I leader dei vari paesi a Riyad per partecipare al funerale dell'ex re del Paese
  2015-01-29 17:20:58  cri

La morte dell'ex re d'Arabia Saudita ha provocato un'"impetuosa corrente diplomatica", e presidenti, premier, ministri ed emiri provenienti da diversi paesi si sono recati in successione a Riyad: tra questi, il presidente francese Hollande, il presidente dell'Afghanistan Ghani, il primo ministro dell'Ungheria Viktor Orbán, il re spagnolo Filippo VI, il re olandese Willem-Alexander, il presidente tunisino Beji Caid Essebsi, il commissario del Consiglio di Stato cinese Yang Jiechi. Una simile lista ha provocato stupore tra tutti coloro abituati alla distinzione dei media occidentali tra "nemici" e "alleati". Il direttore dell'Istituto cinese per la ricerca sulle questioni d'Arabia, Li Shaoxian, ha affermato che la riunione dei leader e rappresentanti dei diversi paesi a Riyad è dovuta all'importante posizione detenuta dall'Arabia Saudita nella regione.

" Data la disgregazione interna di Iraq e Siria e le problematiche dell'Egitto, il ruolo di Paese arabo più influente al mondo è andato in mano all'Arabia Saudita. Essa è inoltre il maggior Paese produttore ed esportatore di petrolio, e leader dell'Unione islamica."

Da tempo la principale preoccupazione della comunità internazionale nei confronti dell'Arabia Saudita era la crisi della successione al trono. A causa dell'età sempre più avanzata dei possibili candidati, la successione dei fratelli minori ai maggiori era già iniziata a diventare di difficile realizzazione. E l'attuale nomina di Muhammad di terza generazione a vice principe della corona era in realtà già stata precedentemente disposta. Li Shaoxian ha illustrato che l'attuale nuovo re e vice principe della corona appartengono tutti a un'importante ala dell'armata reale, quella Su Delhi. Egli ritiene che l'Arabia Saudita riuscirà a mantenere l'attuale situazione di stabilità per 5- 10 anni. Per evitare l'escalation della crisi, l'Arabia Saudita ha bisogno del sostegno degli Usa, e da questa punto di vista, i rapporti tra Arabia Saudita e Usa vivranno un periodo positivo nel corso del mandato del nuovo re.

" L'Arabia Saudita sta senz'altro affrontando una crisi interna e diplomatica e le sue tre grandi armi, ovvero l'alleanza tra Arabia Saudita e Stati Uniti, le entrate derivate dal petrolio e il Wahhabismo, si trovano ora tutte in difficoltà. L'alleanza Arabia Saudita-Usa ha iniziato a oscillare dopo l'11 settembre del 2001. Faccio osservare che di tutti i re d'Arabia Saudita, il rapporto tra l'ala principale del Paese, la Su Delhi, e gli Usa si è mantenuto a lungo tempo relativamente stretto, ed è in effetti possibile prevedere che i rapporti tra Arabia Saudita e Usa vivranno un buon periodo. Nonostante l'emergere di divergenze di pensiero e d'interesse tra le due parti a seguito dell'11 settembre, gli Usa non sono riusciti a lasciare l'Arabia Saudita e in realtà nemmeno questi ultimi sono riusciti ad abbandonare gli Stati Uniti, ma l'alleanza originale non è stata recuperata, cosa che si prospetta improbabile anche per il futuro, a causa delle divergenze strutturali presenti tra le due parti, quali ad esempio la grande sfida all'attuale posizione dell'Arabia Saudita data dal gas d'argille degli Usa."

Oltre che ai rapporti tra Arabia Saudita e Usa, la comunità internazionale ha anche prestato alta attenzione alla visita dei rappresentanti degli altri paesi. Nella lista dei più importanti partecipanti hanno figurato il ministro degli Esteri iraniano, il presidente venezuelano, e soprattutto il premier russo Medvedev, che non ha partecipato al Forum di Davos tenutosi giorni fa. I media russi hanno affermato che questa delegazione russa di condoglianza di alto livello è molto significativa, in quanto rappresenta la speranza del rafforzamento delle relazioni con l'Arabia Saudita. Li Shaoxian ritiene che Russia, Iran e Venezuela abbiano alto interesse per il petrolio e che la loro presenza ai funerali sia da collegare ad attività diplomatiche con l'Arabia Saudita.

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