Cina: 'ridurre la pressione fiscale e iniettare nuovo vigore all'economia reale'
  2019-03-06 20:46:16  cri

Martedì 5 marzo il governo cinese ha annunciato un taglio delle tasse su larga scala e un piano di riduzione della pressione fiscale per quasi 2 trilioni di yuan per rispondere alla nuove e più complesse sfide che lo sviluppo si troverà a fronteggiare nel corso dell'anno. Questo piano giocherà un ruolo di vasta portata e come una forte corrente calda infonderà nuovo vigore alle imprese, ai cittadini cinesi e ai popoli di tutto il mondo.

Secondo il rapporto sul lavoro di governo presentato dal primo ministro Li Keqiang al Congresso nazionale del popolo cinese, nel corso dell'anno la Cina porterà avanti la riforma sull'IVA, riducendo l'attuale aliquota dal 16% al 13% per l'industria manifatturiera, dal 10% al 9% per il settore dei trasporti e dell'edilizia, e mantenendo al 6% quella di altri settori. Questo sarà possibile attraverso misure fiscali deducibili dal settore terziario; intanto il governo garantirà che non aumenteranno i costi per il fisco. È stata inoltre decisa la riduzione dal 20% al 16% della proporzione per la pensione di base degli impiegati urbani e rurali fornita dalle imprese. Il rapporto sul lavoro di governo prevede che questo piano ridurrà la pressione fiscale sulle imprese di quasi 2 miliardi di yuan nel corso dell'anno.

All'inizio di quest'anno, per quando riguarda la situazione del fisco, la Cina ha già adottato una serie di politiche a favore delle piccole e micro imprese. La soglia per il pagamento dell'IVA per i piccoli contribuenti - tra cui le piccole e micro imprese - è stata aumentata da 30 mila a 100 mila yuan sul volume del guadagno mensile. Vale a dire che i contribuenti con guadagni inferiori ai cento mila yuan, non dovranno più versare l'IVA. Al contempo, le misure hanno allentato gli standard per le piccole e micro imprese, ossia tutte quelle con un capitale inferiore a 50 milioni di yuan, con meno di 300 impiegati e redditi distribuiti per meno di 3 milioni di yuan. Secondo i nuovi standard, più del 95% delle aziende dei contribuenti cinesi saranno classificate come piccole e micro imprese, il 98% delle quali sono private.

Oltre alle misure già citate, il governo cinese ha inoltre chiesto alle grandi banche nazionali di aumentare di oltre il 30% i prestiti alle piccole e micro imprese, innalzando la riserva di depositi specialmente per le banche piccole e medie, e utilizzando tutti i capitali liberati per sostenere lo sviluppo delle imprese private insieme alle piccole e micro imprese.

Ovviamente, questa serie di misure è stata elaborata sulla base della situazione nazionale e internazionale. Guardando tale situazione in tutto il mondo, è evidente che la crescita economica stia affrontando ora un periodo di flessione. Le economie di eurozona e Stati Uniti sono instabili, la Brexit e gli attriti commerciali tra Usa e Cina hanno rafforzato il quadro di incertezza e Beijing dovrà affrontare rischi sempre maggiori per la sua economia. "Le sfide e i rischi prevedibili e imprevedibili saranno, in futuro, sempre più numerosi, e per farvi fronte il governo è chiamato a prepararsi bene".

Per garantire l'applicazione delle misure di riduzione delle tasse e dei costi, il governo cinese ha inoltre proposto una serie di misure di garanzia. Per esempio, i governi locali non potranno aumentare i costi per le piccole e micro imprese e chiedere loro di pagare in una volta tutti gli arretrati. Inoltre le spese generali del governo centrale saranno ridotte di oltre il 5%, con un calo di circa il 3% dei costi governativi per visite all'estero, ricevimenti, acquisto e uso di veicoli. Secondo le parole di Li Keqiang, Il governo dovrà "impegnarsi ad onorare i suoi impegni nei confronti delle imprese e della società, e se ci saranno più difficoltà, sarà necessario fare un buon lavoro per questa causa importante".

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