Il 19 giugno, la bozza di legge sul commercio elettronico, costituente la prima legge comprensiva della Cina nel campo dell'e-commerce, è stata sottoposta alla legislatura suprema nazionale per il terzo esame. Il terzo esame ha ampliato la definizione dell'ambito degli operatori di commercio elettronico ed ha incorporato nell'ambito delle supervisione legale coloro che vendono beni o forniscono servizi tramite WeChat e streaming. Il piano ha ulteriormente ridotto le condizioni di registrazione amministrativa dei negozi online privati, chiarendo che privati impegnati in attività di "piccole transazioni" non necessitano di registrarsi con le entità di mercato. Segue il nostro servizio in merito:

Con lo sviluppo delle piattaforme social come WeChat, il nuovo modello di business basato sulle piattaforme social di Internet mobile ha fatto crescere sempre più la scala delle micro-imprese della Cina. Secondo i rapporti, la dimensione complessiva del mercato cinese dei micro-commercianti nel 2017 si è avvicinata ai 700 miliardi di yuan, e gli impiegati hanno superato i 20 milioni. A questo proposito, alcuni legislatori e il pubblico hanno avanzato proposte con la speranza di far rientrare l'industria delle micro-imprese sotto la supervisione legale. Yang Xiaojun, segretario generale dell'Associazione dei consumatori di Beijing, ha affermato:

"Al momento non esiste una definizione ufficiale di micro-commercianti. Si può dire che alcuni problemi presenti tra gli operatori di piattaforme cinque anni fa adesso si stanno verificando anche tra i micro-commercianti. Come falsi, prodotti senza certificato, ecc. Consigliamo quindi che la legge sull'e-commerce possa includere anche ciò"

A questo proposito, la terza edizione del piano ha ampliato la definizione dell'ambito degli operatori di commercio elettronico. Il vice direttore del Comitato di costituzione e diritto del Congresso nazionale del PCC, Cong Bin, ha così illustrato:

"Gli operatori di commercio elettronico a cui si riferisce la legge sono persone fisiche, persone giuridiche e organizzazioni non incorporate che si impegnano in attività commerciali di vendita di beni o servizi attraverso Internet e altre reti di informazione, inclusi operatori di piattaforme di e-commerce, operatori di piattaforme e coloro che vendono beni o forniscono servizi attraverso siti web auto-costruiti o altri servizi di rete."

Pertanto, i "micro-commercianti" che vendono beni o forniscono servizi tramite WeChat e streaming entreranno a far parte dell'ambito di regolamentazione della legge sul commercio elettronico.

"Se i negozi online privati debbano o meno effettuare la registrazione commerciale" è sempre stato un argomento di interesse nella procedura legislativa dell'e-commerce. A questo proposito, la terza edizione del piano ha ulteriormente ridotto le condizioni di registrazione amministrativa dei negozi online privati.

La terza bozza di recensione riduce ulteriormente la soglia di registrazione dell'e-commerce per i privati, per permettere l'apertura di negozi online o l'effettuazione di registrazioni commerciali. Cong Bin ha affermato

"Partendo da una considerazione complessiva della registrazione industriale e commerciale in Cina e del sistema di raccolta e gestione delle imposte, e al fine di costituire una concorrenza leale sia online che offline, è necessario in questa legge fornire agli operatori di e-commerce una registrazione in conformità con la legge; al contempo, nella pratica ci sono molti operatori privati con transazioni a frequenza bassa e importi bassi, a cui la piattaforma ha già richiesto l'autenticazione in base alla legge, ma non necessariamente la registrazione. Sulla base di ciò, si propone di aggiungere la disposizione secondo cui individui impegnati in attività di "piccole transazioni" non hanno bisogno di registrarsi con le entità di mercato."