FMI: infondate le accuse contro la Cina sulla manipolazione del tasso di cambio del RMB
  2019-08-11 18:01:20  cri
Venerdì 9 agosto il Fondo monetario internazionale (FMI) ha pubblicato il rapporto "People's Republic of China: 2019 Article IV Consultation", nel quale viene ribadito che il tasso di cambio del RMB è sostanzialmente in linea con i fondamentali economici del Paese. Ciò dimostra pienamente che le accuse mosse unilateralmente dagli Stati Uniti in relazione alla presunta manipolazione del tasso di cambio del RMB da parte della Cina sono infondate.
Nel rapporto del FMI si legge che nel 2018, in Cina, l'avanzo delle partite correnti è risultato pari allo 0,4% del prodotto interno lordo, scendendo di circa un punto percentuale. E, secondo le previsioni, rimarrà allo 0,5% nel 2019. Questo risultato smentisce le accuse false mosse dagli Stati Uniti secondo le quali la Cina avrebbe "manipolato il tasso di cambio per ottenere un vantaggio competitivo in termini commerciali". Nel corso di una teleconferenza con la stampa, il FMI ha apprezzato i recenti progressi conseguiti dal governo cinese nella riduzione della fragilità del settore finanziario e nella continua apertura economica, e ha accolto con favore gli sforzi compiuti dalla Cina negli ultimi anni volti a riequilibrare l'economia. Questa dichiarazione è coerente con il regime dei cambi della Cina, ed è un riconoscimento della riforma del tasso di cambio, più orientata al mercato, attuata da Beijing negli ultimi anni.
Dopo la pubblicazione del rapporto ufficiale del FMI, diversi esperti statunitensi hanno dichiarato che il rapporto conferma che la Cina non "manipola il tasso di cambio". Gli Stati Uniti hanno abusato della loro posizione di forza nel sistema finanziario e commerciale internazionale. Le relative iniziative commerciali e finanziarie adottate da Washington contro la Cina sono totalmente irresponsabili.
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