Cina: Tibet, il governo non ha mai vincolato la libertà religiosa
  2015-03-04 20:11:19  cri
Maxime Vivas, ben noto dai lettori cinesi per aver scritto "Dalai Lama—Not so zen", giorni fa ha affermato, a un giornalista dell'Agenzia Stampa di Xinhua, che sta compilando la seconda opera concernente la cultura e le religioni tibetane, per far conoscere un vero Tibet a più persone.

Vivas ha comunicato che prima di recarsi in Tibet per l'osservazione, le sue conoscenze sulla regione si basavano tutto dalla propaganda occidentale, ovvero il governo cinese ha estinto la cultura tibetana e limitato la libertà religiosa in Tibet. Tuttavia arrivato personalmente in Tibet, appena sceso dall'aereoera era rimasto stupito: c'erano pubblicità e cartelloni pubblicitari, segnali di trasporto in tibetano dappertutto. In seguito ha visitato una scuola tibetana, dove gli insegnanti insegnano in tibetano, e gli studenti gli avevano dimostrano con orgoglio su come usare software di input, per la scrittuta, in tibetano.

Vivas ritiene che quel viaggio in Tibet gli abbia fatto capire che il governo cinese non ha limitato neanche la libertà religiosa in Tibet, anzi pare che le autorità cinesi fossero troppo tolleranti nei confronti di alcuni fenomeni religiosi esagerati. Infatti, nei paesi occidentali, come la Francia, alcune iniziative religiose eccessivamente esplicite sono proibite assolutamente in luoghi pubblici.

Il libro "Dailai Lama—not so Zen" scritto in francese è stato pubblicato nel 2011, attualmente è stato tradotto in cinese, tibetano, inglese, tedesco e spagnolo. Nel testo, l'autore ha rivelato un aspetto nascosto del 14° Dalai Lama apparentemente pacifico e virtuoso con una grande quantità di registrazioni di suoi atti, discorsi e fatti storici, mostrando ai lettori, con i suoi occhi, il Tibet.

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