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Il 10 luglio, a Shanghai, si è conclusa la Riunione dei ministri del commercio del G20 per l'anno 2016, durata un giorno e mezzo. A margine dell'appuntamento è stata diffusa la prima Dichiarazione dei ministri del commercio nella storia del G20, che ha segnato l'approvazione di tre documenti e il raggiungimento di due accordi, tra cui l'accettazione della Strategia del G20 per la crescita del commercio globale, e le prime linee guida per gli investimenti. La riunione è stata seguita con grande attenzione dall'opinione pubblica. Il presidente della conferenza e ministro del Commercio cinese, Gao Hucheng, ha affermato che nel corso dell'appuntamento sono stati ottenuti i risultati previsti, e che questo ha preparato il campo, dal punto di vista economico e commerciale, al Vertice di Hangzhou che si terrà a settembre. Segue il nostro servizio sull'argomento:
In accordo al testo della Dichiarazione, i tre documenti approvati includono le cosiddette Responsabilità per i lavori del G20 nel campo degli investimenti, insieme a delle linee guida e alla strategia per la crescita del commercio a livello globale. I due accordi riguardano la necessità di rafforzare il sistema del commercio multilaterale, e di adottare misure a livello globale per aiutare i paesi in via di sviluppo e le piccole e medie imprese ad integrarsi in catene di valore globale.
Per quanto riguarda l'approvazione delle Responsabilità per i lavori del G20 nel campo degli investimenti, il presidente della conferenza, e ministro del Commercio cinese, Gao Hucheng, ha affermato che questa ha consentito di istituzionalizzare la cooperazione nell'ambito delle politiche dirette agli investimenti e del commercio nel quadro del G20, e che in futuro il gruppo di lavoro si riunirà 3 o 4 volte l'anno. Gao Hucheng ha aggiunto che la strategia per la crescita del commercio globale ha indicato una direzione chiara per promuovere lo sviluppo sostenibile dell'economia globale.
è inoltre importante notare che le linee guida sugli investimenti globali costituite dal G20 sono state approvate nel corso della riunione, delineando un quadro generale di regole e istituendo una base futura per degli accordi in questo ambito. Inoltre, è stato compiuto un passo d'importanza storica per realizzare il coordinamento e la cooperazione nel settore degli investimenti, e che guarda al futuro.
Il ministro del Commercio cinese, ha affermato che nel corso della conferenza - e dopo circa 10 impegnativi turni di consultazione - i membri del G20 hanno finalmente costituito 9 principi chiave:
"è necessario opporsi con decisione al protezionismo sugli investimenti all'estero, e dobbiamo impegnarci a costituire per essi un ambiente politico che sia aperto, non discriminatorio, trasparente e ordinato. La politica deve fornire certezza e protezione agli investimenti e agli investitori, esortando questi ultimi a mettere in atto pratiche commerciali responsabili. "
Wang Shouwen, vice ministro del Commercio cinese, si è così pronunciato sulla questione:
"Finalmente abbiamo raggiunto un accordo su dei principi non vincolanti riguardanti gli investimenti, e che hanno confermato che le politiche adottate dai membri del G20 in questo senso sono dirette all'abbandono del protezionismo commerciale. In secondo luogo, tutti investimenti devono essere in accordo ai principi di sviluppo sostenibile e di crescita inclusiva. Inoltre, è necessario da un lato tutelare gli investimenti stranieri, dall'altro fornire spazio sufficiente alle politiche dei paesi ospitanti, creando delle regole per gli investimenti esteri."
Nel corso della riunione, i partecipanti hanno convenuto su due questioni di particolare rilievo. Anzitutto, quella di rafforzare il sistema del commercio multilaterale, opponendosi in modo netto al protezionismo commerciale, e continuando ad adottare fino al 2018 le nuove misure già decise in questo senso. Inoltre, tutti i membri del G20 si sono impegnati ad approvare l'accordo sulla facilitazione del commercio entro la fine di quest'anno, accettando di continuare ad incoraggiare i negoziati di Doha e la discussione su nuovi temi che corrispondono agli interessi di tutte le parti in causa. La seconda questione, ha a che fare con l'aiuto ai paesi in via di sviluppo e alle piccole e medie imprese affinché si integrino in catene di valore globale, e condividere al meglio i frutti della globalizzazione.