Fei Anling: 'spunti italiani nell'elaborazione del Codice civile cinese '
  2017-10-20 15:36:00  cri
Il 15 marzo 2017, la V Sessione della XX Assemblea Nazionale del Popolo ha approvato la Parte generale del Codice civile, cosa che ha richiamato una forte attenzione. Questa è entrata formalmente in vigore lo scorso 1 ottobre. Dal 23 ottobre 2014, quando il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese aveva formalmente espresso la decisione di avviare i lavori per la redazione del Codice civile sino all'entrata in vigore della Parte generale dello stesso, può vedersi come in pochi anni la legislazione cinese abbia compiuto un balzo sino al raggiungimento di una pietra miliare. Se andiamo a ricordare il processo che ha condotto all'elaborazione della stessa, si può dire che l'elaborazione del Codice civile della RPC stia avvenendo sulla base del dare risposta alle esigenze che emergono nella società cinese e nel fare ciò in modo attivo si cerca di attingere anche alle esperienze di codificazione di altri Paesi, in particolar modo il Codice civile italiano, che affonda le proprie radici nel Diritto romano, è tra quelli che vanno a fornire ispirazione per la elaborazione del Codice civile della Cina. Per tale ragione, chi vi parla ha intervistato l'Autrice della Traduzione in lingua cinese del Codice civile italiano, la Professoressa Fei Anling, Preside della Facoltà di Juris Master dell'Università della Cina di Scienze Politiche e Giurisprudenza, la quale ritiene che il Codice civile italiano con riferimento alla sistematizzazione del diritto privato, all'introduzione di tutela per nuovi tipi di diritti, alla scientificità della tecnica legislativa impiegata etc. possa rappresentare un utile modello di esperienza per l'elaborazione del Codice civile della RPC.

La Professoressa Fei Anling ritiene che l'idea di codificazione originata nel Diritto romano abbia il proprio nucleo fondamentale nella sistematica del diritto, in altri termini, si debbono organizzare i contenuti relativi al diritto privato in una certa struttura sistematica, la compilazione deve avvenire secondo una chiara logica venendosi a redigere un codice che possa svolgere un ruolo di guida per le persone nello svolgimento dei loro rapporti privati e per i giudici nella decisione dei casi. Da questo punto di vista, l'idea di un codice unitario per il diritto civile e commerciale, con le proprie radici nel Diritto romano ed entrata nella teoria giuridica moderna, concretizzatasi nel Codice civile italiano, offre uno spunto importante per la compilazione del Codice civile della RPC.

Il Codice civile italiano è un codice appartenente alla II generazione dei codici europei ed ha svolto il ruolo di precursore per quanto riguarda il regolare in modo unitario il diritto civile e commerciale. Come codice del XXI secolo, nel Codice civile cinese il modello di codice unitario di diritto civile e commerciale dovrà essere adattato alle condizioni locali della Cina e dovranno compiersi sforzi per raggiungere un elevato livello di scientificità. La Parte generale entrata in vigore il primo ottobre di quest'anno, separa la nozione fondamentale in persona giuridica in persone giuridiche con o senza scopo di lucro. Ciò, già di suo, corrisponde ad una fissazione del recepimento del modello unitario di codice civile e commerciale. Ovviamente, il progetto attuale di legislazione prevede che le discipline riguardanti, più nello specifico, le società di capitali, gli strumenti finanziari, il fallimento, le assicurazioni etc. siano posizionate fuori dal Codice e regolate in delle leggi speciali, tuttavia ciò non influisce sulla unitarietà tra diritto civile e commerciale scelta dal Codice

Al contempo la Professoressa Fei Anling sottolinea il fatto che il Codice civile italiano aveva già rivolto forte attenzione all'inclusione di regole riguardanti nuovi tipi di diritti, ad esempio la proprietà intellettuale, materia che ha iniziato a prendere forma in età moderna, andava già a trovare spazio all'interno del Codice italiano degli anni '40 andando a rappresentare il precedente dell'inserimento delle norme in materia di proprietà intellettuale all'interno di un codice civile. Per quanto riguarda i Paesi a diritto codificato, il modello legislativo che viene del Codice civile italiano rispetto a questi diritti innovativi si caratterizza per il fatto che questo provveda con delle norme a stabilire una posizione degli stessi, a dettarne le relative discipline riguardanti i soggetti, il riconoscimento e la protezione, il consenso circa l'utilizzo degli stessi o il loro trasferimento etc. e venga inoltre a far sì che ciò sia in concordanza con le norme civilistiche di natura più generale circa i soggetti del diritto, i diritti reali, le obbligazioni etc. che giocano un ruolo primario anche riguardo a tali diritti di più recente elaborazione. In base a questa tecnica legislativa, anche il Codice civile cinese, andando a soddisfare le particolari esigenze che emergono dalla società cinese e dai tempi che andiamo attraversando, va ad accogliere dei nuovi tipi di diritti.

Attualmente la Associazione sulla ricerca sulla proprietà intellettuale e la Suprema Corte del Popolo cinesi hanno entrambe offerto al legislatore dei progetti di libri del Codice dedicati alla regolamentazione della proprietà intellettuale. In questi abbiamo inserito, ad esempio, norme riguardanti la protezione del diritto di diffusione di contenuti tramite internet ed altri nuovi tipi di diritti della proprietà intellettuale. In realtà ciò ha ricevuto l'influenza del pensiero legislativo che ha ispirato il Codice civile italiano che, come spiegato, ha rivolto forte attenzione all'inserimento di norme regolanti nuove tipologie di diritti

Inoltre sul piano tecnico-scientifico, la Professoressa Fei Anling ritiene che, per la sua elevata scientificità, il Codice civile italiano possa andare a rappresentare un modello di standard tecnico a cui ispirarsi

Il Codice civile italiano, per quanto riguarda i profili inerenti la legislazione, reca un macro disegno di natura fortemente sistematica, ma al contempo reca delle norme che vanno a regolare alcuni aspetti di dettaglio relativi a taluni istituti e, per quanto riguarda la scientificità della terminologia impiegata, della coerenza, del coordinamento tra le varie norme ed altri aspetti relativi alla tecnica legislativa, offre moltissimi preziosi spunti per noi che stiamo redigendo il nostro Codice.

La Professoressa Fei Anling ha inoltre raccontato degli oltre 30 anni di cooperazione in materia giuridica tra la Università della Cina di Scienze Politiche e Giurisprudenza in rappresentanza anche di altre Università ed Enti di ricerca cinesi in materia di diritto con la Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Roma Tor Vergata a cui si sono poi aggiunte altre celebri Facoltà di diritto italiane quali quella dell'Università di Bologna, della Scuola Superiore Sant'Anna, dell'Università di Roma Sapienza etc. Inoltre, ha spiegato la Professoressa, l'Università della Cina di Scienze Politiche e Giurisprudenza ha istituito il "Centro di ricerca sullo studio del Diritto Romano e del Diritto Italiano" sottolineando, infine, come l'elaborazione del Codice civile in Cina rappresenti un punto che riceve sempre maggiore interesse nel dialogo e nell'approfondimento scientifico comune tra giuristi italiani e cinesi.

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