Secondo quanto illustrato dagli organizzatori dell'evento, circa 65mila persone hanno partecipato alla manifestazione tenuta lo stesso giorno. Alla rappresentazione hanno preso la parola rappresentanti dei partiti di opposizione, studiosi e membri dei gruppi civili, esprimendo la propria opposizione alla revisione della Costituzione per la Salvaguardia della Pace.
Il Partito Democratico Costituzionale del Giappone, il più grande partito di opposizione del Paese, ha reso noto in una dichiarazione che la Costituzione si trova attualmente innanzi a una profonda crisi, originata dal fatto che il Partito Liberal Democratico intende spazzare via gli ostacoli limitanti l'esercizio del suo potere.
Il Partito Comunista Giapponese ha sottolineato in una dichiarazione che il primo ministro Shinzo Abe ha promosso forzatamente e portato avanti un emendamento costituzionale per porre fine alle restrizioni nei sui confronti e che ciò costituisce comportamento anticostituzionale e un'azione imperdonabile.
Il Partito Socialdemocratico ha affermato nella sua dichiarazione che al regime di Abe non sarà mai permesso falsare la Costituzione. Ciò che ora serve cambiare non è la Costituzione, ma il regime di Abe.
L'attuale Costituzione giapponese è stata implementata il 3 maggio 1947. L'articolo IX della Costituzione stabilisce che il Giappone rinuncia alla guerra, alla minaccia con la forza armata o all'uso della forza armata come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; per raggiungere tal fine, il Giappone non detiene forze terrestri, marittime, aeronautiche e le altre forze di guerra e non riconosce il diritto di belligeranza dello Stato.