Eurozona: sì alla terza tranche di aiuti alla Grecia
  2015-07-17 17:09:03  cri

La mattina del 16 luglio, il parlamento greco ha approvato con una maggioranza assoluta l'accordo sul debito raggiunto con i leader dell'Eurozona, fatto che è stato accolto positivamente dai diversi organismi finanziari e dai paesi membri dell'Unione Europea.

Al termine della teleconferenza tra i ministri delle Finanze dell'Eurogruppo, tenuta lo stesso giorno, è stata diffusa una dichiarazione nella quale si comunica che l'Ue ha accolto con favore l'approvazione da parte del Parlamento greco del pacchetto di leggi che consentiranno di mettere in atto dei provvedimenti di "riforma in cambio di assitenza". In base ai commenti positivi rilasciati dagli organismi coinvolti nella trattativa, l'Eurogruppo ha desico di approvare, in linea di principio, l'invio alla Grecia, attraverso il Meccanismo Europeo di Stabilità, di un prestito di assistenza della durata di tre anni, a patto che i paesi coinvolti siano in grado di portare a termine le procedure necessarie. Nella dichiarazione è stato anche rivolto un appello affinché il governo greco approvi altre misure di riforma entro il 22 luglio, in occasione del summit dell'Eurozona, e che includono la presa in considerazione del peggioramento del quadro economico e della trasformazione di capitali nazionali in fondi, per un valore di 50 miliardi di euro.

Allo stesso tempo, i ministri si sono anche detti d'accordo a fornire alla Grecia un prestito temporaneo di 7 miliardi, affinché questa possa restituire il 20 luglio il denaro fornito dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale. Se il parlamento tedesco acconsentirà ad avviare, il 17 luglio, una votazione sull'opportunità di fornire alla Grecia una terza tranche di aiuti, il prestito temporaneo potrà essere erogato il giorno stesso.

Secondo quanto reso noto il 16 luglio da Klaus Regling, amministratore delegato del Meccanismo Europeo di Stabilità, il meccanismo stesso e il FMI forniranno una terza tranche di aiuti alla Grecia rispettivamente per un valore di 50 miliardi e di 16 miliardi di euro e che quest'ultimo, in qualità di parte decisiva sulla questione del debito, non sospenderà la cooperazione solo per un piccolo problema.

Anche i paesi membri dell'Unione Europea hanno accolto questo accordo con un atteggiamento positivo. Il 15 luglio, l'Assemblea Nazionale e il Senato francesi hanno tenuto una votazione, in seguito alla quale è stato approvato con maggioranza assoluta l'accordo sul terzo programma di aiuti alla Grecia raggiunto dai leader dell'Eurozona. Il giorno dopo, anche i parlamenti di Lituania e Finlandia si sono espressi allo stesso modo.

Un aspetto importante da menzionare è che prima di questo, il fondo Monetario Internazionale aveva pubblicato un rapporto sulla valutazione del debito, nel quale aveva criticato fortemente il fatto che, nei prossimi decenni, il debito greco si manterrà ad un livello insostenibile, affermando che parteciperà all'invio di una terza tranche di fondi di assistenza a condizione che questa sia inclusa nell'accordo per la riduzione del valore dei capitali.

Il 15 luglio, in occasione di un'intervista concessa ad un media statunitense, il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, ha detto di aver ricevuto un segnale positivo per quanto riguarda la ristrutturazione del debito greco, e ha comunicato la sua speranza di trovare un modo per ridurne il peso e ricondurlo su un'orbita di sostenibilità.

In realtà, la Lagarde sa che i Paesi dell'Eurozona non portanno accettare una riduzione diretta del valore dei fondi greci. Il 15 luglio, forse per rispondere a quanto affermato dalla Lagarde, l'Unione Europea ha reso nota la propria valutazione, nella quale ha affermato che se la Grecia metterà in atto le riforme richieste dai creditori, nel 2020, il suo debito ammonterà al 150% del PIL; mentre se non lo farà, il debito arriverà al 176%. Anche l'Ue ha riconosciuto che la Grecia necessita di una ristrutturazione del debito in grande stile, e di sapere come prorogare ulteriormente la data di scadenza per la restituzione degli attuali prestiti e di quelli nuovi, degli interessi, e dei finanziamenti secondo la classifica del debito di AAA. Ciononostante, il valore dei capitali greci non sarà ridotto direttamente, a condizione che la Grecia metta in atto la riforma richiesta dai creditori.

Il 16 luglio, il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha affermato che la necessità di ridurre il debito greco è fuori discussione, e che la questione principale riguarda solamente il modo migliore per ridurlo nel contesto attuale.

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