Un mese prima che il rappresentante commerciale degli Stati Uniti pubblicasse a marzo di quest'anno il rapporto d'indagine 301 e provocasse la guerra commerciale USA-Cina, il Rapporto d'indagini dell'ambiente commerciale cinese 2018 pubblicato dalla Camera di commercio americana in Cina ha reso noto che nel 2017 il 73% delle aziende statunitensi ha realizzato profitti in Cina, e il 74% ha previsto di espanderei propri investimenti in Cina nel 2018, costituendo la più alta percentuale degli ultimi anni; circa il 60% delle aziende associate ha considerato la Cina una delle prime tre destinazioni d'investimento, il 46% degli intervistati ha ritenuto che nei prossimi tre anni la Cina aprirà ulteriormente il suo mercato agli investimenti esteri e un altro 62% ha ritenuto che il grado di trasparenza della formulazione delle politiche e di comunicazione della Cina sia migliorata negli ultimi cinque anni. Il Rapporto d'indagine mostra che la maggior parte delle aziende statunitensi in Cina sono ottimiste riguardo al mercato cinese.

Secondo il ministero del Commercio cinese, nella prima metà di quest'anno sono state fondate in Cina 29.591 nuove imprese straniere, con un aumento del 96,6% rispetto all'anno precedente. L'uso effettivo di capitali esteri è stato di 68,32 miliardi di dollari, con un aumento del 4,1%. Tra le principali fonti di investimento, gli investimenti effettivi degli Stati Uniti in Cina sono aumentati del 29,1% rispetto all'anno scorso.

Questi dati mostrano che gli investimenti stranieri in Cina detengono ancora fiducia nonostante gli impatti negativi apportati dalla guerra commerciale.

Innanzitutto, la Cina ha l'opportunità di crescere nella produzione e nel consumo. Si prevede che la classe media globale raggiungerà i 4,9 miliardi di persone nel 2030, con due terzi concentrati in Asia e per la maggior parte in Cina. L'opportunità d'integrazione tra produzione e consumo si rifletterà innanzitutto nell'apertura del mercato cinese, che attrarrà più aziende multinazionali nel condurre attività commerciali in Cina, il Paese contribuirà alla crescita economica mondiale come un grande paese consumatore e la sua classe media emergente, con il nuovo stile di vita apportato dalla nuova rivoluzione tecnologica, avrà una capacità d'accettazione relativamente alta dei nuovi prodotti.

In secondo luogo, i vantaggi della catena industriale completa della Cina possono fornire un supporto completo alla produzione delle imprese straniere. Va sottolineato che la complessità della catena industriale, piuttosto che la sua funzione di scalabilità, ha maggiori probabilità di attrarre investimenti esteri.

In terzo luogo, la capacità di produzione di scala della Cina e l'innovazione dei paesi sviluppati possono completarsi a vicenda, il che consentirà di mettersi rapidamente in paro con i risultati tecnologici avanzati stranieri e al contempo di ridurre al minimo i costi.

In quarto luogo, sebbene gli impatti della guerra commerciale non si siano ancora rivelati, complessivamente una moderata ripresa dell'economia mondiale fornirà condizioni esterne favorevoli alla Cina per l'attrazione di investimenti stranieri. Dallo scorso anno, il PIL globale ha raggiunto una crescita media del 3,8%. Il Fondo Monetario Internazionale prevede che il tasso di crescita economica globale di quest'anno sarà del 3,9%.

In quinto luogo, la Cina continua ad aumentare la sua apertura all'esterno tramite azioni pratiche. Il 28 luglio sono entrate in vigore le Special Management Measures (Negative List) for the Access of Foreign Investment (2018), che hanno ridotto di 15 clausole le misure restrittive agli investimenti esteri e aperto vari ambiti.

Da ciò é possibile vedere che finché l'economia cinese funzionerà in maniera fluida, il suo enorme mercato e la buona capacità di supporto industriale continueranno ad attrarre investimenti stranieri. Non c'è motivo per cui la guerra commerciale dovrebbe far dubitare della capacità della Cina di attrarre investimenti stranieri.