L'Ue propone l'introduzione di una "tassa digitale" sul fatturato delle imprese digitali
  2018-03-22 16:36:35  cri

Mercoledì 21 marzo la Commissione europea ha presentato due nuovi progetti legislativi per garantire che le attività commerciali digitali nell'Ue siano tassate in modo equo e crescente. L'Unione europea ha proposto di imporre immediatamente una tassa provvisoria alle società digitali con un reddito globale annuo superiore ai 750 milioni di euro. I quattro principali colossi di internet negli Usa potrebbero essere i primi a dover sostenere gli effetti di questa misura. Segue un nostro servizio in merito:

In un rapporto pubblicato dall'Unione europea si legge che negli ultimi anni lo sviluppo vigoroso dei business digitali, come le società di social media, le piattaforme per la cooperazione e i provider di contenuti online, ha dato un contributo straordinario alla crescita economica dell'Ue. Secondo le statistiche, attualmente, 9 delle 20 maggiori società con la più grande capitalizzazione di mercato al mondo sono aziende digitali. Tuttavia, le attuali norme fiscali dell'Ue non sono state elaborate per queste società globali, virtuali o con una presenza fisica limitata o nulla. Attualmente, le imprese digitali vengono tassate con una aliquota media effettiva pari solo alla metà di quella dei tradizionali soggetti economici dell'Ue.

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi nell'arco della stessa giornata, il Commissario europeo per gli affari economici e monetari, Pierre Moscovici, ha affermato che una sfida per l'Ue consiste nello sfruttare al meglio la tendenza di sviluppo dei business digitali, garantendo al contempo che anche le imprese digitali contribuiscano con la loro giusta quota di tasse. Moscovici ha sottolineato che ci sono diversi motivi alla base della proposta di tassazione alle società digitali:

"Innanzitutto, questo è un problema che l'Ue sta affrontando da molti anni. In secondo luogo, dal momento che l'Europa è il principale mercato per le aziende digitali in tutto il mondo, l'impatto delle perdite è ancora maggiore. Con la crescita dell'industria digitale, l'erosione della base imponibile può soltanto aumentare. In terzo luogo, come Commissione europea, dobbiamo evitare la frammentazione del mercato interno a causa di azioni di tassazione nazionale non coordinate. Diversi Stati membri hanno già cominciato a farlo. Dobbiamo fornire certezza giuridica a queste società".

Ci sono due progetti legislativi presentati mercoledì 21 marzo dalla Commissione europea. Il primo prevede la revisione delle attuali norme dell'Ue in materia di tassazione delle società, in modo che il carico fiscale per le imprese digitali e i soggetti tradizionali sia uguale. Per l'Unione europea si tratta di una soluzione a lungo termine. Le nuove regole consentirebbero agli Stati membri dell'Ue di tassare gli utili generati sul loro territorio, anche nel caso in cui una società non vi abbia una presenza fisica. Sono stati formulati tre criteri per stabilire se una piattaforma digitale è tassabile: se uno di questi tre criteri viene soddisfatto, la piattaforma digitale sarà considerata dagli Stati membri dell'Ue come una "presenza digitale" o una stabile organizzazione virtuale imponibile. I tre criteri sono: la piattaforma digitale raggiunge una soglia di 7 milioni di euro di ricavi annuali in uno Stato membro dell'Unione europea; ha più di 100mila utenti in uno Stato membro in un esercizio fiscale; supera i 3mila contratti commerciali per servizi digitali conclusi tra l'impresa e utenti aziendali in un esercizio fiscale. Inoltre, le nuove regole cambieranno anche la distribuzione degli utili, per meglio riflettere come le aziende digitali creano il loro valore online.

Ancora più convincente è il secondo progetto legislativo: per colmare le lacune, l'Ue imporrà un'imposta temporanea su determinate attività commerciali digitali, prima che il progetto di riforma fiscale venga portato a compimento in modo integrale.

Moscovici ha anche affermato che se gli Stati membri dell'Ue applicheranno in modo uniforme un'aliquota del 3%, la nuova imposta potrebbe generare ogni anno fino a cinque miliardi di euro di gettito fiscale. Moscovici ha anche rivelato che il vertice di primavera dell'Ue, che comincerà oggi 22 marzo, esaminerà il progetto di riforma fiscale. Tuttavia, questo progetto potrà essere attuato solo dopo l'approvazione del Consiglio europeo e del Parlamento europeo.

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