Secondo quanto riportato nel documento della denuncia reso pubblico dal tribunale, nel 2017 Huawei inviò presso un laboratorio indipendente della California alcune apparecchiature prodotte in Cina per essere sottoposte a test. Come da procedura, al termine del test tutte le apparecchiature - tra cui un server per computer e uno switch Ethernet - furono rispedite in Cina. A settembre 2017, sulla via del ritorno, il dipartimento del Commercio Usa dispose il sequestro di tali apparecchiature per indagare se fossero necessarie delle licenze di esportazione. Huawei rispose presentando tutta la documentazione richiesta e fu informata che entro 45 giorni l'agenzia competente del Dipartimento del Commercio Usa si sarebbe pronunciata sul caso. A tutt'oggi, dopo 20 mesi, nessuna nuova decisione è stata comunicata.
In accordo alla posizione di Huawei, se alcuni dispositivi – come in questo caso – sono stati prodotti al di fuori degli Stati Uniti e inviati nuovamente nel Paese di origine, non è necessaria alcuna licenza di esportazione; inoltre indipendentemente dai motivi alla base del sequestro disposto dal Dipartimento del Commercio, tale ritardo nella decisione da parte delle autorità competenti è da considerarsi "illegale".