| Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha recentemente annunciato il divieto di vendita di qualsiasi componente tecnologico o per telecomunicazioni ai produttori cinesi di ZTE per i prossimi sette anni. Bai Ming, vice direttore dell'Istituto dei mercati internazionali dell'Accademia cinese di commercio e cooperazione economica, ha affermato che le sanzioni Usa contro ZTE renderanno la vita difficile alle imprese cinesi, ma accelereranno il processo di innovazione indipendente e la cooperazione aperta tra le aziende di high-tech in Cina. Segue il nostro servizio sull'argomento:
Il 19 aprile, il portavoce del Ministero del Commercio cinese Gao Feng ha commentato nuovamente le sanzioni decise dagli Usa ai danni di ZTE, affermando che quest'azione finirà per danneggiare gli interessi degli Stati Uniti. A questo proposito, anche il vice direttore dell'Istituto dei mercati internazionali dell'Accademia cinese di commercio e cooperazione economica, Bai Ming, ha espresso il suo punto di vista:
"Penso che questo approccio adottato dagli Usa non sia contrario solo agli interessi della Cina, ma anche a quelli degli Stati Uniti. Lo sviluppo di ZTE ha portato ad una maggiore vendita di microchip americani. Nel caso in cui lo sviluppo dell'azienda sarà ostacolato, questa situazione si ripercuoterà anche sulle imprese americane di microchip. Per questo motivo, negli ultimi giorni, il valore delle azioni di alcune società statunitensi di microchip ha registrato fluttuazioni piuttosto evidenti. Questo ha mostrato chiaramente che le sanzioni Usa contro ZTE si sono ritorte contro diverse aziende degli Stati Uniti."
Il ministero del Commercio della Cina ha recentemente dichiarato che seguirà attentamente gli sviluppi di questa situazione e si è detto pronto ad adottare le misure necessarie per difendere i diritti e gli interessi legittimi delle aziende cinesi. D'altro canto, i dati mostrano che nel 2016 le importazioni di microchip in Cina hanno raggiunto quota 230 miliardi di dollari, quasi il doppio delle importazioni di greggio, che occupano il secondo posto. Bai Ming ha aggiunto che questa situazione ha reso le aziende cinesi consapevoli del fatto che le tecnologie chiave costituiscono un aspetto fondamentale, e che una carenza di queste tecnologie rappresenta il maggiore pericolo nascosto per le imprese.
Per quanto riguarda il modo in cui lo sviluppo hi-tech in Cina potrà risolvere il problema delle tecnologie chiave, Bai Ming ritiene che le aziende cinesi debbano continuare a rafforzare le attività di ricerca e di sviluppo, essere orientate al mercato, lavorare insieme alla scoperta di tecnologie chiave con proprietà intellettuale indipendente, e tenere saldamente nelle proprie mani l'iniziativa per concorrenza e sviluppo.
"Abbiamo bisogno di concentrarci sul sostegno alla ricerca e allo sviluppo, e su alcune tecnologie chiave per realizzare scoperte rivoluzionarie. Su questa base, dovremo insistere su un orientamento al mercato combinato con il sostegno delle politiche attuate dal Paese. Guarderemo sia alla guida del Paese che al ruolo del mercato."
Bai Ming ritiene che la Cina non imboccherà la strada della chiusura ma che continuerà ad aprirsi e a cooperare, sforzandosi di utilizzare nel modo migliore le risorse scientifiche e tecnologiche nazionali e internazionali, promuovendo l'innovazione indipendente in un contesto globale di mutuo vantaggio.
"In un mercato aperto noi saremo realmente intenzionati ad insistere su un'innovazione indipendente, ma senza opporci in modo miope a ciò che proviene dall'estero. Per esempio, nel quadro del "Made in China 2025", potremo cooperare pienamente in alcune aree per accelerare la nostra innovazione e facilitarne l'indipendenza attraverso i concetti di "introduzione, digestione e assimilazione". Questo consentirà di accorciare il nostro percorso di ricerca, migliorarne l'efficienza e rafforzare il nostro sviluppo indipendente."
