Dopo il quarto atto della protesta dei Gilet gialli, la sera del 10 dicembre il presidente francese Emmanuel Macron si è finalmente fatto avanti e ha pronunciato un lungo discorso in diretta televisiva, cedendo alle richieste dei manifestanti. In particolare ha fatto tre promesse:

In primo luogo, ritiene che le richieste dei manifestanti siano in "parte ragionevoli". A tal fine, ha annunciato che a partire da gennaio del prossimo anno il salario minimo sarà aumentato di 100 euro e che gli straordinari non saranno tassati; secondo, ha sottolineato che la violenza deve essere severamente condannata e punita secondo quanto previsto dalla legge; in terzo luogo, continuerà a discutere delle riforme con tutti i ceti sociali per promuovere il progresso delle condizioni di vita della popolazione.

Secondo l'opinione pubblica francese, accettando le richieste dei Gilet gialli Macron non mira solo a stabilizzare l'attuale situazione sociale, ma anche a mantenere il suo mandato di cinque anni ancora non scaduto. Tuttavia, accusando la precedente amministrazione per l'attuale insoddisfazione del popolo, Macron starebbe sottovalutando le sue responsabilità per le nuove politiche adottate, senza quindi interrogarsi con la dovuta serietà su quali siano i principali errori commessi nell'adottare le nuove politiche.

Si può prevedere che il futuro dell'amministrazione di Macron sarà molto duro. Nelle elezioni del Parlamento europeo del prossimo anno, è molto probabile che il partito di estrema destra Rassemblement National gli darà filo da torcere.