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Alcuni giorni fa, il Consiglio di Stato cinese ha pubblicato e distribuito le "Opinioni sulla riforma e sul miglioramento del sistema di gestione dei beni statali". Le "Opinioni" hanno chiarito quali saranno le misure dettagliate per riformare e migliorare l'amministrazione statale, enfatizzando in particolare "il rafforzamento della supervisione sui beni statali, mettendo al primo posto la gestione dei capitali". Ciò, di fatto, significa che la Cina si appresta a iniziare una nuova fase della riforma del sistema di gestione dei beni statali.
Secondo le Opinioni, la riforma e il miglioramento dell'amministrazione dei beni statali devono rispettare le leggi del mercato e quelle dello sviluppo delle imprese, gestendo adeguatamente il rapporto tra governo e mercato. Esse dovranno, inoltre, rafforzare la supervisione sui beni statali, a partire dalla gestione dei capitali, riformare il sistema di autorizzazione per la gestione dei capitali statali e stabilire una vera posizione di mercato dominante delle imprese di proprietà statale. Negli ultimi anni, la non netta separazione tra governo e imprese è sempre stata uno dei difetti cronici della riforma delle imprese di proprietà statale. Il ricercatore dell'Istituto di ricerca cinese sulle imprese, Li Jin, ritiene che, se alle imprese non sarà permesso di operare sul mercato in maniera indipendente, è facile supporre saranno affette da scarsa vitalità, con conseguente diminuzione della capacità di innovare e inevitabile perdita di beni statali.
"La cosa più importante è che le imprese non possono decidere in maniera autonoma e sono sempre legate al governo, per cui perdono di vitalità. A causa di questo, il fenomeno dell'indebitamento tende a peggiorare, con conseguente grave riduzione della capacità di innovare. Se, invece, le imprese sono slegate dal governo e possono decidere autonomamente, la loro vitalità aumenta; il che fornirebbe maggiore energia alla forza trainante dello sviluppo per il periodo del 13° Piano quinquennale. È urgente e di primaria importanza risolvere i problemi sistemici, ossia fare in modo che il governo non gestisca le imprese e separare il diritto di proprietà da quello di gestione".
Le "Opinioni" hanno definito in tre punti le misure per riformare e migliorare il sistema di gestione dei beni statali: primo, si dovrà promuovere la trasformazione della funzione degli organi di supervisione e amministrazione dei beni statali. Secondo, si deve riformare il sistema di autorizzazione della gestione dei capitali statali, ristrutturando e formando imprese d'investimento e di gestione; terzo, andrà migliorata l'efficienza dell'allocamento e della gestione dei capitali statali, istituendo un sistema di distribuzione dei capitali statali e di aggiustamenti strutturali, che ne promuovano l'ottimizzazione e la ristrutturazione. Secondo Li Jin, per trasformare la funzione degli organi di supervisione e amministrazione dei beni statali, si dovrà modificare il quadro strutturale, passando da due a tre livelli.
"Per esempio, la Commissione per la Supervisione e Amministrazione del Patrimonio Statale del Consiglio di Stato cinese, organo di supervisione che agisce per conto del governo, non può giocare se svolge la funzione di arbitro. È arbitro. Bisogna aggiungere un'impresa per la gestione degli investimenti in rappresentanza degli azionisti e il rappresentante degli azionisti farà da capitano della squadra. Ogni impresa diventa come un calciatore e il governo si ritira dalla squadra per diventare l'allenatore. Nel mezzo si aggiunge un'impresa di gestione degli investimenti, per cui il quadro strutturale è cambiato dai precedenti due livelli ai tre livelli attuali".
Il segretario del Dipartimento per le Consultazioni dell'Istituto di ricerca della Commissione per la Supervisione e Amministrazione del Patrimonio Statale del Consiglio di Stato cinese, Zhang Chunxiao, ha affermato che la formazione di imprese d'investimenti e di gestione dei capitali statali svolge un ruolo significativo nel miglioramento dell'efficienza della gestione aziendale e nell'ottimizzazione del modello di supervisione sui beni statali.
"Per le imprese, se diventano realmente operatori del mercato, potranno muoversi agevolmente sul mercato e sarà più favorevole per loro realizzare il mantenimento e l'aumento del valore dei capitali statali. Per quanto riguarda gli organi di supervisione sui beni statali di ogni livello, essi potranno avere maggiore energia per pensare a come monitorare e amministrare i capitali statali".