Con la scadenza della procedura di ritiro di sei mesi dichiarata dagli Stati Uniti, il Trattato sulle forze nucleari a portata intermedia (Trattato INF), di grande importanza per il mantenimento della sicurezza globale, scade ufficialmente oggi venerdì 2 agosto. La determinazione degli Usa di ritirarsi dal trattato è un'ulteriore dimostrazione del loro promuovere politiche di unilateralismo ed egemonismo, che andrà sicuramente a indebolire la sicurezza strategica e la fiducia reciproca delle maggiori potenze e apporterà nuovi rischi alla sicurezza mondiale.

Dopo l'entrata in carica dell'attuale amministrazione degli Stati Uniti, la politica di sicurezza complessiva esterna si è dovuta adattare notevolmente e le contraddizioni tra Stati Uniti e Russia sul trattato sono diventate ancora più evidenti.

L'obiettivo di base del ritiro unilaterale degli Stati Uniti dal trattato è quello di rompere i vincoli esistenti nei meccanismi di sicurezza internazionali, eliminando gli ostacoli per il rafforzamento dello spiegamento delle forze militari, a dimostrazione della logica egemonica degli Stati Uniti di perseguire la deterrenza militare assoluta.

Innanzitutto, il ritiro danneggerà ulteriormente le relazioni USA-Russia. Il vice ministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov ha avvertito che se gli Stati Uniti dispiegano missili proibiti dal trattato in un luogo più vicino alla Russia, la Russia non escluderà la possibilità di dispiegare missili in luoghi vicini agli Stati Uniti. In secondo luogo, l'Europa, in quanto fronte principale del gioco di sicurezza USA-Russia, risentirà di enormi rischi alla sicurezza. In terzo luogo, la situazione della sicurezza Asia-Pacifico diventerà più complicata.

Dopo l'annuncio da parte statunitense della sospensione unilaterale dell'adempimento agli obblighi del trattato, la Cina ha sempre sperato che Stati Uniti e Russia avrebbero potuto mantenere la validità del trattato tramite il dialogo e le consultazioni.

La Cina ha sempre perseguito una politica di difesa nazionale di natura difensiva. La Cina non intende venire coinvolta in una corsa agli armamenti, ma se il contesto di sicurezza internazionale dovesse peggiorare, prenderà le misure pertinenti per proteggere efficacemente gli interessi di sicurezza nazionale.