschili di Bodhisattva si trasformarono in femminili, con forme formose ispirate alle figure di cantanti e artisti di corte. Gli uomini e le donne sono uguali. I Bodhisattva diventeranno sicuramente dei Budda. Wu Zetian creò con cura queste immagini ideali, che il popolo doveva onorare, ma la sua vera intenzione era evidente.
Nell'anno 690, con una petizione firmata da oltre 60 mila persone, Wu Zetian salì sul trono imperiale. Il trono, riservato da millenni agli uomini, per la prima volta fu occupato da una donna, che ricevette l'omaggio di tutti i funzionari, civili e militari. Wu Zetian, che al tempo aveva 66 anni, cambiò il nome del Regno in Zhou, dando origine al "regno Wuzhou".
Le Grotte di Longmen videro così un nuovo apice di interventi. Per consolidare il suo regime e ringraziare il Budda per la sua protezione, Wu Zetian dedicò ancora più energie alle grotte. Non solo tutti gli spazi vuoti del monte occidentale vennero riempiti di nicchie, ma iniziarono dei grandi lavori anche sul monte orientale. Di pari passo con l'aumento del numero delle grotte, Wu Zetian aumentò anche quello dei suoi titoli, chiamandosi "imperatrice santa e compassionevole", al pari del Budda Maitreya, e portando il proprio culto personale al culmine.
La Grotta Dawanwufo, sul monte orientale di Longmen, è famosa per le sue 15 mila statuette di Budda, risultando più grande della Grotta dei Mille Budda sul monte occidentale. Venne completata durante il regno Wuzhou, creato da Wu Zetian, per elogiarne i meriti. La statua principale è un Budda Maitreya, la cui testa è stata trafugata negli anni '30 del secolo scorso, e oggi si trova al Museo di Arte Asiatica di San Francisco. Con la tecnica dell'altorilievo, intorno al Budda gli artigiani hanno scolpito delle figure di musicisti, apsaras e bimbi in groppa ad elefanti e leoni. Dalla parte inferiore del trono del Budda emergono due fiori di loto, che reggono le statue erette di due Bodhisattva. L'intera parete in pietra forma così un meraviglioso insieme. Sul soffitto, intorno a un fiore di loto, sono raffigurate delle "pipa", il liuto cinese, e dei cembali, col significato che nel paradiso buddista gli strumenti musicali suonano anche senza musicisti. Inoltre le figure di apsaras danzano con la musica, come stessero per prendere il volo.
Dopo lo splendore dell'epoca Zhenguan del regno dell'imperatore Tang Taizong, la grande imperatrice Wu Zetian portò il suo regno Wuzhou ad un altro culmine dello sviluppo della società feudale cinese.
Il Tempio Kanjing è la maggiore grotta del monte orientale di Longmen. Ha forma quadrata, e diversamente dalle altre grotte dello stesso periodo, non ospita una statua principale, ma al centro ha un altare con delle statue offerte alla venerazione dei fedeli. Secondo le ricerche archeologiche, si tratta di una grotta Zen, simile alle sale in cui i monaci praticavano la meditazione. La ripresa della scuola Zen simboleggia un passo chiave della sinizzazione del Buddismo. Da allora, il Buddismo si integrò con il Confucianesimo e il Taoismo, diventando una parte inalienabile della cultura cinese. Le 29 statue di Arhat corrispondono ai 29 maestri della scuola Zen. Ogni statua, alta circa 1,8 metri, presenta espressioni e pose diverse, dimostrando vivacemente lo splendido sviluppo dello Zen al tempo della dinastia Tang.
Nel gennaio dell'anno 705, l'imperatrice Wu Zetian restituì il trono, per ottenere il quale aveva lottato per metà della sua vita, alla casata Li, che aveva fondato la dinastia Tang. Questa donna straordinaria lasciò come ultimo decreto la cancellazione del suo titolo di imperatore, chiamandosi di nuovo "imperatrice consorte Wu Zetian".
Dieci mesi dopo, morì di malattia e venne sepolta nel Mausoleo Qianling, insieme al marito, scomparso da tempo, l'imperatore Tang Gaozong, lasciando solo ai posteri una stele in pietra alta otto metri, priva di iscrizioni. Alcuni ritengono che l'abbia fatto per lasciare ai posteri la valutazione del suo operato, ma altri dicono che dopo una vita di pratica religiosa, ella avesse finalmente capito il significato del vuoto buddista.
Il periodo d'oro della costruzione delle Grotte di Longmen in epoca Tang terminò con la scomparsa dell'imperatrice Wu Zetian. L'interruzione improvvisa è anche una veritiera espressione di quel periodo.
Mentre il bellissimo volto dei Budda è rimasto per sempre nella mente degli artigiani del tempo, una splendida epoca ci ha lasciato delle ombre, splendide ed enigmatiche.