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L'11 settembre, a Xiamen, nella provincia cinese del Fujian, si è concluso l'appuntamento annuale con la Fiera Internazionale Cinese per gli Investimenti e il Commercio. L'evento ha ottenuto risultati importanti, promuovendo 30 mila progetti efficaci per gli investimenti, per un totale di 507,3 miliardi di RMB. Nel corso della fiera, per la prima volta si è discusso della zona della Nuova Via della Seta, e si sono tenuti diversi forum sul tema del progetto di "Una cintura e una via". è opinione degli esperti che, con l'implementazione di questo progetto, le imprese cinesi dovranno prestare maggiore attenzione nell'assumersi le proprie responsabilità quando investono all'estero. Segue il nostro servizio sull'argomento:
"La Lettonia è un centro per il commercio che collega l'Oriente e l'Occidente, ma è anche una porta che favorisce l'accesso al mercato europeo. Abbiamo un grande porto libero dai ghiacci, economicamente molto efficiente e con ottime infrastrutture. Inoltre, la capitale del Paese, Riga, ha le carte in regola per diventare il più grande centro finanziario e di commercio della zona. I suoi servizi alle imprese ad investimenti stranieri possono essere utilizzati come un trampolino di lancio per aiutarle ad entrare nei mercati di altri paesi europei."
Queste parole sono state pronunciate dal vice primo ministro della Lettonia, Arvils Ašeradens, durante la sua partecipazione ad un forum, sempre nel quadro della fiera. La Lettonia si trova in Europa centro-orientale, ed è situata sulla linea in cui va ad operare il progetto di "Una cintura e una via". In qualità di vice premier del Paese, ha guidato la delegazione composta da 15 funzionari governativi e personalità del mondo del commercio, con la speranza di attirare un numero maggiore d'investimenti cinesi.
Quest'edizione della fiera è coincisa con il terzo anniversario del lancio del progetto di "Una cintura e una via". Secondo i dati del Ministero del Commercio cinese, dal momento del lancio fino a luglio di quest'anno, il totale degli investimenti cinesi nei Paesi interessati ha superato di poco i 51 miliardi di dollari, il 12% del totale degli investimenti diretti all'estero nello stesso periodo. In questi Paesi, le imprese della Cina hanno costituito 52 zone per la cooperazione economica, per un totale di 15,6 miliardi di dollari di investimenti, con un gettito fiscale di 0,9 miliardi e 70 mila posti di lavoro in più.
Secondo quanto detto da Wei Tengxiong, presidente della compagnia Tianzhenxing, di Quanzhou, nella provincia del Fujian, la società produce attrezzature specializzate per ricevitori digitali. L'azienza ha tuttavia sperimentato un eccesso di produttività nel paese, e pochi anni fa ha deciso di investire nei Paesi del Sud-Est asiatico, riducendo i costi di produzione, ma continuando a soddisfare le esigenze delle persone all'estero.
"Nel 2009 e nel 2010 abbiamo sperimentato un eccesso di produttività. Poi siamo andati in Thailandia per costruire fabbriche e assumere manodopera locale a basso costo. Abbiamo visto come questo settore nel Paese sia in costante evoluzione. Per la Thailandia, anzitutto, abbiamo risolto il problema dell'occupazione locale, in secondo luogo, dei prodotti innovativi possono soddisfare in modo migliore le esigenze della popolazione locale."
Con la promozione della strategia di Una cintura e una via, sempre più imprese cinesi hanno investito e dislocato all'estero. Il direttore dell'Istituto di Studi Strategici per l'Asia-Pacifico dell'Accademia Cinese delle Scienze Sociali, Li Xiangyang, ha raccomandato alle imprese cinesi di prestare grande attenzione alle loro responsabilità nei confronti della società quando investono all'estero.
"Anzitutto, è necessario fare in modo che le imprese cinesi si assumano le loro responsabilità nei confronti della società. In secondo luogo, il popolo deve essere il beneficiario del progetto d'investimento. Infine, bisogna creare capacità di sviluppo per l'econonia locale."