Cina: promuovere l'apertura bidirezionale ad alto livello
  2015-12-29 20:07:29  cri

 

Sotto la nuova normalità economica, il ritmo dell'apertura cinese verso l'estero è evidentemente accelerato e ha subito una trasformazione, passando da semplice "apertura verso il mondo esterno" ad "apertura a due vie". La Conferenza centrale sui lavori economici del 2015 ha sottolineato, ulteriormente, che bisogna accelerare la formazione di un nuovo modello di apertura e ha indicato, per la prima volta, che si deve "prestare più attenzione alla promozione dell'apertura bidirezionale ad alto livello".

Una delle principali peculiarità del 13° Piano quinquennale, approvato durante la quinta sessione plenaria del 18° Comitato centrale del Pcc, è proprio quella di sottolineare l'apertura bidirezionale. Nel corso della Conferenza nazionale sui lavori commerciali del 2015, convocata pochi giorni fa, il direttore dell'Ufficio di ricerca sulle politiche del ministero del Commercio cinese, Shen Danyang, ha affermato che durante il processo di costruzione di un nuovo modello di economia aperta, l'apertura bidirezionale pone maggiore enfasi sull'equilibrio.

"Entrando nell'era della globalizzazione economica, ci siamo integrati nel processo della globalizzazione; c'è sempre un bisogno reciproco, bilaterale o multilaterale, di ottenere un mutuo vantaggio, sia che si tratti di cooperazione multilaterale o bilaterale. L'apertura deve comprendere non solo l'aspetto della volontarietà, ma anche prendere in considerazione le esigenze e gli interessi del paese che si apre, durante i negoziati multilaterali o bilaterali. Quindi, è necessario che l'apertura sia considerata, a differenza del passato, più come una forma di equilibrio e pensare a cosa sia vantaggioso per l'interesse generale del Paese".

La promozione dell'apertura bidirezionale ad alto livello significa non solo che la Cina attirerà più investimenti esteri attraverso l'ulteriore apertura volontaria, ma anche che si dovrà promuovere l'apertura di altri mercati nei confronti della Cina, ad esempio, attraverso la firma di accordi di libero scambio per realizzare una cooperazione reciprocamente vantaggiosa. Al momento, la Cina ha firmato e realizzato 14 accordi di libero scambio, con 22 paesi e regioni. I negoziati per la Partnership economica complessiva regionale (PECR), quelli per la Zona di libero scambio tra Cina, Giappone e Corea del Sud e quelli per la Zona di libero scambio del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG) sono ancora in corso.

Il direttore del Dipartimento delle relazioni economiche e commerciali internazionali, Zhang Shaogang, ha affermato che gli accordi di libero scambio sono portati avanti da due o più economie per organizzare in maniera più conveniente il commercio e gli investimenti. In futuro, la Cina promuoverà l'apertura bidirezionale, nell'ambito del quadro delle zone di libero scambio, tramite molteplici iniziative.

"Bisogna ridurre le barriere tariffarie e non tariffarie con i partner di libero scambio nell'ambito degli scambi di merci, aprendo i reciproci mercati per lo scambio di merci, attuando un approccio win-win reciprocamente vantaggioso; bisogna promuovere attivamente l'apertura ordinata dell'industria dei servizi finanziari, dell'istruzione, della cultura e della sanità, eliminando le restrizioni per l'accesso dei capitali esteri in settori dei servizi come gli asili nido, le pensioni, la progettazione architettonica, la contabilità, la logistica aziendale e l'e-commerce. Si dovranno, inoltre, promuovere gradualmente negoziazioni di elenchi negativi basati sul consenso dei partner di libero scambio; si devono, infine, abolire le restrizioni che impediscono l'accesso agli investimenti e migliorare sostanzialmente l'accesso a due sensi, tra il nostro paese e i partner di libero scambio".

Negli ultimi anni, grazie all'esportazione volontaria di prodotti di proprietà intellettuale – come treni ad alta velocità, telecomunicazioni, energia nucleare - il ritmo della cooperazione internazionale nel "portare fuori" la capacità di produzione della Cina è incessantemente accelerato e questa tendenza è resa più evidente dalla promozione congiunta dell'iniziativa "una Cintura e una Via". Secondo quanto illustrato dal vice direttore del Dipartimento generale del ministero del Commercio cinese, Song Lihong, la velocità di crescita degli investimenti a due sensi tra la Cina e i paesi lungo "Una Cintura e Una Via" ha superato nel 2015, sotto la spinta di una serie di politiche e grandi progetti di cooperazione, di gran lunga quella degli investimenti esteri e dei capitali stranieri della Cina. Gli investimenti bidirezionali, trainati dalla cooperazione nella capacità di produzione, diventeranno un modo importante per rafforzare il collegamento tra il mercato cinese e quello internazionale.

"Nei primi undici mesi di quest'anno, i nostri investimenti diretti verso i paesi lungo "una Cintura e una Via" hanno raggiunto 13,2 miliardi di dollari, con un aumento del 35,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Tale ritmo di crescita è di molto superiore a quello dei nostri investimenti diretti verso l'estero - nei primi undici mesi, il ritmo di crescita degli investimenti diretti dei paesi interessati verso la Cina ha raggiunto il 16,2%, molto più alto rispetto a quello degli investimenti esteri complessivi verso la Cina. In futuro, bisognerà migliorare attivamente il meccanismo di promozione del commercio e degli investimenti con i paesi interessati, ampliando la reciproca apertura dei mercati ed esplorando nuovi punti di crescita per il commercio".

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