Il 2 settembre di 70 anni fa, gli invasori giapponesi firmarono la resa, segnando la sconfitta completa del militarismo giapponese e la vittoria finale della guerra mondiale antifascista. Sul quello che fu il teatro di guerra in Estremo Oriente, il popolo cinese pagò enormi sacrifici e offrì un contributo storico alla vittoria della guerra mondiale antifascista. Durante la guerra di resistenza contro l'aggressione giapponese, oltre 35 milioni di cinesi furono uccisi o feriti, e le perdite economiche dirette furono di 100 miliardi di dollari. Nel 1951, il governo cinese fissò il 3 settembre come giornata commemorativa per la vittoria della guerra contro il Giappone, e nel 2014, il Comitato Permanente dell'APN ha costituito, per legge, la festa nazionale del 3 settembre.
Il 3 settembre, sul grande balcone della piazza Tian'anmen, i leader attuali e passati del PCC e del governo cinese, insieme al presidente russo Vladimir Putin, alla presidente sudcoreana Park Geun-hye, al segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, e a circa altri 60 leader stranieri, responsabili delle organizzazioni internazionali e regionali hanno presenziato alla cerimonia commemorativa. Xi Jinping ha pronunciato un discorso, in cui ha rilevato che "la guerra è uno specchio che permette di cogliere meglio il valore della pace", e che per questo è necessario trarre insegnamento dalla storia, rinsaldando la determinazione nella salvaguardia della pace.
"Per la pace dobbiamo fortificare la consapevolezza dell'umanità come comunità di destini. Il pregiudizio e la discriminazione, l'odio e la guerra non portano altro che tragedie e sofferenze. Solo il rispetto reciproco, la convivenza e l'ugualianza, lo sviluppo pacifico e la prosperità comune sono la via giusta. Tutti i paesi del mondo devono tutelare l'ordine e il sistema internazionali basati sullo spirito e i principi sanciti della Carta delle Nazioni Unite, costruire attivamente un nuovo modello di relazioni internazionali incentrate sulla cooperazione di mutuo vantaggio e promuovere insieme la causa suprema della pace e dello sviluppo del mondo."
Xi Jinping ha inoltre messo in rilievo che la Cina continuerà a percorrere il camino dello sviluppo pacifico.
"La nazione cinese ama da sempre la pace. Qualunque dimensione raggiunga il suo sviluppo, la Cina non aspirerà mai all'egemonia, non avrà mai mire espansionistiche e non infliggerà mai alle altre nazioni le terribili vicende che essa stessa ha sperimentato nella sua storia. Il popolo cinese continuerà a convivere amichevolmente con gli altri popoli del mondo, proteggerà senza indugio i frutti della vittoria della Guerra di resistenza contro l'aggressione giapponese e della guerra antifascista mondiale, e s'impegnerà per dare nuovi e più grandi contributi all'umanità. L'Esercito Popolare di Liberazione Cinese è formato dai figli del popolo. I comandanti e i soldati di tutte le forze armate devono ricordare fermamente e di tutto cuore il mandato fondamentale di servizio al popolo, adempiere fedelmente i compiti sacri di difesa della sicurezza della patria e della vita pacifica del popolo e compiere fedelmente la missione sacra di salvaguardia della pace mondiale. Io proclamo in questa sede che la Cina ridurrà le proprie forze armate di 300 mila uomini."