Il fatto che lo yuan sia sceso al di sotto della soglia del sette nei confronti del dollaro ha destato preoccupazione. Alcuni esperti hanno sottolineato sui media britannici che gli Stati Uniti hanno inserito la Cina nella lista dei "Paesi manipolatori di valuta" per scopi politici.

Louis Kedgers, capo dell'Economic Research Institute for Asia della Oxford University, ritiene che il ribasso del tasso di cambio dello yuan rispetto al dollaro sia dovuto ai nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti e riflette l'attuale tendenza di una sempre maggiore flessibilità dello yuan.

Sulle pagine del "Financial Times" si legge che il dipartimento al Tesoro statunitense ha etichettato la Cina come un "manipolatore di valuta" per trovare una "ragione politica" per imporre più dazi.