Luo Hongbo: "green economy" nuovo aspetto dello sviluppo della cooperazione sino-italiana
  2016-09-01 16:29:04  cri

 


Dal 4 al 5 settembre, si terrà ad Hangzhou il Vertice del G20, nel corso del quale si discuterà anche di un tema che riscuote grande attenzione: l'economia "green". Prima del vertice, la professoressa Luo Hongbo, ricercatrice all'Accademia delle Scienze Sociali, e presidente dell'Associazione dell'Economia Europea che lavora nell'ambito dell'Associazione Cinese per gli Studi Europei, ha concesso un'intervista esclusiva a Radio Cina Internazionale. Nel corso del colloquio, la professoressa ha affermato che lo sviluppo dell'economia ecologica, come stabilito nel "Tredicesimo Piano Quinquennale" cinese, diverrà un nuovo aspetto che segnerà uno sviluppo ulteriore della cooperazione tra Cina e Italia.  

La Cina ha inserito per la prima volta il tema della finanza ecologica nell'agenda del G20 di quest'anno, promuovendo l'istituzione di un gruppo di ricerca su questo tema per mobilitare più risorse in investimenti ecologici. Inoltre ha dato risalto alla trasformazione del settore finanziario spostando l'attenzione dal beneficio veloce alla concezione di sviluppo eco-sostenibile. Luo Hongbo ha affermato che l'Accordo di Parigi, siglato alla fine del 2015 da ben 196 parti contraenti, è un documento per una governance globale dei cambiamenti climatici, ed è da considerare come una pietra miliare sin dalla firma del Protocollo di Kyoto nel 1997. In qualità di paese ospitante del vertice G20 di quest'anno, la Cina ha inserito la finanza ecologica tra i temi più importanti da discutere durante l'incontro. Con questo la Cina desidera mostrare la sua determinazione a promuovere un'upgrading dell'economia verso un modello di sviluppo realmente eco-sostenibile e a bassa emissione di carbonio. La Cina, dunque, desidera presentare il suo impegno a mettere in atto gli obiettivi dell'Accordo di Parigi insieme ad una collaborazione a livello globale in materia di ambiente. La professoressa Luo ritiene che la discussione su questo tema avrà due effetti importanti: il primo sarà quello di sottolineare ulteriormente l'importanza dello sviluppo di un'economia e di una società ecologica a livello mondiale, il secondo sarà quello di rendere la finanza il motore dello sviluppo ecologico mondiale.  

Come richiesto dal "Tredicesimo Piano Quinquennale", l'economia ecologica si sta sviluppando in modo vigoroso. In questi due anni, la velocità di crescita della finanza ecologica ha visto un'accelerazione evidente. Secondo quanto rivelato dalle statistiche, nella prima metà di quest'anno, la Cina è divenuta il più grande mercato di titoli ecologici a livello globale. La Cina sta anche sviluppando attivamente gli investimenti nella finanza ecologica, in particolare quelli nel settore delle nuove fonti energetiche. Secondo quanto reso noto nel Rapporto sullo Sviluppo delle Nuove Fonti Energetiche 2016, nel corso dell'anno precedente, i finanziamenti della Cina in questo settore hanno raggiunto i 110,52 miliardi di dollari, piazzandosi al primo posto nel mondo. Di fatto, il volume totale degli investimenti nelle nuove fonti energetiche ha superato quello degli Stati Uniti, ed è quasi uguale a quello della somma di tutti i paesi dell'Unione Europea.  

Secondo la professoressa Luo, l'inserimento dei temi riguardanti la "green economy" nell'agenda del vertice del G20 dimostra quanto la Cina sia attenta alla costruzione della civiltà ecologica, e quanto questo aspetto abbia raggiunto un livello senza precedenti. La ricercatrice cinese ha affermato che, a partire dagli anni 80' del secolo scorso, l'economia cinese si è sviluppata molto velocemente, ma allo stesso tempo, ha pagato un alto costo in termini ambientali. Oggi tra i cittadini esiste un alto livello di consenso per lo sviluppo di un'economia e di una civiltà ecologica. Nel "Tredicesimo Piano Quinquennale" messo in atto da quest'anno, si afferma in modo esplicito che nei prossimi cinque anni il volume delle emissioni di biossido carbonio, all'unità del Pil, dovrà essere ridotto del 18%. Per raggiungere quest'obiettivo, il governo cinese dovrà adottare diverse misure efficaci, tra cui la formulazione e la messa in atto del Nuovo Diritto della Tutela Ambientale, l'implementazione del sistema a doppio controllo a livello di volume e intensità del consumo di risorse energetiche, e del progetto pilota di una zona con emissioni di carbonio prossime allo zero. Inoltre dovrà istituire un mercato nazionale per il commercio del carbone, con un notevole aumento delle riserve di carbone nelle aree forestali, istituire un sistema di indice di credito ecologico, ed emanare standard per la definizione del livello di "ecologicità" del Paese. Secondo le previsioni della professoressa, lo sviluppo dell'economia ecologica della Cina continuerà ad offrire un importante contributo allo sviluppo sostenibile del mondo. Lo sviluppo della cosiddetta "green economy" in tutto il mondo trarrà beneficio dallo sviluppo veloce dei crediti, dei titoli, e della cartolarizzazione dei beni ecologici della Cina.

I principali paesi europei hanno dato inizio molto presto alle loro politiche di risparmio energetico, di riduzione delle emissioni delle sostanze nocive e di promozione dell'industria ecologica. Hanno idee originali, la loro capacità di innovazione è forte, il loro livello tecnologico è all'avanguardia. In modo particolare l'Italia ha fatto molto bene nell'agricoltura ecologica, nelle fonti energetiche rinnovabili, nella costruzione di edifici, reti e mezzi di trasporti e città intelligenti all'insegna dell'ecologia. Secondo le statistiche presentate nel rapporto Italia Verde 2015 rilasciate congiuntamente dall'Unioncamere e dalla Fondazione SYMBOLA, il volume totale dell'economia ecologica italiana ammonta a 102 miliardi di euro, il 10,3% del totale della sua economia nazionale. Grazie a questa sono stati creati 3 milioni di posti di lavoro, 292mila solo nel 2015, il 59% delle nuove possibilità offerte dal mercato dell'occupazione. Inoltre sono più di 372mila le imprese che si occupano dei servizi scientifici e tecnologici per il risparmio energetico e la tutela ambientale. L'Italia si trova ai primi posti in Europa per quanto riguarda il settore dello sviluppo sostenibile. Secondo il parere della professoressa, Cina e Italia vantano grande complementarietà in ambito di tecnologia ecologica e industria per la tutela ambientale, e lo sviluppo ecologico cui tanta importanza è stata data nel "Tredicesimo Piano Quinquennale" diverrà un nuovo aspetto della crescita della collaborazione tra i due Paesi.  

Luo Hongbo si è pronunciata sull'attuale situazione del settore delle nuove fonti energetiche in Italia. In base a quanto affermato dalla ricercatrice, l'Italia è un paese naturalmente povero di fonti energetiche, che principalmente importa da altri paesi. Secondo dei dati statistici, l'estrazione domestica di petrolio e gas naturale può soddisfare solo il 4,5% e il 22% del mercato interno, e l'importazione dell'85% delle risorse energetiche ha portato ad un elevato costo della vita in termini economici e sociali. La crisi delle fonti energetiche tradizionali e la richiesta di un'economia a basse emissioni di carbonio ha costretto questo paese a sfruttare ed utilizzare con grande impegno le energie rinnovabili domestiche. L'Italia dispone di grandi possibilità di utilizzo e sfruttamento dell'energia solare. Dopo l'introduzione della politica di sussidi, i progetti per le fonti energetiche rinnovabili hanno assistito ad una crescita molto spedita, e solo gli investimenti nel fotovoltaico hanno raggiunto i 2,4 miliardi di euro nel 2008. Questo paese è diventato non solo il mercato più vitale e veloce in questo settore, ma anche uno dei paesi con la maggiore percentuale di produzione di elettricità dal fotovoltaico.  

Inoltre, l'Italia applica una serie di rigidi standard sul risparmio energetico e la tutela ambientale, e questo ha reso i suoi risultati a livello di efficienza energetica migliori della Germania, della Francia e della Gran Bretagna, piazzandosi ai primi posti a livello mondiale. Lo stesso vale per la tecnologia del carbone pulito, della cattura e della sigillatura del carbonio, della promozione e costruzione della rete elettrica intelligente. Dunque, la professoressa Luo si è mostrata ottimista sulle prospettive di collaborazione sino-italiana in tutti questi settori, e si è detta fiduciosa sul fatto che lo sviluppo della "green economy" possa diventare il nuovo motore della cooperazione tra i due paesi.

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