Il mattino del 26 aprile, l'addetto stampa dell'Ufficio per gli Affari di Taiwan del Consiglio di Stato cinese, Ma Xiaoguang, ha affermato che il "Consenso del 1992" ha chiaramente definito la natura delle relazioni tra le due sponde dello Stretto. Quest'ultimo è un esempio delle rispettive buone intenzioni e, soprattutto, una pietra di paragone per verificare le "buona volontà" delle autorità di Taiwan.

Durante la conferenza stampa di routine tenutasi lo stesso giorno, un giornalista ha fatto riferimento alla chiusura del meccanismo di comunicazione tra le due sponde a partire dal 20 maggio dell'anno scorso, per quanto la parte di Taiwan recentemente abbia ripetutamente affermato di avere la speranza di riprendere il prima possibile i colloqui e l'interazione con la Cina continentale. A tale proposito, Ma Xiaoguang ha affermato che le autorità di Taiwan da una parte danneggiano la base politica comune delle due sponde, dall'altra sostengono di voler riprender e il dialogo e le comunicazioni tra le due sponde. Queste due posizioni non sono forse in contraddizione tra loro? Nessun pretesto può costituire una ragione per porre il veto al "Consenso del 1992". Se le autorità di Taiwan sono veramente in buona fede quando sostengono di voler riprendere il meccanismo di comunicazione tra le due sponde, allora dovranno ritornare alla base politica comune del "Consenso del 1992".