Beijing: Pier Luigi Pizzi e la sua opera "La Gioconda"
  2016-01-18 15:35:45  cri

L'opera teatrale "La Gioconda", la prima produzione della stagione 2016, sarà messa in scena del Grande Teatro Nazionale della Cina. È già venuto in Cina il regista, scenografo e costumista Pier Luigi Pizzi, ed è iniziato il lavoro intenso. Il 12 gennaio il grande maestro del teatro, a 86 anni, ha ricevuto l'intervista esclusiva della CRI.

Pier Luigi Pizzi(Milano, 1930) è uno dei più grandi e importanti registi italiani del teatro dell'Opera, considerato uno dei principali registi a livello internazionale nel settore dell'opera lirica, con una carriera che vanta collaborazioni con i principali teatri del mondo e diverse centinaia di spettacoli, oltre che esperienze nel cinema e nella televisione. La sua carriera ebbe inizio quando,ancora giovane, decise di lasciare gli studi in Architettura per seguire il suo sogno di lavorare nel teatro come scenografo. Tale scelta, fu inizialmente molto difficile e dolorosa, poiché comportò una rottura dei rapporti con il padre, che si era fermamente opposto alla sua decisione di rinunciare agli studi. Come ricorda il maestro, quella decisione fu dettata dall'impazienza, attitudine che, come lui stesso ammette, ne definisce da sempre il carattere e che è stata uno dei principali motori della sua creatività, nel corso dell'intera carriera.

"L'impazienza è stata il vero motore della mia esistenza e anche della mia carriera, in qualche modo. Da un lato, questa è legata alla curiosità di scoprire, l'impazienza di scoprire sempre cose nuove, di andare avanti, di fare nuove scoperte ed esperienze. Dall'altro, l'impazienza di trasmettere. Io, appunto, ritengo che il nostro mestiere sia un lavoro di comunicazione. Il teatro fa passare le idee, ma bisogna che queste siano rappresentate in modo chiaro e che possano veramente arrivare al pubblico. Da qui l'impazienza di far presto, trasmettere, fare. Non aspettare che le cose seguano un corso lento. Questo mi ha permesso, nella mia lunga carriera, di fare tantissime esperienze. Questo è stato molto importante per me, perché ho potuto fare un enorme repertorio - ho fatto quasi tutte le opere di Verdi e tutte quelle di Rossini -, ma anche di scoprire altri terreni, lavorare molto sul Barocco, sul contemporaneo. Questo non sarebbe stato possibile, se avessi avuto delle esitazioni. Ho cercato sempre di lasciarmi andare all'impazienza, di realizzare".

Quello dell'impazienza è un tema molto caro al regista, tanto che l'ha scelto anche per la sua lectio doctoralis in occasione della laurea honoris causa conferitagli dall'Università di Macerata nel settembre del 2015, acoronamento di una carriera straordinaria, che lo vede quest'anno al debutto in Cina, con un'opera inedita in Cina:"La Gioconda", melodramma di Amilcare Ponchielli su libretto di Arrigo Boito, appartenente alla grande tradizione italiana dell'opera.

"Sebbene sia un'opera non molto famosa e diffusa, data la difficoltà nel metterla in scena, merita sicuramente di essere conosciuta anche in Cina" –spiega il regista Pizzi –, "poiché è un'opera molto significativa nel repertorio della grande opera italiana".

Nel suo intervento, il regista ha anche tenuto a precisare che, sebbene in passato abbia già messo in scena quest'opera in altri teatri italiani e internazionali, questa produzione è specificatamente pensata per il pubblico cinese e per questo teatro.

In questa versione, vista la distanza culturale che separa il pubblico cinese dalla tradizione operistica italiana, "la volontà è di rendere tutto più chiaro, esplicito, essendo una presentazione a un pubblico di un'altra cultura e di un'altra conoscenza", ha chiarito il regista, aggiungendo che "nelle edizioni precedenti, avevo presentato uno spettacolo con un dispositivo scenico molto semplice e funzionale. Qui, invece, racconto un po' più i luoghi - Venezia e i suoi simboli, come ad esempio il Leone di San Marco, la Punta della Dogana, ecc - ossia tutto quello che serve a dare all'ambientazione un carattere più preciso, riconoscibile".

Al fine di rendere più accessibile l'opera al pubblico cinese, il maestro Pizzi ha cercato di inserire, inoltre, alcuni elementi che maggiormente l'hanno colpito nella recente produzione artistica cinese, in particolare cinematografica, di cui si dice un estimatore.

"Ho seguito abbastanza un certo tipo di evoluzione che è avvenuta in Cina, più attraverso il cinema che non il teatro. Del cinema cinese ho apprezzato molto tutti i lavori di Ang Lee e di Zhang Yimou, in particolare, il loro ritmo, la fantasia, il tono irreale, favolistico. Del teatro cinese conosco poco, poiché tradizionalmente l'Opera di Pechino rappresenta un modo diverso di fare teatro, fatto anche di danzatori e giocolieri. Nell'immaginare questa produzione ho tenuto conto, però, di una certa cromaticità. In questo spettacolo ricorre molto il tono rosso, per quanto fosse già presente nelle precedenti produzioni, poiché è un colore molto legato alla vicenda di Gioconda – il rosso è un colore di passione, in funzione dell'amore idealizzato e legato al tema della stregoneria. Il colore ha, in questo caso, una funzione molto simbolica;nel corso di tutta l'opera è sempre un segnale – la barca di Enzo è rossa, per esempio -; curiosamente, poi, il rosso sparisce all'ultimo atto. Ci sono anche altri colori, non soltanto il rosso. La scelta di questa cromaticità è stata sicuramente ispirata anche dalla tradizione cinese. Per il resto, la scenografia è molto grafica e semplice: le scenografie sono essenzialmente privedi colori, sono tutte realizzate su tonalità di grigio per evocare l'atmosfera malinconica di Venezia".

Parlando della collaborazione con il Gran Teatro Nazionale di Pechino, il maestro Pizzi ha tenuto a sottolineare la grande professionalità e responsabilità dimostrata da tutto lo staff, spendendo parole di encomio per i cantanti cinesi, i membri del coro e ballerini della Compagnia del Liaoning. La Gioconda è un'opera molto complessa e molto spettacolare, che richiede un grande cast, un grande spazio e un grande palcoscenico per essere messa in scena. Oltre ad evidenziare i pregi della struttura del teatro, che ha definito "magnifica", il maestro Pizzi ha voluto fare i complimenti al coro, che ha rappresentato per lui una grandissima sorpresa. "Raramente, nella mia carriera"– ha dichiarato il regista - "ho trovato un coro attento, intelligente, disciplinato, concentrato come questo. Veramente una grandissima e meravigliosa sorpresa. Ogni grande teatro sarebbe fiero di avere un coro come questo".

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