Nel cuore del deserto di Khobqi, nella Regione autonoma della Mongolia Interna, si erge una statua: una terra dorata sostenuta da un albero gigante. La statua – intitolata "Una speranza che sostiene" – commemora non solo gli enormi cambiamenti intervenuti con l'"Avanzamento dell'ecologia e la retrocessione del deserto", ma simboleggia anche le gesta di coloro che hanno creato una speranza "green" per il deserto di Khobqi.

Zio Morgandorgi che ha piantato 660 ettari di alberi

Per quanto riguarda il piantare gli alberi, lo zio Morgandorgi, che vive nel distretto amministrativo di Hangjin, situato al confine del deserto di Khobqi, ha maturato una ricca esperienza. Lo zio Morgandorgi ha piantato, con il proprio sforzo, un boschetto artificiale di oltre 660 ettari, costituito principalmente da varietà di piante locali, tra cui vi sono quelle resistenti al freddo e alla siccità. Con la sola vendita degli alberelli, il suo reddito è considerevolmente alto.

Altergonwa, il fiore nel deserto

A Khobqi vi è un noto "fiore nel deserto", il suo nome è Altergonwa. In qualità di capo della squadra dei lavoratori contadini, sta guidando un team, con tanta esperienza alle spalle nella coltivazione delle piante, che padroneggia i metodi avanzati utilizzati per piantare gli alberi. La squadra dispone anche di veicoli per il trasporto e macchinari dotati di diverse punte di trapano.

Menkedaley, colui che possiede "identità multiple"

Presidente del consiglio d'amministrazione di una compagnia turistica, proprietario del sabbione, capitano della squadra di lavoratori migranti, allevatore... Menkedaley, che vive nel villaggio di Qixing Lake, possiede identità multiple: ogni identità gli porta un sacco di entrate. Lui e suo padre hanno piantato insieme 66 ettari di terreni boschivi destinati alla coltivazione di prodotti da vendere, come la liquirizia. I loro due caricatori hanno lavorato per il progetto di controllo della sabbia. Menkedaley ha allevato oltre 100 mucche e centinaia di pecore...