In che modo "l'arte dell'accordo" potrà illuminare la strada dello sviluppo globale?
  2018-10-12 21:16:36  cri

Secondo quanto reso noto dal recente rapporto World Economic Outlook del FMI, il tasso di crescita dell'economia globale per il 2018 è stato del 3,7%. Si prevede sarà lo stesso anche per l'anno venturo, registrando dunque un calo rispetto ai dati precedenti. Il Fondo Monetario Internazionale ha affermato che, in questo quadro di grande incertezza politica, i rischi per il commercio diventeranno una grave sfida per l'economia. Christine Lagarde, direttrice del FMI, ha rivolto un appello ai leader dei vari Paesi affinché difendano insieme il sistema di commercio globale.

Giorni fa il vice presidente degli Stati Uniti, Mike Pence, ha tenuto a Washington un discorso con cui ha attaccato la Cina su diversi fronti, affermando che gli Usa imporranno ulteriori dazi su un totale di 250 miliardi di dollari di merci importate dalla Cina. Pence ha inoltre ricordato la chiara affermazione di Donald Trump, secondo cui i dazi imposti saranno ancora maggiori se non si giungerà ad un accordo equo e di mutuo beneficio.

Agli occhi del FMI è chiaro quale sia il Paese che genera grande incertezza politica, che crea problemi al commercio, danneggiando il sistema globale che lo regola. In effetti questo tipo di "arte dell'accordo" fa venire il mal di stomaco agli alleati degli Usa.

Appare inoltre chiaro a tutti che, dall'insediamento dell'attuale amministrazione americana, gli Stati Uniti si sono ritirati dall'Accordo di partenariato transpacifico (TPP), da quello di Parigi sul clima, dall'accordo sul nucleare iraniano e da varie organizzazioni internazionali tra cui l'UNESCO e il Consiglio per i diritti umani. Washington ha persino minacciato di ritirarsi dall'Organizzazione mondiale del commercio e dalle Nazioni Unite. A quanto pare lo spirito del contratto, finora sempre rispettato dalla società e dal mondo civile, viene adesso ignorato dalla Casa Bianca.

Lo spirito del contratto costituisce la base della società civile in Occidente, che deriva dal concetto di giustizia e di scambio proposto dall'antico filosofo greco Aristotele. Lo spirito del contratto è profondamente radicato nella cultura occidentale ed è anche alla base dello sviluppo della civiltà commerciale e della società del credito. Fu infatti sotto la guida dello spirito del contratto che, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite e il WTO hanno potuto svolgere le loro funzioni, mantenendo l'ordine e garantendo il rispetto delle leggi internazionali, insieme alla stabilità regionale e alla pace. Grazie a questo sistema anche gli Stati Uniti sono stati in grado di conservare il loro status di superpotenza a livello mondiale.

Tuttavia, da quando l'attuale governo Usa è entrato in carica, ha continuato a danneggiare la credibilità del Paese e lo spirito del contratto attraverso la sua visione egoista, unilaterale e protezionistica.

Davvero il mondo è intenzionato a vedere come gli Stati Uniti, che hanno perso lo spirito del contratto, continueranno a ribellarsi e ad esercitare pressione sui loro partner commerciali? Davvero si ritiene che questo comportamento potrà illuminare il sentiero dello sviluppo per la comunità internazionale? In realtà, se non si tornerà in tempo sulla strada giusta, tutto il mondo si troverà a dover affrontare una maggiore incertezza.

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