Una delle canzoni più famose di Pushu è "Bosco di betulle", basata su una storia ambientata nell'ex Unione Sovietica. Parla di una storia d'amore fatta di promesse, una lunga attesa, una storia tanto bella quanto triste. Un soldato parte per la guerra lasciando la sua bella ad aspettarlo. Sotto l'albero di betulla, guardando l'uomo che ama allontanarsi, la ragazza prega perché il suo amore ritorni presto sano e salvo fra le sue braccia.
Chi ama la musica di Pu Shu ha sempre un angolo di terra incontaminata nel cuore. Ogni anno nel periodo delle lauree risuonano ovunque le canzoni di Pu Shu. In quei giorni infatti nei campus universitari è il momento degli addii e gli addii sono sempre qualcosa di triste. Ma tutti sanno che dopo la separazione dai compagni e dai luoghi familiari inizia una nuova vita e ognuno prenderà strade diverse. La vita continua, lo sanno tutti, perché solo gli stupidi si abbandonano alla tristezza. E sembra che Pu Shu sia rimasto intrappolato in questo stato d'animo per molti anni. Nelle sue canzoni emerge sempre un velo di tristezza, ma anche un'attesa poetica. Se le persone sono vive e piena di energia forse è proprio per sentimenti contrastanti come l'allegria, la rabbia, la tristezza, la gioia e la tristezza è un sentimento molto particolare. Ma anche Pu Shu a volte è combattuto.
Le opere di Pu Shu non sono molte e in tanti anni dal suo debutto si trova tra le mani solo due album, ma ogni singolo potrebbe essere considerato un capolavoro che ha riscosso enorme successo e ampissima diffusione. Nel 2009 scade il contratto con la Maitian, è la fine della collaborazione con la casa discografica e l'inizio di un periodo in cui cerca con fatica di autoprodursi. In un articolo intitolato "Una gioia senza paragoni", pubblicato sulla rivista on-line "One" fondata dal giovane scrittore Han Han, Pu Shu parla dell'importanza della musica nella sua vita e di come la musica sia parte della sua vita, senza la quale non potrebbe vivere, sottolineando che questo non ha nulla a che fare col guadagnarsi da vivere. A questo punto mi viene in mente una frase che Pu Shu ha detto durante il suo concerto: "Durante le prove ho avuto dei problemi con la gola, per cui amici e parenti mi han consigliato di non strafare durante il concerto, ma fino ad oggi non sono mai riuscito a tenere a freno tutta questa energia." Ed è proprio con questa sincerità e questo spirito puro che Pu Shu è riuscito a commuovermi in un baleno!
Per quel suo carattere e la musica che fa, Pu Shu sembra più un poeta che un cantante. Una volta disse: "Voglio essere una persona semplice, sana, dalla dignità il più possibile intatta". A questo proposito mi viene in mente una frase del poeta cinese Haizi che recita: "Di fronte al mare, con i fiori di primavera che sbocciano".
In quest'epoca piena di desideri materiali, l'esistenza di Pu Shu appare davvero preziosa. Considerato un cantante estremamente raffinato, Pu Shu non è interessato a essere popolare a tutti i costi e preferisce continuare ad essere sé stesso e presentarsi al pubblico come il vero Pu Shu, senza fronzoli né maschere.
Pu Shu nella sua carriera ha anche recitato un ruolo nel film "Where have all the flowers gone". La storia è ambientata all'università e descrive il periodo più bello della vita, fatto dei ricordi più memorabili. L'amicizia e l'amore, i capricci, la sincerità e le grandi fantasie appaiono sullo stesso palco e quei bellissimi ricordi che scorrono nel fiume della gioventù.