Trattative accompagnate da lotta potrebbero essere diventate la normalità nella risoluzione dei conflitti economico-commerciali sino-americani.
  2019-05-09 21:39:00  cri

Mercoledì 8 maggio, l'Ufficio di rappresentanza commerciale USA ha annunciato che questo venerdì gli Usa pianificano di aumentare il tasso doganale dei 200 miliardi di dollari di merce importata dalla Cina dal 10% al 25%. La Cina ha già dato immediatamente una risposta, affermando che l'escalation delle divergenze commerciali bilaterali non corrisponde agli interessi dei due popoli e della popolazione mondiale, la Cina esprime profondo rammarico per ciò e se verranno attuate le misure tariffarie statunitensi, la Cina non potrà che adottare le necessarie contromisure.

Mettendo a confronto le dichiarazioni di Cina e Stati Uniti troviamo due punti che meritano attenzione:

Il primo è che il contenuto della dichiarazione statunitense relativo al rialzo delle tariffe corrisponde a grandi linee alle informazioni rese note nei due giorni precedenti, ma è incentrato sul "pianificare", cioè sull'"intenzione". Nonostante ci sia l'"intenzione" di aumentare le tasse, ciò significa che non è esclusa la possibilità che si possa cambiare idea.

Il secondo è che la parte cinese ha risposto velocemente, circa due ore dopo il rilascio della dichiarazione degli Usa, pubblicando una risposta

chiara e concisa, ma ferma. Nella dichiarazione cinese di oltre 80 battute, ci sono tre livelli di significato: prima di tutto, la Cina ha indicato che l'influenza negativa dell'azione americana "non corrisponde agli interessi dei popoli dei due Paesi e del mondo", in secondo luogo, la Cina ha espresso il proprio "profondo rammarico", infine, la Cina ha affermato che "dovrà adottare le necessarie contromisure", naturalmente sotto la premessa che "la parte americana implementi le misure tariffarie".

In occasione dell'imminente 11esimo turno di trattative economiche e commerciali ad alto livello tra Cina e Stati Uniti, i due Paesi hanno rilasciato la dichiarazione di cui sopra, il che costituisce un fatto intrigante. L'intenzione americana di far pressione e richiedere più condizioni è ovvia, mentre la risposta cinese è stata rapida e dall'atteggiamento calmo, indicando che la Cina é già da tempo preparata e dimostrando la sua posizione basata sul principio di coerenza: fare trattative apertamente o combattere fino alla fine.

Da ciò la gente avrà ormai visto che trattative accompagnate da lotta potrebbero essere ormai diventate il modello e la normalità nella risoluzione dei conflitti economico-commerciali sino-americani.

In questo contesto, non è difficile comprendere perché nell'affrontare la pressione statunitense, il membro dell'Ufficio politico del Comitato centrale del PCC, vicepresidente del Consiglio di stato cinese e leader cinese del Dialogo completo economico Cina-USA, Liu He, abbia deciso di recarsi negli Stati Uniti su invito per partecipare all'undicesimo turno di trattative economico-commerciali ad alto livello tra Cina e Stati Uniti che si terrà dal 9 al 10 maggio. Questo non perché la Cina abbia paura o sia costretta a fare concessioni, ma perché la Cina ha ormai una chiara visione e si è abituata a quest'atteggiamento statunitense di risoluzione

degli attriti economico-commerciali. La Cina non è disturbata da un singolo incidente, al contrario è in grado di tenere la presa della direzione generale del processo di trattative da un livello più alto.

Risolvere le divergenze e gli scontri tramite trattative costituisce la posizione e il principio di coerenza della Cina. Sono già stati tenuti dieci turni di trattative economico-commerciali ad alto livello tra Cina e Stati Uniti: i due Paesi hanno conseguito molti progressi sostanziali negli appalti commerciali, nelle questioni strutturali e nei meccanismi di attuazione, ciò non è facile e dev'esserne fatto ancor più tesoro, tuttavia al contempo continuano a persistere problemi che necessitano di ulteriori discussioni.

Attualmente, gli Stati Uniti dicono di voler aggiornare le tariffe, una dimostrazione che attualmente gli Usa sono diventati un po' ansiosi. Sebbene gli Stati Uniti abbiano ripetutamente affermato che la Cina stia pagando le tariffe, i legislatori statunitensi non sono d'accordo con questa affermazione. Per esempio, il senatore del Partito Repubblicano James Lankford ha affermato che gli importatori statunitensi hanno pagato oltre 16 miliardi di dollari al governo e che i portatori di tariffe non sono gli esportatori cinesi, ma le compagnie americane.

Al contrario, la Cina ha una chiara conoscenza del lungo termine, della complessità e della difficoltà delle questioni economiche e commerciali sino-americane, e non si discosterà dalla sua traccia originale a causa di eventi temporanei. L'esperienza passata dimostra che una forte pressione non può risolvere i problemi e che alla fine è necessario comunque

tornare al tavolo delle trattative. Inoltre, quanto maggiori sono le divergenze, tanto più è necessario comunicare di persona. Come pianificato i funzionari cinesi andranno negli Stati Uniti per i negoziati, per risolvere le reciproche preoccupazioni e spingere le trattative a tornare lungo un binario ragionevole.

La cosa più importante è che, la Cina rimane sempre un grande paese responsabile. Il presidente cinese Xi Jinping ha ripetutamente sottolineato che le relazioni tra nazioni potenti sono legate alla stabilità strategica globale, Cina e Stati Uniti condividono ampi interessi comuni e si assumono importanti responsabilità nella salvaguardia della pace e stabilità mondiale e nella promozione dello sviluppo e prosperità globali.

Indipendentemente da quale sarà nei prossimi due giorni la conclusione delle trattative, la Cina farà fronte con calma tutte le possibilità, continuerà a svolgere bene gli affari della Cina e a percorrere bene la propria strada.

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