È l'egemonia americana che sta distruggendo l'ordine internazionale
  2019-07-24 19:13:48  cri

Di recente, oltre 100 "falchi" statunitensi hanno firmato una lettera aperta nella quale hanno attaccato i principi e le regole della Cina, sostenendo che quest'ultimi ignorerebbero l'attuale ordine internazionale, incitando quindi a opporsi a Pechino. I cliché usati da questi personaggi non solo confondono il bene e il male, ma sono anche pieni di arroganza, ignoranza e pregiudizio.

I fatti hanno da tempo dimostrato che, in realtà, è l'egemonia americana - caratterizzata da unilateralismo, protezionismo ed estremo egoismo - a mettere a repentaglio l'ordine internazionale.

L'ordine internazionale attualmente vigente è stato istituito dopo la seconda guerra mondiale. In generale, ha svolto un ruolo attivo. In particolare, il sistema di sicurezza collettiva che ruota intorno alle Nazioni Unite ha efficacemente salvaguardato la pace e lo sviluppo mondiali. Tuttavia, gli Stati Uniti credono da sempre che l'ordine internazionale dipenda da loro stessi e si adoperano per mantenere un'egemonia unipolare sotto la propria guida. Quando pensano di non riuscire a raggiungere i loro scopi attraverso il sistema delle Nazioni Unite, lanciano un "attacco suicida" contro l'ordine internazionale costituito, cercando di mantenere la propria egemonia distruggendolo. Dopo che l'attuale amministrazione americana ha assunto il proprio mandato, l'opera di distruzione dell'ordine internazionale ha superato di gran lunga l'immaginazione della comunità internazionale.

Da un lato, gli Stati Uniti hanno impugnato le armi dei dazi doganali e provocato attriti commerciali con Cina, Messico, Canada, Unione Europea e India, violando in modo palese i propri obblighi internazionali in seno alla WTO, causando gravi conseguenze per la catena industriale globale, la catena del valore, la divisione industriale internazionale del lavoro e le regole commerciali multilaterali basati sul sistema di libero scambio.

Dall'altro, gli Stati Uniti si sono successivamente ritirati da varie organizzazioni o trattati internazionali come il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, l'UNESCO, l'accordo sui cambiamenti climatici di Parigi e l'accordo nucleare iraniano, minando il funzionamento dell'AIEA, ostacolando il processo di riforma della WTO e cercando di svincolarsi da qualsiasi giurisdizione internazionale.

John Bolton, ex ambasciatore degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, ha dichiarato pubblicamente che il rapporto tra gli Stati Uniti e il mondo è lo stesso esistente tra un martello e i chiodi: gli Stati Uniti possono battere chiunque. Questo tipo di egemonismo ed estremo egoismo sono l'essenza della campagna "America First", rappresentano essenzialmente un estremo disprezzo e una deliberata distruzione delle leggi e dell'ordine internazionali. Questo riporterà la comunità internazionale al centro di quella "corrente contraria" rappresentata dalla politica di potere e aumenterà il deficit di governance globale.

Alcuni politici negli Stati Uniti distruggono arbitrariamente l'ordine globale e si rifiutano di adempiere ai loro obblighi internazionali, ma accusano irragionevolmente la Cina di ignorare l'attuale ordine internazionale. Il motivo fondamentale è che l'ordine internazionale incentrato sulle Nazioni Unite e che si fonda sugli obiettivi stabiliti dalla Carta delle Nazioni Unite - che la Cina tutela - non è "l'ordine di potere" che alcuni americani vorrebbero. Di conseguenza, questi politici sono furiosi e calunniano la Cina che persegue uno sviluppo pacifico, salvaguarda i diritti legittimi e promuove iniziative di governance globale, dichiarando che queste misure della Cina siano una sfida all'ordine internazionale costituito. Ciò non solo rivela che alcune persone negli Stati Uniti hanno sempre avuto un pensiero egemonico profondamente radicato, ma dimostra anche la loro ansia e paura di fronte all'ascesa del multilateralismo e al fallimento continuo dell'egemonia americana.

Poiché l'attuale ordine internazionale è più favorevole alla salvaguardia degli interessi degli Stati Uniti e di altre potenze occidentali in termini di progettazione istituzionale, presenta evidenti ingiustizie e irrazionalità. In qualità di grande paese responsabile, la Cina deve svolgere il proprio ruolo nella riforma dell'ordine internazionale e nella promozione della governance globale. Dalla proposta del concetto di costruzione di una comunità dal destino condiviso all'attuazione dell'iniziativa "Belt and Road", passando per il rafforzamento dell'autorità delle Nazioni Unite e la partecipazione attiva alle operazioni internazionali di mantenimento della pace, fino ad arrivare all'espansione continua dell'apertura e promozione della globalizzazione economica, la Cina è da sempre un difensore, partecipante e riformatore dell'attuale ordine internazionale. I cinesi non hanno tradizione egemonica e non intendono diventare il "boss" di nessuno. I nuovi meccanismi e programmi proposti dalla Cina sono un utile completamento e un miglioramento dell'attuale meccanismo di governance globale e mirano ad ottenere una cooperazione vantaggiosa e uno sviluppo comune con tutti i paesi.

Il sistema egemonico americano unipolare è ormai da tempo obsoleto ed è diventato solo una minaccia e una sfida per l'ordine internazionale. Tutti i paesi dovrebbero essere molto vigili al riguardo e adottare azioni concrete per sostenere fermamente l'ordine internazionale incentrato sugli obiettivi e sui principi della Carta delle Nazioni Unite e promuovere congiuntamente il loro sviluppo in una direzione più giusta e razionale.

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