"Il terrorismo commerciale" non può salvare gli Stati Uniti
  2018-06-20 17:50:37  cri

Proprio come un toro che ha subito un duro contrattacco, l'amministrazione Trump ora è davvero insofferente: inaspettatamente, nella notte di lunedì 18 giugno, ha rilasciato una dichiarazione, minacciando di imporre nuovi dazi del 10% su altri prodotti made in China, per un valore di 200 miliardi di dollari, sulla base dell'elenco di merci annunciato in precedenza che prevedeva sanzioni su 50 miliardi di import, allo scopo di vendicarsi con la Cina per il fatto che "non è intenzionata a cambiare le sue pratiche scorrette legate all'acquisizione di proprietà intellettuale e tecnologia Usa".

In risposta, il Ministero del Commercio cinese ha rilasciato una dichiarazione, esprimendo un giudizio negativo sulle "pratiche estreme fondate sulla pressione e sul ricatto" perpetrate dagli Stati Uniti, le quali hanno rinnegato le intese raggiunte in molte occasioni dalle due parti, deludendo enormemente la comunità internazionale. Se gli Stati Uniti perderanno la propria ragione, pubblicando l'elenco, la Cina sarà costretta a rispondere in modo energico, adottando una combinazione di misure sia di tipo quantitativo che di tipo qualitativo.

Da 50 miliardi a 200 miliardi di dollari, fino ad arrivare alla seguente minaccia formulata nella dichiarazione della Casa Bianca: "Se la Cina imporrà nuovi dazi, gli Stati Uniti adotteranno nuove sanzioni su 200 miliardi di import". Di conseguenza, la parte statunitense ha finora minacciato di imporre tariffe su un totale di 450 miliardi di dollari di beni cinesi. Tuttavia, secondo le statistiche dell'Amministrazione generale delle dogane della Repubblica Popolare Cinese, nel 2017, la Cina ha esportato merci negli Stati Uniti per un valore di 429 miliardi e 800 milioni di dollari. Ciò significa che se gli Stati Uniti daranno seguito al loro annuncio, implementando la lista da loro identificata, il mercato statunitense chiuderà le porte a tutte le merci cinesi. Hanno perso davvero la ragione. È un comportamento che sfiora la follia!

La globalizzazione si è sviluppata fino ai giorni nostri. Nessun leader di un paese importante, che comprende le leggi del mercato e ha ben chiaro quale sia la tendenza generale del mondo, può compiere azioni così assurde – come chiudere le proprie porte – nei confronti della Cina, la seconda maggiore economia del mondo. Per di più, si tratta del presidente Trump, che ha vissuto per decenni alti e bassi nel mondo degli affari e comprende a fondo "l'arte del trading".

Tuttavia, questa pratica basata sull'egoismo e sul manipolare a piacimento gli interessi dei cittadini cinesi e statunitensi e, persino, dei cittadini del mondo intero, ha permesso alla comunità internazionale di vedere con chiarezza che: ciò a cui gli Stati Uniti aspirano non è semplicemente il raggiungimento di una "bilancia commerciale in pareggio"; gli Usa utilizzano le tariffe commerciali come mezzo di intimidazione tramite cui salvaguardare il proprio predominio assoluto in campo politico, economico, militare e tecnico-scientifico. Questa pratica, che ha inflitto un colpo fatale al libero commercio, alla globalizzazione economica, al sistema di commercio multilaterale e alla catena industriale globale, non è una forma palese di "terrorismo commerciale"?!

Tuttavia, questa pratica non può risolvere i problemi degli Stati Uniti e non può salvare "l'America dal suo declino". Molti analisti ritengono che, sebbene l'economia statunitense abbia registrato dei miglioramenti sul breve termine, la tendenza al rallentamento economico sul lungo termine non è cambiata. Se i politici non riescono a risolvere i problemi strutturali insiti nell'economia statunitense, i rischi nascosti provocati dalla crisi dei subprime del 2008, come l'aumento dei prezzi dei beni o l'aumento senza precedenti del divario tra i redditi, possono "detonare" in qualsiasi momento.

"Il terrorismo commerciale" non può salvare gli Stati Uniti, ma i danni che esso può recare alla globalizzazione economica, al sistema di commercio multilaterale e alla catena industriale globale sono seri. Pertanto, la Cina ha assunto sin dall'inizio un atteggiamento preciso, vale a dire: "Salvaguardare in modo risoluto gli interessi nazionali e gli interessi delle persone e difendere con risolutezza la globalizzazione economica e il sistema di commercio multilaterale".

Fortunatamente, sempre più paesi hanno già potuto constatare con chiarezza quali sono le intenzioni e l'essenza del "terrorismo commerciale" perpetrato dagli Usa. Persino il primo ministro giapponese Shinzo Abe, l'alleato di punta degli Stati Uniti in Asia, ha dichiarato che quanto fatto dagli Usa risulta "difficile da comprendere e inaccettabile", esigendo che le misure commerciali adottate dall'amministrazione Trump siano conformi alle regole dell'OMC. Proprio ora, di fronte alla mossa quasi folle degli Stati Uniti, la comunità internazionale dovrebbe resistere unita e vincere questa "guerra contro il terrorismo" in campo commerciale prendendo posizione e adottando le dovute misure senza mai cedere il passo!

Focus
Social Media

Riviste
Eventi
© China Radio International.CRI. All Rights Reserved.
16A Shijingshan Road, Beijing, China. 100040