Il 14 dicembre a Vienna, si è aperta la 160° riunione ministeriale dell'OPEC, durante la quale, si è deciso di mantenere il livello effettivo di produzione giornaliero del greggio a 30 milioni di barili. A seguito dell'annuncio, il prezzo internazionale del petrolio ha subito un forte calo, New York è sceso oltre il 5%.
A seguito delle consultazioni, i rappresentanti dei dodici Stati membri hanno stabilito la produzione totale giornaliera del greggio per il 2012, pari a 30 milioni di barili (ogni barile equivalente a 159 litri), tuttavia rimane ancora da concordare la quota di ogni singolo stato membro. Nel precedente meeting, nel dicembre 2008, si decise di limitarne la produzione a 24.83 milioni di barili; nonostante ciò l'indice non è mai stato preso alla lettera, tant'è che l'attuale produzione totale giornaliera dell'OPEC si aggira intorno ai 30 milioni.
Causa la rapida produzione petrolifera della Libia a seguito della fondazione del nuovo governo, questa decisione dell'Organizzazione implica di conseguenza una riduzione della produzione per gli altri paesi membri.
Rafael Ramirez, ministro del petrolio venezuelano, ha osservato che i membri produttori di quantità in eccesso devono avviare dei tagli nella produzione, lasciando una quota di produzione anche alla Libia. In precedenza, non pochi erano i paesi che superavano di gran lunga la quota fissata; prima tra tutti l'Arabia Saudita che, causa la guerra in Libia, ha colmato il buco lasciato dal paese nella produzione di petrolio. Il rappresentante libico ha dichiarato che la produzione petrolifera del paese sta recuperando velocemente, cercando di raggiungere quanto prima il livello dei 2 milioni di barili al giorno. Rostam Ghasemi, presidente di questa sessione e ministro del petrolio iraniano, ha affermato che la decisione dell'OPEC aiuterà a stabilizzare il prezzo del greggio. Riguardo le minacce di alcuni paesi occidentali circa un possibile embargo petrolifero nei confrotni dell'Iran, Ghasemi non ha mostrato alcun sintomo di preoccupazione per le eventuali sanzioni nell'esportazione di petrolio. I rapporti con alcuni paesi europei, primi tra tutti Grecia e Italia, sono sempre ottimi; di conseguenza ritiene fermamente che questi non sarebbero d'accordo circa l'applicazione di sanzioni nei confronti dell'Iran atte a limitarne le esportazioni petrolifere.
Sembra che la decisione annunciata dall'OPEC circa la quota fissa di produzione giornaliera del greggio, sia d'interesse ben più sostanziale rispetto a quella del 2008 concernente la limitazione della produzione; infatti si tratta del primo annuncio, da parte dell'organizzazione, riguardo ad un aumento della produzione; i mercati vedono in essa una volontà d'incremento della produzione ma, nell'incertezza dell'attuale crisi del debito europeo, la fiducia dei mercati non può presentarsi altresì che delicata, di conseguenza una decisione simile non ha fatto altro che provocare un ulteriore calo dei prezzi internazionali.
Infatti, alla chiusura dei mercati, i prezzi dei futures del greggio leggero del New York Mercantile Exchange, del prossimo gennaio, sono calati a 94.95 dollari al barile, 5.19 dollari in meno con una riduzione del 5.18%. I prezzi dei futures di gennaio del Brent North Sea Crude hanno visto un forte calo per 4.82 dollari, chiudendo a 104.68 dollari al barile e deprezzandosi del 4.47%. Per quanto riguarda i futures di febbraio, i cui scambi si presentano più vitali, sono calati di 5.13 dollari scendendo a quota 103.95 dollari al barile.
Prima della conferenza, il 13 dicembre, l'OPEC aveva calcolato il tasso di crescita del fabbisogno petrolifero mondiale per il 2012, prevedendo una produzione giornaliera di greggio pari a 88.87 milioni di barili, con una crescita pari a 11 milioni di barili, con un calo, però, di 140 mila barili rispetto ai dati del mese precedente. Gli analisti ritengono che se la Libia incrementasse la produzione petrolifera e al contempo gli altri membri OPEC non riducessero la propria produzione, un continuo calo dei prezzi internazionali sarà inevitabile.