Il tentativo irragionevole del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti di inserire la Cina tra i "Paesi manipolatori del tasso di cambio" è stato messo in discussione e osteggiato dalla comunità internazionale, ivi incluso il Fondo monetario internazionale. Il 13 agosto, alcuni esperti e studiosi cinesi hanno affermato a Beijing che le accuse rivolte dagli Stati Uniti contro la Cina sulla manipolazione del tasso di cambio sono infondate. Da qualsiasi punto vista, la Cina non è un Paese manipolatore del tasso di cambio. Gli esperti suggeriscono che la Cina dovrebbe usare la certezza delle riforme interne e dell'apertura per affrontare le incertezze esterne.
Durante il seminario, esperti e studiosi hanno concordato che la serie di politiche unilateraliste e finalizzate al protezionismo commerciale varate dagli Stati Uniti hanno influenzato le aspettative del mercato, causandone la volatilità.
Zhang Xuechun, vice direttrice del Dipartimento di ricerca della Banca popolare cinese, ha sottolineato che, da qualsiasi punto di vista, la Cina non è un Paese manipolatore del tasso di cambio.
"L'eccedenza del conto corrente della Cina ha rappresentato lo 0,4% del Pil nel 2018, ed è stata in costante calo negli ultimi anni. Le riserve valutarie cinesi sono rimaste stabili negli ultimi anni. Il tasso di cambio del renminbi corrisponde agli indici economici fondamentali della Cina. La Banca popolare cinese non ha condotto nessun intervento su larga scala".
Wen Bin, capo ricercatore di China Minsheng Bank, ritiene che dal punto di vista del meccanismo commerciale, la riforma del cambio del renminbi sia stata ad oggi già mercatizzata. Dal punto di vista della struttura economica nazionale, la Cina non ha la necessità di deprezzare il tasso di cambio.
"Guardiamo all'interno della Cina, dopo lo sviluppo di questi anni, vi sono stati cambiamenti strutturali. L'economia cinese è guidata principalmente dalla domanda interna. Quindi non dovremo e non c'è bisogno di deprezzare competitivamente il tasso di cambio per far fronte ai cambiamenti esterni".
Zhang Chunxue ha inoltre indicato che la Cina dovrebbe utilizzare la certezza delle riforme interne e dell'apertura per affrontare le incertezze esterne.
"La crescita economica della Cina si basa principalmente sulla domanda interna. La sua dipendenza dalle importazioni ed esportazioni è inferiore rispetto agli anni precedenti. Un ampio spazio di sviluppo è stato creato perché la Cina ha un grande potenziale di sviluppo, ad esempio è dotata di una filiera industriale, e può migliorare ulteriormente l'urbanizzazione. Occorre completare con successo le 'tre principali missioni', promuovere la riforma strutturale dal lato dell'offerta e l'apertura ordinata."