Crimea: primo anniversario referendum per annessione a Russia.
  2015-03-17 16:01:39  cri

Il 16 marzo, nelle città di Sinferopoli e Sebastopoli, nonché in altre località della Crimea, si sono svolte diverse iniziative per celebrare il primo anniversario del referendum che ha sancito l'annessione della penisola alla Russia.

L'anno scorso, in questo stesso giorno, decina di migliaia di cittadini si riunirono nella piazza Lenin al centro della città di Sinferopoli, in attesa dell'annuncio dell'esito del referendum. In quel giorno, durante il terzo plebiscito nella storia della penisola che seguì giorni di richieste e raduni, il popolo di Crimea fece finalmente sentire la propria voce attraverso il voto e, di fronte alla scelta se "restare in Ucraina o aderire alla Russia", fece la sua scelta epocale. Un anno dopo, i cittadini sono tornati in piazza per celebrare il primo anniversario del referendum.

Essendo stati testimoni di quell'importante fase storica, oggi, a un anno di distanza, gli abitanti di Crimea hanno tante sensazioni da condividere.

"Tutto è diverso rispetto a prima e sta cambiando verso il meglio. La vita è diventata via via migliore e il lavoro, i redditi, le pensioni, il servizio sanitario, e l'educazione hanno tutti subito cambiamenti. Da quando non c'è più corruzione, le persone hanno un atteggiamento di reciproca cordialità, come fossero fratelli e sorelle."

"Oggi sono tanto felice che non so come esprimerlo a parole. Sono di etnia ucraina , sono arrivata qui negli anni '70 e la mia famiglia è multietnica. Amo la Crimea e spero che tutte le etnie che abitano qui possano convivere pacificamente e amichevolmente."

Dal 10 marzo, a Sinferopoli e Sebastopoli, hanno avuto inizio una serie di attività in preparazione dell'anniversario del referendum. In altre località della penisola, si vedono inoltre cartelloni con su scritto: "La nostra scelta, la nostra vittoria — Primo anniversario della Primavera di Crimea". Le attività continueranno fino al 21 marzo. Il 12 marzo, presso il teatro di Crimea nella città di Sinferopoli, si è tenuta la cerimonia di apertura della mostra fotografica "La tua Primavera di Crimea", durante la quale sono state esposte centinaia di foto scattate prima e dopo il referendum e in seguito all'annessione della penisola da parte della Russia. A numerosi cittadini che hanno visitato l'esposizione, ciascuna foto richiamava alla mente tanti ricordi dei giorni del referendum.

Secondo un recente sondaggio, gli abitanti della penisola sono generalmente soddisfatti per le attuali condizioni di vita. Alcuni cittadini hanno affermato che benché ci siano stati problemi nel periodo di transizione e malgrado gli effetti delle sanzioni che hanno avuto ricadute negative sull'occupazione dei giovani e delle persone di mezza età, tutti ritengono che tali difficoltà possano essere superate. Attualmente, la popolazione residente della repubblica di Crimea ammonta a circa 1 milione e 957 mila persone, di cui 914 mila lavoratori. Il Ministro del Lavoro e della Sicurezza Sociale, Elena Romanavskaya ha affermato che tanto il governo federale quanto i dipartimenti amministrativi locali hanno adottato una serie di misure per proteggere l'occupazione.

"All'indomani dell'ingresso nella Federazione Russa, abbiamo iniziato a realizzare una minuziosa supervisione del quadro occupazionale della penisola, al fine di garantire una normale operatività delle imprese locali ed assicurare un reddito stabile ai lavoratori. Dallo scorso aprile ad oggi, oltre 2000 imprese della penisola sono state incluse nella nostra rete di controllo. La nostra missione consiste nell'evitare che si verifichi un'eccessiva quantità di licenziamenti e, nonostante l'impatto delle sanzioni, al momento il tasso di disoccupazione è minore rispetto al passato."

Oggi diversi cambiamenti nella vita della popolazione stanno silenziosamente avvenendo in Crimea. Il 18 marzo, prenderanno il via altre iniziative per celebrare il primo anniversario dell'annessione della penisola alla Russia come entità federale. Tuttavia, la regione non potrà ignorare le conseguenze del mancato riconoscimento del referendum da parte della comunità internazionale.

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