La Cina non è un "Paese manipolatore del tasso di cambio", lo dicono gli economisti statunitensi
  2019-08-09 10:49:11  cri
Negli ultimi giorni, diversi economisti americani hanno manifestato opposizione contro la decisione del Dipartimento al Tesoro Usa di definire la Cina "Paese manipolatore del tasso di cambio", osservando che la svalutazione del renminbi in atto è dovuta alle forze del mercato, e che la decisione presa senza scrupolo nuocerà alla crescita economica globale.

In un articolo pubblicato sul "New York Times", il vincitore del premio Nobel per l'economia Paul Krugman ha osservato che la svalutazione del renminbi rappresenta una reazione naturale del mercato causata dalla precedente minaccia di Washington di imporre nuovi dazi sui prodotti cinesi, perciò la Cina è considerata "innocente".

Dal canto suo, il direttore del Centro dello sviluppo sostenibile della Columbia University, Jeffrey Sachs, ha pubblicato un commento sul sito ufficiale del Cable News Network, in cui ha specificato che "l'unico manipolatore" è il governo americano, che, con la politica dei dazi doganali, ha danneggiato gravemente l'economia statunitense, quella mondiale e il commercio globale.

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