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Dal 14 al 15 maggio a Beijing, si terrà il Forum sulla cooperazione internazionale di "Una cintura e una via" per i capi di Stato e di governo di 28 Paesi, tra cui Paolo Gentiloni, parteciperanno al Forum e insieme a migliaia di ospiti illustri discuteranno in merito allo sviluppo dell'iniziativa "Una cintura e una via" sulla base del concetto di "discussione, costruzione e condivisione congiunta", unendo i consensi e promuovendo la cooperazione. Il 10 maggio a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni ha concesso un'intervista congiunta ai corrispondenti cinesi in Italia, affermando che il Paese è il punto di arrivo ideale della Via della Seta, e che quest'iniziativa porterà enormi opportunità economiche all'Italia. Segue il nostro servizio sull'argomento.
Secondo quanto affermato dal premier italiano, l'attuazione di quest'iniziativa rinsalderà le relazioni tra i Paesi lungo la "cintura" e la "via" e farà in modo che la Cina sia "più vicina". Tutti i settori della società italiana hanno risposto in modo attivo a questo progetto e sono in attesa dei risultati del forum. Gentiloni prenderà parte a quest'appuntamento alla guida di una delegazione costituita da funzionari, responsabili d'imprese pubbliche e private e di personalità del mondo accademico.
"Quella della "belt and road forum" è una strategia che attraverso forse il più importante progetto di ammodernamento infrastrutturale che è in corso oggi nel mondo, tende ad avvicinare ancora di più la Cina e l'economia cinese con il lungo percorso che attraversa l'Asia per raggiungere l'Europa. Naturalmente questo ha un particolare rilievo per un paese come l'Italia, non solo per ragioni storiche, noi siamo sempre stati un po' il paese di arrivo della Via della Seta, ma anche per ragioni attuali, cioè l'Italia è al centro del Mediterraneo. Tutti interessati a questo grande progetto. Ci piace l'idea di mettere insieme queste forze."
La storia dei rapporti tra Italia e Cina è lunga diversi secoli, e gli scambi culturali e commerciali tra le due antiche civiltà sono di lunga data. Il lancio e l'attuazione dell'iniziativa "Una cintura e una via" porterà nuove opportunità e darà un forte impulso alla cooperazione sino-italiana. Per quanto riguarda il ruolo svolto dall'Italia, Gentiloni ritiene che il Paese sia una destinazione importante per questo progetto e che, in qualità di piattaforma globale, "Una cintura e una via" fornirà all'Italia un'importante opportunità per allargare il campo della cooperazione internazionale.
"Noi siamo convinti che tuttora l'Italia sia una meta e una destinazione ideale per la strategia "belt and road", soprattutto per il collegamento meridionale, quello marittimo. Per l'economia italiana significa non solo avere la possibilità, ad esempio nel mar Adriatico, simbolicamente si dice Venezia ma sono tanti i porti dell'Adriatico, di essere un punto terminale della parte marittima della Via della Seta, avendo quindi dei grandi vantaggi logistici commerciali. Dall'altra parte, per l'Italia ci sono grandi possibilità di valutare investimenti comuni con la Cina e con altri partner, penso ad esempio al Pakistan, quindi non è solo ricevere, ma è anche quello di partecipare a realizzare alcune grandi infrastrutture nei paesi che la Via della Seta attraverserà."
L'iniziativa "Una cintura e una via" sottolinea il concetto di mutuo vantaggio, di cooperazione regionale, inclusività e sviluppo. Attualmente, però, l'ondata di protezionismo, isolazionismo e anti-globalizzazione è accompagnata da non pochi consensi. Tuttavia, Gentiloni ha mostrato apprezzamento per il concetto di comunità dal futuro condiviso proposto dal presidente Xi Jinping durante il Forum economico mondiale di Davos, e ha affermato che il nemico non è la globalizzazione.
"Io sono assolutamente d'accordo. Credo che il discorso tenuto dal presidente Xi Jinping a Davos abbia colpito nel segno. Per un paese come l'Italia, come si dice in italiano "sfondando una porta aperta", cioè per noi dare importanza agli scambi commerciali, alle economie aperte verso l'esterno, direi che è nella caratteristica da sempre del nostro paese, della nostra società. Quindi il fatto che io abbia molto apprezzato il discorso del presidente Xi Jinping, riflette una scelta economica e culturale italiana, si potrebbe dire da sempre, il che non significa che non abbiamo dei negoziati commerciali da affinare tra Cina e Unione Europea, perché abbiamo dei dossier sui quali stiamo lavorando, ma significa che abbiamo un orizzonte comune nel dire che non si può diventare improvvisamente nemici della globalizzazione. Chi subisce conseguenze negative dalla globalizzazione, non va strumentalizzato, va protetto."