Anche secondo quanto reso noto dai risultati di ricerche condotte da diverse istituzioni tra cui il Fondo monetario internazionale e il Peterson Institute for International Economics, negli ultimi due anni la Cina non ha mai "manipolato il tasso di cambio", dunque le accuse ad essa rivolte in merito a questo tema risultano infondate.
Nel rapporto in oggetto, il Tesoro americano afferma che l'ultima variazione del tasso di cambio decisa da Beijing favorirà il riaggiustamento dello squilibrio commerciale con Washington, e che la rivalutazione del RMB rispetto al dollaro aiuterà a ridurre l'attivo della Cina nel commercio con gli Stati Uniti.