Cosa l'ambasciatore Sequi ha seguito nelle "due sessioni" cinesi?
  2016-03-10 20:15:26  cri

 

Il 5 marzo, in occassione dell'apertura della sessione plenaria dell'APN cinese, l'ambasciatore Francesco Ettore Sequi si è recato su invito al Palazzo del Popolo per assistere alla presentazione del "Rapporto sul lavoro del governo" del premier Li Keqiang. Giorni fa, l'Amabsciatore Sequi ha concesso un'intervista a Radio Cina Internazionale, esprimendo il suo punto di vista sulle "due sessioni cinesi" e sulle questioni importanti della Cina.

Dal 3 marzo la Cina è entrata nella fase delle "Due sessioni". Lei conosce e ha seguito le sessioni plenarie? E perchè?

Intanto grazie per questa domanda. Devo dire, la vostra radio è una delle mie preferite, quindi molto volentieri faccio questa intervista oggi. Si io ho seguito con grande interesse. Tra l'altro ero presente alle sessioni che ho seguito con grande interesse. Ho apprezzato molto il respiro ampio, la grande visione. Devo dire è stato, secondo me, un passaggio molto importante. Questo è il primo piano quinquennale che viene presentato sotto la presidenza del presidente Xi Jinping e, quindi, credo che questo sia destinato ad avere un'importanza molto grande, decisiva nella transizione che la Cina sta affrontando.

Credo che Lei abbia già letto il "Rapporto sul lavoro del governo" del premier cinese Li Keqiang. In questo rapporto, quali contenuti la interessano maggiormente e perché?

Certamente, l'ho ascoltato e letto con attenzione. Ci sono tre grandi aree prioritarie: una è la sostenibilità e la qualità della crescita, ci sono le riforme strutturali, c'è il capitale umano. Poi c'è una grande attenzione per alcuni concetti importantissimi: per esempio, la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione tecnologica. La decisione di prevedere il 2,5% delle risorse a favore di questo settore e addirittura di considerare che la ricerca e l'innovazione tecnologica devono sostenere il 60% della crescita della Cina. Io credo che questo sia certamente molto importante, così come è molto importante un'attenzione che viene dedicata a concetti come lo sviluppo del settore dei servizi e l'attenzione per le tematiche ambientali. Io credo che praticamente ci siano delle grandi complementarietà tra Italia e Cina. Mi ha colpito molto una frase del primo ministro che "Health is the root of happines" - La salute è la base della felicità - proprio a segnare una particolare attenzione per la qualità della vita della popolazione, per lo sviluppo del settore sanitario, dell'assistenza sanitaria. Noi, da questo punto di vista, ci riconosciamo molto in queste priorità.

Recentemente il ministro italiano della Sanità, il ministro Lorenzin, è stata in Cina, ha firmato un piano triennale con il ministro cinese Li Bin. In qualche modo direi che, in questa collaborazione, noi abbiamo quasi, se non anticipato, assecondato molto queste linee di sviluppo che sono previste nel programma quinquennale. Come? Dando, insieme ai nostri partner cinesi, nel futuro dei nostri progetti, una particolare attenzione al settore dello sviluppo dei servizi sanitari, della sicurezza alimentare, della formazione di medici e manager. Voglio sottolineare che questa collaborazione è fondamentale perché l'Italia, secondo le statistiche internazionali – non quelle italiane, quelle internazionali – è al secondo posto nel mondo come il paese dove la popolazione sta meglio, ha più salute. Ed è al terzo posto, sempre nelle statistiche internazionali, come performance, efficacia del servizio sanitario. Il motivo è questo: investiamo circa il 6,5% del reddito nazionale. I risultati sono molto superiori ai risultati di paesi che investono molto di più. Riusciamo a massimizzare e rendere più efficaci le risorse e quindi a risparmiare. Queste esperienze, che riconosciamo molto nel piano quinquennale cinese, sono delle esperienze che ci incoraggiano a rafforzare la collaborazione con i nostri partner. Poi abbiamo altri aspetti in cui riteniamo che ci possa essere una grande complementarietà. Gli aspetti, per esempio, delle tematiche ambientali, l'attenzione per i problemi e le opportunità che vengono dati dalla urbanizzazione e così via. Quindi riteniamo che ci sia, da questo punto di vista, grande spazio per poter collaborare. Infine, ho fatto un riferimento alla ricerca, all'innovazione tecnologica. Anche lì abbiamo dei campi di accompagnamento del piano quinquennale, sotto il profilo bilaterale, molto interessanti. Pochi sanno, per esempio, che Italia e Cina già collaborano in progetti di assoluta eccellenza nel campo della ricerca e della tecnologia. Per esempio, insieme, stiamo facendo un programma di mappatura della Luna, Moon mapping. Tutto questo lo dico perché, direi, il programma che è stato presentato è non solo molto ambizioso, non solo particolarmente interessante, non solo ha una grande visione, ma è un programma che può, in teoria, consentire di rafforzare delle collaborazioni tra i nostri due paesi.

Nel rapporto, il Premier Li ha parlato tanto di economia. L'Italia è un importante partner europeo della Cina nel settore economico. Lei come valuta la tendenza di sviluppo dell'economia della Cina?

Ho seguito con grandissima attenzione e sono convinto che ci siano grandi spazi anche in quel senso. Mi ha colpito molto il fatto che il primo ministro abbia sottolineato questo passaggio verso la nuova normalità. Lui ha detto esattamente "From a trader of quantity to a trader of quality". Il passaggio a delle produzioni che sono sempre più qualitativamente sviluppate e a uno sviluppo dell'economia che è sempre di più trainato dai consumi, piuttosto che dalle esportazioni. Anche in questo io credo che esistano delle interessanti analogie con l'Italia: l'Italia è un paese che, per definizione, ha una particolare attenzione esattamente a questi temi. Un paese in cui riteniamo che l'intervento dello Stato sia importante, quando non si sostituisca anche all'intervento dei privati, ma possa regolarlo secondo lo Stato di Diritto e, direi, sostenerlo. Abbiamo notato con grande interesse dei riferimenti a un concetto che, direi, senz'altro molto moderno e importante che è quello dell'attenzione per la proprietà intellettuale. Perché questo è un tema che accompagna necessariamente il passaggio a produzioni sempre più sviluppate sotto il profilo qualitativo. Riteniamo, dunque, che l'enfasi che è stata posta sull'economia e sulla sostenibilità sia un'enfasi molto importante. Noi guardiamo con grande fiducia ai risultati che questo piano potrà portare di qui al 2020, e vogliamo essere in qualche modo anche parte di alcuni dei settori in cui questo piano si articola.

Il 16 gennio, è entrata in funzione ufficialmente la Banca asiatica d'Investimento per le Infrastrutture (AIIB) e l'Italia è uno dei paesi fondatori. In questo ambito, quali sono secondo lei le prospettive sulla cooperazione Cina-Italia, nei settori di costruzione infrastrutturale, finanza, commercio ed economia?

L'Italia fin dall'inizio è stata un partner che ha sostenuto la fondazione della Banca. Noi siamo uno dei Paesi fondatori, partecipiamo con uno share economico interessante, la nostra è stata una scelta certamente politica perchè abbiamo creduto nelle potenzilità e possiblità di questa Banca. Io stesso ho incontrato il presidente della Banca con il quale ho avuto una grande sintonia di vedute su quelle che saranno le possibilità qui. Noi crediamo fortemente che l'Italia possa essere un partner non solo presente ma anche attivo. Questo perchè noi stiamo favorendo un concetto: ovviamente promuoviamo il Made in Italy, però promuoviamo anche un concetto diverso, che è il Do it with Italy, cioè riteniamo che Italia e Cina possano collaborare anche mettendo insieme delle risorse e dei progetti molto importanti. Ad esempio, la parola partnership, che è anche uno degli aspetti di questa Banca, è una parola che va utilizzata e che va promossa. Penso ad esempio a uno dei progetti di partnership come gli investimenti di China Chem in Pirelli o investimenti anche in altre imprese italiane. Questo ci permette di sfruttare meglio insieme vari mercati: Do it with Italy vuol dire questo, vuol dire cercare di essere presenti e attivi in mercati come quello africano. Questo è solo un aspetto, ci sono poi quelli del Do it with Italy anche nel settore delle infrastrutture. Noi siamo convinti delle potenzialità di questa Banca ma siamo anche convinti della visione che guida questa Banca, che è quella di "One Belt, One Road", che creerà un grandissimo sviluppo di infrastrutture terrestri, strade e ferrovie, e infrastrutture portuali, con la Via della Seta marittima. Noi riteniamo di poter essere un partner molto interessante soprattutto per la parte marittima europea, l'Italia ha un'infrastruttura di porti che può permetere di arrivare in Europa Centrale in tempi rapidi e con costi inferiori rispetto ad altre soluzioni. Quindi è per questo che guardiamo con grande attenzione e con grande interesse e sosteniamo la Banca, e desideriamo essere parte di questo progetto più ampio che è One Belt, One Road.

Oggi Cina ha di fronte il problema dell'invecchiamento della popolazione. In due anni, il governo cinese ha deliberato una dopo l'altra delle politiche per incentivare le famiglie ad avere il secondo figlio. Contemporaneamente si sta discutendo il sistema di pensionamento ritardato. Lei cosa pensa del fenomeno di invecchiamento della Cina, e quali sono le esperienze dell'Italia in questo ambito?

Abbiamo guardato con grande interesse sia ai riferimenti che ha fatto il primo ministro nel suo intervento sia alle politiche che già da tempo sono all'attenzione delle autorità cinesi per quanto riguarda il fenomeno dell'invecchiamento della popolazione, fenomeni ovviamente molto complessi che possono essere visti nella loro completezza in un periodo e in un arco di tempo lungo. Bisogna considerare anche l'interazione che esiste tra il fenomeno della bassa crescita della popolazione, il fenomeno dello spostamento della popolazione ad esempio verso le città, e il fenomeno della crescita della classe media. Si tratta quindi di fenomeni molto complessi, che vanno visti nel loro insieme. Stimolare la natalità è certamente una politica molto importante che il governo cinese ha previsto, mi ha colpito il riferimento che il primo ministro ha fatto al capitale umano, che è una grandissima ricchezza per ogni Paese. Egli ha affermato "Il capitale umano è la nostra più grande risorsa, la nostra più grande forza, quindi le nostre politiche come quella del secondo figlio devono essere viste in questa prospettiva generale". Mi ha colpito anche il riferimento che è stato fatto e la forza con cui nel programma quinquennale è previsto il sostegno alle famiglie che vogliono avere un secondo figlio. Direi che in Italia noi vediamo fenomeni che sono molto simili, l'Italia è un Paese ch sta progressivamente invecchiando, per questo il governo italiano ha previsto una serie di incentivi per le famiglie e sta lavorando moltissimo sotto il profilo della lotta contro la disoccupazione giovanile, perchè questo può essere uno dei problemi che porta le coppie a non sposarsi e a non volere avere figli o ad averne pochi. Quindi crediamo che così come si è parlato anche in Italia, si sta progressivamnete prevedendo un intervento sull'età della pensione. I probelmi sono quindi molto simili e penso che sia per noi estremamente interessante vedere quali siano le soluzioni proposte dai nostri partner cinesi, così come ci interessa mantenere vivo il daologo. Ricordo che mesi fa è venuto in Italia il responsabile dell'istituto italiano per la previdenza socialea a parlare proprio di questi temi, pensioni e assistenza alla popolazione, soprattutto in vista del progressivo invecchiamento.

Il 2015 è l'inizio del 13esimo piano quinquennale della Cina, e la Cina ha presentato una concezione in cinque punti, ossia l'innovazione, il coordinamento, l'ecologia, l'aperatura e la condivisione. Lei come valuta questi cinque punti programmatici?

Li valuto con grandissimo interesse, perché vedo che già Italia e Cina, nei rapporti bilaterali, sono andate avanti in questa direzione. Io credo che il 2016 sia un anno molto importante, non soltanto perché questo è l'anno della scimmia - per esempio io sono nato nell'anno della scimmia - comunque per me è un anno importante; è un anno importante, perché iniziamo tutti e due un percorso chiamato la strada verso i 50, verso il 2020. Cosa vuol dire? Tra cinque anni noi celebreremo i 50 anni delle nostre relazioni diplomatiche, nel 2020 ed è anche l'anno in cui questo piano quinquennale, che è stato lanciato verrà concluso. Crediamo di poter fare insieme una strada in questi cinque anni, accompagnando, diciamo, anche la realizzazione - per quello che noi italiani possiamo e sappiamo fare - la realizzazione di questo piano quinquennale. Quei cinque settori sono, in realtà, molto vicini ai cinque settori che già Italia e Cina hanno scelto come settori di collaborazione. I settori dell'ambiente, dell'energia sostenibile, sono i settori dell'agricoltura, che vuol dire anche qualità dell'alimentazione, sono i settori dell'urbanizzazione sostenibile, della sanità - di cui ho già parlato - i settori dello sviluppo tecnologico, tipo per esempio, l'aerospazio e il settore aeronautico. Noi crediamo che i cinque punti, che da parte cinese sono stati individuati come priorità, siano in qualche modo uno sforzo di riforma strutturale che il Primo Ministro ha detto "stiamo affrontando con coraggio e con fiducia", e sono molto vicini anche degli sforzi che l'Italia sta facendo. La Cina in questo momento ha lanciato delle riforme strutturali; noi in Italia abbiamo iniziato - il nostro governo, ha iniziato e in parte ha compiuto, ha completato - delle riforme strutturali. Anche noi siamo in una fase di transizione, riforme per esempio nel settore dell'educazione e della ricerca, riforme nel settore del mercato del lavoro, riforme nel settore della giustizia, per esempio riforme del settore, diciamo, del sistema istituzionale, del mondo economico, e abbiamo in corso non una riforma, ma certamente una lotta alla corruzione. Abbiamo anche un "panel" anticorruzione che è in corso, e che sta dando dei risultati, quindi, l'Italia in qualche modo sta facendo quello che anche la Cina sta cercando di fare, e riteniamo che uno scambio di esperienze da questo punto di vista sia molto interessante, sia molto importante. Per quello che ci riguarda, queste riforme stanno già dando dei risultati concreti. La riforma per esempio del lavoro, ha avuto successo, quindi c'è un aumento dell'occupazione. Quindi per concludere, direi che guardiamo con grandissima attenzione alle vostre esperienze, a questi cinque punti, ad alcuni pensiamo di poter dare un contributo, e su questi, in questi cinque anni, vogliamo impegnarci a lavorare insieme.

La promozione all'urbanizzazione è diventato un importante lavoro del governo cinese. Lei come valuta l'urbanizzazione della Cina. In questo settore l'Italia ha le proprie esperienze, nel 2016 l'Italia ha intenzione di rafforzare la cooperazione con la Cina in questo settore?

È molto importante, è molto ambizioso quello che la Cina intende fare nel settore dell'urbanizzazione. In 15, 20 anni, 350 milioni di persone si sposteranno tra le campagne e le città, quindi questo significa che entro il 2030 ci dovrebbe essere sostanzialmente il 70% della popolazione nelle città. Questo comporta anche però degli interventi molto importanti dal punto di vista della sostenibilità, perché bisogna offrire nelle città una serie di servizi sostenibili che riguardano il benessere della popolazione che si sposta, in termini per esempio di qualità delle infrastrutture, quantità, eccetera. Noi siamo molto colpiti anche da alcuni degli aspetti che, da parte cinese, sono considerati prioritari in questo sforzo, per esempio gli aspetti ambientali, per esempio gli aspetti che sono relativi alla protezione e alla promozione del patrimonio culturale, del patrimonio artistico - perché le città devono essere comunque rispettose della propria storia - del proprio patrimonio culturale. Noi pensiamo anche che questa grande prospettiva di urbanizzazione diano delle opportunità molto importanti anche nel settore della crescita economica. Allora, anche per questo che riteniamo che il settore della urbanizzazione sostenibile sia un campo in cui i nostri due paesi possano collaborare in modo migliore. Questo è già uno dei cinque settori in cui noi abbiamo deciso di rafforzare la nostra collaborazione. Noi siamo molto forti, per esempio, in alcuni settori, tipo le infrastrutture di rete, le autostrade, reti per esempio, elettriche, reti per l'acqua, l'edilizia residenziale, l'edilizia non residenziale, per esempio gli ospedali - e anche di questo ho parlato - hotel, residenze universitarie, eccetera eccetera. Noi abbiamo poi in Cina già degli studi italiani che operano e che riescono a mettere insieme alcune cose che sono molto importanti proprio in questo settore dell'urbanizzazione, e cioè la grande attenzione per la storia e la tradizione, la qualità, diciamo, del design, ma sopratutto dei concetti architettonici, l'innovazione tecnologica, e quindi già abbiamo degli esempi molto interessanti di collaborazione che si sono sviluppati. Abbiamo esempi di collaborazione anche in altri settori che riguardano l'urbanizzazione, la gestione dei rifiuti - questo evidentemente è un altro aspetto fondamentale - così come l'urbanizzazione sostenibile nel senso di rispetto della qualità dell'aria, della qualità della vita, diciamo, in generale, ambientale. Quindi siamo molto attenti a quello che la Cina sta facendo, molto desiderosi di dare il nostro contributo e di scambiare le nostre esperienze. La ringrazio molto.

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