Il 22 giugno, il Consiglio di Diritto Umano dell'Onu ha pubblicato un rapporto sui conflitti armati tra Israele e le milizie di Gaza, secondo il quale sia Palestina che Israele sarebbero colpevoli di crimini di guerra. A questo proposito, i due Paesi hanno reagito in maniera diversa.

Nel rapporto, si condanna Israele di non avere apportato modifiche alle proprie operazioni militari, malgrado fosse già a conoscenza delle ingenti perdite fra i civili da esse causate; allo stesso modo si rimprovera alle milizie di Gaza di aver lanciato colpi di mortaio senza un obiettivo preciso, finendo così per colpire civili innocenti.

Poco dopo la pubblicazione del rapporto, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha criticato il documento ritenendolo viziato da pregiudizi nei confronti di Israele. Secondo il premier, l'esercito israeliano si impone sempre i più alti standard internazionali nella difesa del proprio Paese.

Anche il funzionario dell'Organizzazione di Liberazione Palestina Ashraf Khatib ha reagito al rapporto, sottolineando che Israele si mostra sempre sordo o apertamente critico rispetto alle inchieste internazionali.

Secondo le analisi, la Palestina potrà presentare il rapporto come prova qualora presentasse una denuncia contro Israele presso la Corte Criminale Internazionale. A questo proposito, Khatib ha affermato che la Palestina potrà prendere una simile decisione solo dopo una seria lettura del documento.