In risposta alla recente decisione adottata dagli Stati Uniti di imporre dazi aggiuntivi del 10% su circa 300 miliardi di dollari importati dalla Cina, venerdì 23 agosto Beijing ha dovuto adottare contromisure commerciali nei confronti di Washington. Il giorno successivo gli Usa hanno annunciato l'intenzione di aumentare di 550 miliardi di dollari l'aliquota fiscale della tariffa aggiuntiva imposta sui beni importati di origine cinese, suscitando forte contrarietà da parte della Cina.

Secondo diversi esperti stranieri e l'opinione pubblica internazionale, le contromisure cinesi sono una risposta inevitabile al bullismo commerciale degli Stati Uniti. La parte americana ha provocato e inasprito gli attriti commerciali con la Cina, danneggiando i rapporti con Beijing; questo non solo ha causato danni economici agli Usa ma ha trascinato al ribasso l'economia globale. Per questo motivo gli Stati Uniti dovrebbero svolgere un ruolo più costruttivo e tornare al tavolo delle trattative per risolvere questo problema.

Stando a quanto affermato dall'ex rappresentante commerciale Usa, Carla Anderson Hills, l'escalation di questa guerra commerciale non solo danneggia le economie della Cina e degli Stati Uniti, ma eserciterà un impatto assai negativo sull'economia globale. "Mi auguro che le due parti possano sedersi insieme per negoziare una soluzione alle loro divergenze. Le controversie attualmente in atto sono molto dannose per entrambi i Paesi".