L'ufficio di rappresentanza commerciale degli Stati Uniti ha annunciato di imporre tariffe aggiuntive del 10% su due lotti di merce importata dalla Cina per circa 300 miliardi di dollari. In risposta, il 23 agosto, secondo le leggi ed i regolamenti pertinenti cinesi e i principi fondamentali del diritto internazionale, la Cina ha deciso di imporre tariffe aggiuntive del 10% e del 5% su 5078 tipi di prodotti provenienti dagli Usa per un valore di circa 75 miliardi di dollari. Tale provvedimento sarà operativo per alcune merci dal primo settembre mentre per altre dal 15 dicembre di quest'anno. La parte cinese ha inoltre deciso di ripristinare tariffe aggiuntive del 25% e del 5% su automobili e parti automobilistiche provenienti dagli Stati Uniti dal 15 dicembre 2019.

Questa è la contromisura necessaria che la Cina deve adottare in risposta all'unilateralismo e al protezionismo commerciale degli Stati Uniti. Alcuni politici statunitensi hanno strumentalizzato le tariffe, il che costituisce una grave violazione del consenso tra i capi di stato dei due Paesi raggiunto in Argentina e a Osaka e si discosta dalla corretta traccia di risoluzione delle divergenze attraverso consultazioni, con conseguente intensificazione costante degli attriti commerciali sino-statunitensi. Le contromisure da parte della Cina sono ragionevoli e giustificate, e ancora una volta viene fatto ricorso ad azioni pratiche per indicare: qualsiasi pressione estrema è inutile per la Cina, e sull'applicazione delle contromisure la Cina mantiene la parola data.