Continuare ad esercitare pressione sulla Cina è solo controproducente
  2019-06-22 20:30:37  cri

Venerdì 21 giugno il dipartimento del Commercio Usa, citando ragioni di sicurezza nazionale, ha inserito nella "lista delle entità" controllate per l'esportazione cinque aziende cinesi, tra cui figurano il principale produttore di supercomputer Sugon e la Jiangnan Institute of Computing Technology. Alle cinque aziende finite nel mirino degli Usa è stato vietato di acquistare componenti da fornitori statunitensi. La misura entrerà in vigore a partire dal 24 giugno.

A causa della cosiddetta preoccupazione per la sicurezza nazionale, gli Usa hanno inserito nella lista delle entità cinque aziende cinesi che si occupano di supercomputer, esattamente come aveva fatto per la tecnologia 5G del gigante delle telecomunicazioni Huawei. Il loro obiettivo è quello di tagliare la catena di fornitura verso le imprese cinesi, indebolendo così la forza dello sviluppo tecnico-scientifico della Cina.

Tra una settimana, i capi di Stato della Cina e degli Stati Uniti si incontreranno di nuovo durante il vertice G20 di Osaka. Questa mossa fatta in questo preciso momento, rivela anche l'intenzione di voler esercitare ulteriori pressioni sulla Cina per avere più le pedine di scambio durante le trattative economico-commerciali che avranno luogo la prossima settimana.

In realtà, poco conta quali siano le reali motivazioni degli Usa. Sia che si tratti di un tentativo per ostacolare i passi in avanti che la Cina potrà compiere nel lungo periodo a livello di innovazione tecnico-scientifica, sia che si tratti di un modo per esercitare pressione sulla Cina durante le trattative economiche e commerciali, gli Stati Uniti non riusciranno a raggiungere il loro scopo.

Da un lato, la Cina possiede ricche risorse umane altamente istruite e qualificate, composte da 17 milioni di persone e, allo stesso tempo, è seconda al mondo per investimenti in R&S.

Dall'altro, l'atteggiamento della Cina nei confronti delle consultazioni economiche e commerciali è fermo e coerente: i problemi dovrebbero essere risolti attraverso un dialogo paritario. Il punto chiave è tenere conto delle rispettive preoccupazioni ragionevoli.

In occasione dell'imminente incontro fra i capi di Stato della Cina e degli Stati Uniti che avrà luogo nel corso del prossimo vertice G20 che si terrà ad Osaka, durante il quale tutta l'attenzione mondiale sarà rivolta a loro, i gruppi commerciali delle due parti dovranno dimostrare la loro sincerità nel voler risolvere i problemi, sulla base dell'importante consenso raggiunto dai rispettivi capi di Stato, durante il colloquio che si è tenuto in Argentina alla fine del 2018, e nel rispetto dello spirito della telefonata di qualche giorno fa tra i due leader.

Gli Usa dovrebbero rispettare la volontà delle imprese cinesi e americane di condurre scambi e cooperazione ad alta tecnologia e salvaguardare i diritti e gli interessi legittimi delle imprese di entrambe le parti, e non andare contro corrente. Esercitare una pressione estrema non funziona mai con la Cina ed è spesso controproducente.

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