Il 19 novembre, la Commissione statale per lo sviluppo e la riforma della Cina ha pubblicato il Rapporto annuale delle politiche e azioni sui cambiamenti climatici della Cina 2015. Il rapporto ha indicato che durante il 12esimo Piano quinquennale, la Cina ha ottenuto risultati efficaci nei lavori volti ad affrontare i cambiamenti climatici, grazie all'accelerata regolamentazione della struttura industriale, al risparmio energetico, al miglioramento dell'efficienza energetica, al miglioramento della struttura energetica, all'aumento dei pozzi di carbonio e altri aspetti. Nella prossima Conferenza sul Clima a Parigi, la Cina intende sforzarsi insieme per garantire che la conferenza possa raggiungere l'accordo come previsto, seguendo i principi di "responsabilità comuni ma distinte", di equità e di capacità individuali. Vi proponiamo di seguito il nostro servizio in merito:

Il rapporto annuale 2015 rilasciato oggi ha illustrato in maniera completa la serie di politiche implementate e risultati ottenuti dalla Cina nell'affrontare i cambiamenti climatici nell'anno passato. Il vice direttore del Comitato accademico della Commissione statale per lo sviluppo e la riforma e rappresentante speciale degli affari per i cambiamenti climatici della Cina, Xie Zhenhua, ha illustrato gli sforzi della Cina volti alla mitigazione dei cambiamenti climatico attraverso un gruppo di dati:

"Fino al 2014, le emissioni di anidride carbonica nazionali per unità di PIL sono diminuite del 6,1%, con una riduzione del 15,8% rispetto al 2010. Durante il 12° Piano quinquennale, l'energia non fossile della Cina ha occupato l'11,2% del consumo d'energia primaria, con una crescita del 4,4% rispetto al 2005. Le riserve forestali sono aumentate di 2,188 miliardi di metri cubi rispetto al 2005, superando l'obiettivo originariamnete pubblicato di 1,5 miliardi di metri cubi."

A giugno scorso, il governo cinese ha proposto al Segretariato della Convenzione del quadro sui cambiamenti climatici dell'ONU il documento di contributo nazionale per far fronte ai cambiamenti climatici, in cui ha indicato chiaramente che nel 2030 le emissioni di anidride carbonica raggiungerano il loro picco massimo, l'utilizzo dell'energia non fossili nell'ambito del consumo di energia primaria aumenterà raggiungendo circa il 20%, le emissioni di anidride carbonica nazionali per unità di PIL diminuiranno del 60%-65%, e le riserve forestali aumenteranno di 4,5 miliardi di metri cubi. Xie Zhenhua ha affermato che al fine di realizzare gli obiettivi relativi alle emissioni, è inevitabile dover procedere lungo la strada del risparmio energetico e del miglioramento dell'efficienza energetica.

"Secondo i dati pubblicati dalla Banca Mondiale, negli ultimi 20 anni, il totale del risparmio energetico della Cina ha occupato il 52% del totale mondiale, e negli ultimi 5 anni, la Cina ha occupato il 25% della capacità installata globale di energia rinnovabile. In crescita rispetto al 2013 e al 2014, la Cina ha occupato il 37-40%, si può quindi affermare che lo sviluppo dell' energia rinnovabile è stato molto rapido."

Durante la Conferenza sul clima che si terrà a Parigi verròà raggiunta la proposta sul rafforzamento delle azioni per affrontare i cambiamenti climatici dopo il 2020. Xie Zhenhua ritiene che nell'affrontare i cambiamenti climatici è necessario agire dimostrando pienamente i principi di equità, di "responsabilità comuni ma distinte", e delle capacità individuali, tenendo in considerazione la divesrità della situazione dei vari paesi.

"I consensi raggiunti nei negoziati, convenzioni e protocolli devono essere implementati con serietà dai paesi. I paesi sviluppati ad esempio devono ridurre del 25%-40% le emissioni rispetto al 1990. Questi paesi hanno permesso di fornire fondi annuali di 100 miliardi di USD ai paesi in via di sviluppo, e anche stabilire un meccanismo di trasferimento tecnologico. Speriamo che tali impegni o richieste vengano attuati, il che rappresenta la base per costruire una reciproca fiducia politica."