Unione europea, entra in vigore nuovo regolamento sulla protezione dei dati personali
  2018-05-25 19:45:02  cri

Venerdì 25 maggio nei 28 Paesi membri dell'Unione europea è entrato in vigore il nuovo «Regolamento generale sulla protezione dei dati (RGPD)» dell'Ue. Rispetto alla «Direttiva sulla protezione dei dati» (Direttiva 95/46/CE) implementata nel 1995, nel nuovo regolamento sono state aggiunte non poche condizioni, che limitano rigorosamente i diritti di trattamento dei dati personali da parte delle imprese, con la severità delle punizioni previste per chi non le rispetta che ha raggiunto livelli senza precedenti, motivo per cui è anche definita come la bozza di protezione della privacy "più severa della storia".

Per mezzo di questo regolamento severo e dettagliato, l'Ue spera di tutelare completamente la sicurezza dei dati degli internauti. In altre parole, in futuro le grandi imprese, in particolare le aziende di internet, dovranno ottenere il consenso degli utenti prima di poter utilizzare i loro dati. In realtà, questa legge non si limita al territorio europeo, ma getta le basi per la protezione dei dati a livello globale per i prossimi 10 anni. Allo stesso tempo, questo regolamento stabilisce norme e limitazioni in ogni aspetto dell'utilizzo dei dati personali ai fini di lucro da parte delle aziende tecnologiche; per questo motivo, in futuro, avrà un profondo impatto sull'economia digitale di tutto il globo.

Sin dalla nascita di internet, la protezione della sicurezza delle informazioni private è sempre stata una questione focale. Negli ultimi anni, con lo sviluppo dell'industria di big data, l'analisi e l'applicazione dei dati degli utenti sono diventate una direzione di sviluppo chiave per numerose imprese di internet, il che ha causato un aumento drastico della diffusione di dati personali e del loro abuso. Fenomeni di grave entità come il furto dei conti bancari, o quelli meno gravi come le frequenti telefonate commerciali e pubblicitarie che riceviamo quasi quotidianamente sui nostri cellulari e lo spam che ci arriva nella casella di posta elettronica, sono tutti collegati alla diffusione dei dati personali.

Il regolamento elaborato dai legislatori dell'Unione europea, forse perché personalmente toccati dalla questione, prevede una meticolosa e completa  protezione  della sicurezza dei dati personali. Ad esempio, nel nuovo regolamento si legge, nel caso in cui un'azienda o organizzazione offra prodotti o servizi ai residenti europei, o anche se si limiti a raccogliere o a supervisionare i dati relativi ai residenti europei, quest'ultima dovrà rispettare le norme del regolamento, quale che sia la sua sede. Da questo punto di vista, il nuovo «Regolamento generale sulla protezione dei dati» si applica a quasi tutte le aziende e organizzazioni.

Il nuovo regolamento prevede anche che le aziende, oltre a rispettare le norme, dovranno assumersi la responsabilità dell'abuso dei dati correlati da parte di fornitori loro partner; qualora questi ultimi violassero le norme, anche le aziende in questione riceveranno una punizione. Questo articolo fa sì che nessuna azienda potrà fuggire alle proprie responsabilità, costringendole   tutte a partecipare alla protezione della sicurezza dei dati personali. Ciò dovrebbe impedire alle aziende di fare a scaricabarile, fenomeno questo che si è verificato molto frequentemente in passato.

Inoltre, il nuovo regolamento si applica ai numerosi dati privati come le informazioni di identità, i dati di internet, i dati medici e genetici, i dati di riconoscimento biometrico e i dati relativi all'etnia e alla nazionalità, impedendo il verificarsi di casi di trattamento ambiguo dei dati da parte delle imprese di internet. Quanto alle questioni quotidiane, tipo lo spam, nel nuovo regolamento è previsto anche che, senza un chiaro consenso dei clienti, nessuna azienda potrà inviare email di informazioni promozionale agli stessi.

C'è da notare che l'elaborazione di questa versione del regolamento da parte del Parlamento europeo è iniziata tre anni fa, quando l'utilizzo di nuove tecniche come big data, cloud computing e internet delle cose non erano ampiamente usate. Allo stesso tempo, quando il Parlamento europeo ha elaborato il regolamento, il fine principale era quello di proteggere la sicurezza dei dati personali e della privacy dei cittadini, per cui non sono state prese molto in considerazione questioni come lo sviluppo industriale, il diritto di conoscere la verità e l'orientamento sociale. Pertanto, il nuovo regolamento potrebbe avere in un certo senso ripercussioni negative sull'industria di internet. Può darsi che nel processo di implementazione, in futuro, l'Ue potrebbe apportare delle modifiche a specifiche norme. Inoltre, nell'era di internet, in cui le nuove tecnologie sono aggiornate di giorno in giorno, un altro problema per il Parlamento europeo sarà riuscire a far mantenere alla legislazione lo stesso passo degli aggiornamenti tecnologici.

 

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