gǔ lǎng yuè xíng lǐ bái
古 朗 月 行 李 白
xiǎo shí bù shí yuè
小 时 不 识 月 ,
hū zuò bái yù pán
呼 作 白 玉 盘 。
yòu yí yáo tái jìng
又 疑 瑶 台 境 ,
fēi zài qīng yún duān
飞 在 青 云 端 。
Li Bai (701-702) è un poeta di epoca Tang le cui opere sono ricche di colori romantici e di forti sentimenti. Eccelle nel ricorso ai metodi espressivi della metafora e dell'esagerazione, formando uno stile artistico vigoroso e disinvolto, da cui il soprannome di "poeta immortale".
In toni romantici, con l'aiuto della sua ricca fantasia e di mitiche leggende, il poeta descrive la meravigliosa comprensione della luna della sua infanzia. Paragonandola ad un "piatto di giada bianca" e ad uno "specchio di Yaotai (la sede degli immortali), non solo descrive la forma della luna, ma anche la sua luminosa chiarezza, mentre dallo stile originale spunta un tocco di puerilità. Il termine "hu" (chiamare), del secondo verso, e il termine "yi" (dubitare), del terzo, esprimono vivacemente l'ingenuità dell'infanzia. I quattro versi formano una poesia perfetta, e per il linguaggio semplice e le metafore interessanti, inducono alla riflessione.