Giovedì 15 marzo il presidente statunitense Donald Trump, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Teresa May hanno pubblicato una dichiarazione congiunta, con la quale hanno richiesto alla Russia di dare una spiegazione sull'avvelenamento dell'ex spia russa. Lo stesso giorno, il presidente russo Vladimir Putin ha convocato la conferenza di sicurezza della federazione russa, esprimendo la massima apprensione per le recenti politiche britanniche nei confronti della Russia.

Nella dichiarazione congiunta, i leader dei quattro paesi hanno reso noto che "questo avvenimento minaccia la sicurezza di tutti noi", condannando il fatto che la Russia ha violato la "Convenzione sulle armi chimiche" e il Diritto internazionale, e richiedendo a Mosca di "rendere completamente pubblici" all'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche i progetti che coinvolgono l'agente nervino "Novichok".

Al riguardo, il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov ha detto ai media russi che né l'Unione Sovietica né la Russia hanno mai avuto alcun progetto per lo sviluppo dell'agente nervino "Novichok".