Secondo quanto comunicato dall'ambasciatore d'Italia in Cina, Ettore Sequi, negli ultimi anni, il numero degli studenti cinesi in Italia è in continuo aumento. Solo nel 2015, ci sono stati circa 2 mila studenti cinesi a studiare nel Bel Paese. Dal canto suo, Il primo segretario della Cancelleria consolare/visti dell'ambasciata, Massimo Gaudiano, ha affermato che per migliorare la qualità della mobilità degli studenti cinesi in Italia, il governo italiano, insieme a Uni-Italia - associazione accreditata per i servizi per gli studenti stranieri in Italia - ha allungato i tempi della pre-formazione linguistica dei progetti "Marco Polo" e "Turandot", i due principali programmi per la mobilità degli studenti cinesi in Italia, e che in futuro, sarà ulteriormente semplificata la procedura dei visti. Il responsabile in Cina di Uni-Italia, Xin Jianjun, ha dato il consiglio agli studenti cinesi di scegliere più corsi scientifici e di andare di più nelle università del Sud dell'Italia, per evitare l'attuale forte concorrenza nella candidatura agli atenei nelle metropoli.
I rappresentanti del Chinese Service Center for Scholarly Exchange e del China Scholarship Council hanno osservato che bisogna rafforzare gli scambi nel riconoscimento del titolo di studio e coinvolgere ancora più atenei italiani nel sistema delle borse di studio del governo cinese.
Dopo la tavola rotonda, Radio Cina Internazionale e Uni-Italia hanno presentato insieme l'app bilingue Cinitalia, lanciata a settembre, in cui un modulo è dedicato specificatamente allo studio in Italia.