Cina: la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare non è applicabile nella disputa sul Mar Cinese Meridionale tra Cina e le Filippine
  2016-06-30 19:50:04  cri

 

La sera del 29 giugno, la segreteria del Tribunale arbitrale del caso di arbitrato richiesto dalle Filippine sul Mare Cinese Meridionale ha dichiarato che, il primo luglio, il Tribunale arbitrale pubblicherà ufficialmente il cosiddetto verdetto. Gli esperti cinesi hanno affermato che la base giuridica del Tribunale arbitrale è problematica, questo caso di arbitrato avrà un profondo impatto sull'ordine marittimo mondiale rappresentato dalla convenzione.

La vice professoressa del dipartimento del Diritto internazionale dell'Università degli Affari Esteri della Cina, Gong Yingchun, ha affermato che l'arbitrato avviato unilateralmente dalle Filippine non solo non è conforme al diritto internazionale, ma abusa anche della procedura di risoluzione obbligatoria delle dispute della convenzione.

"L'utilizzo di questo meccanismo ha una precondizione: dopo aver soddisfatto alcuni requisiti, i paesi interessati possono consegnare la disputa al meccanismo relativo. La condizione è che si deve garantire che la disputa riguardi la Convenzione, ossia che questo tipo di disputa sia spiegata e riguardi la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare; se così non fosse, non la si potrebbe consegnare a questo meccanismo. Questa precondizione costituisce la ragione principale per cui la Cina non partecipa all'arbitrato. La Cina ritiene che questo non sia un problema che possa essere risolto tramite la convenzione, poiché quest'ultima non ha il potere di risolvere questa questione(territoriale)".  

L'illustre ricercatore dell'Istituto di Ricerca dell'Oceano dell'Università di Pechino, Hu Bo, ha anche affermato che la base giuridica secondo la quale il Tribunale arbitrale del Mare Cinese Meridionale ha citato il diritto internazionale e la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare presenta dei difetti.  

"In primo luogo, il Tribunale arbitrale è stato fondato in base all'allegato no.7 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, tuttavia, la Convenzione e il tribunale si occupano principalmente della spiegazione e dei problemi della sua applicazione; il sistema della convenzione di per sé non può risolvere il problema della sovranità. In secondo luogo, la Cina ha fatto una dichiarazione nel 2006, in cui ha affermato di non accettare la giurisdizione di nessun organismo giuridico su problemi come la delimitazione dei confini marittimi. In terzo luogo, esiste la disputa sulle Isole Nansha tra la Cina e le Filippine, ma non c'è controversia sulla spiegazione e sull'applicazione della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare tra i due paesi. Le Filippine non hanno proposto alla Cina un negoziato, né hanno avviato una comunicazione, quindi questo caso appare piuttosto infondato. La base giuridica del tribunale arbitrale è molto problematica".

Per quando riguarda il fatto che il Tribunale arbitrale del caso di arbitrato richiesto dalle Filippine sul Mare Cinese Meridionale insista ad accettare ostinatamente l'appello unilaterale delle Filippine e che pubblicherà il cosiddetto verdetto finale, il professore e direttore esecutivo dell'Istituto di Ricerca del Diritto internazionale dell'Università di Wuhan, Zeng Lingliang, ha affermato che il verdetto del Tribunale arbitrale potrebbe suscitare tra la comunità internazionale, nel breve termine, le cosiddette "notizie negative" sulla Cina, queste dovranno essere trattate in modo ragionevole e con una visione di lungo termine.

"Col passare del tempo, la situazione cambierà, ma la nostra politica diplomatica non cambia, il mio atteggiamento verso il Mar Cinese Meridionale non cambia, la mia promessa sulla risoluzione in modo pacifico e con le consultazioni amichevoli della questione sul Mar Cinese Meridionale non cambia. Il nostro Paese non deve agire in maniera passiva per via di questo (arbitrato), dobbiamo mantenere la nostra posizione."

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